Valditara interrotto da uno studente a Torino: lo scontro
Durante un incontro a Torino, il ministro dell'Istruzione Valditara è stato interrotto da uno studente: lo scontro e i motivi della contestazione
La visita del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara a Torino è stata accompagnata da numerose contestazioni studentesche. Un suo intervento è stato interrotto da uno studente: “Valditara lei si deve vergognare”, ha detto il giovane. Lo scontro.
- Il botta e risposta tra lo studente e il ministro Valditara
- Il commento dell'organizzazione studentesca
- I motivi della contestazione
Il botta e risposta tra lo studente e il ministro Valditara
Visita blindata del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara a Torino, contestato a più riprese dagli studenti. È successo ieri pomeriggio, mercoledì 25 settembre. Nella sua tappa all’Istituto comprensivo Turoldo, poi in quella per il centenario dell’istituto Birago e al ventennale della ‘Piazza dei Mestieri’, il responsabile della scuola è stato accompagnato da fischi e cori.
Durante il suo intervento per le celebrazioni di ‘Piazza dei Mestieri’, il ministro è stato interrotto da un giovane dell’organizzazione studentesca Osa Torino. “Valditara, lei si deve vergognare”, ha detto lo studente, che è riuscito ad entrare nella tensostruttura allestita per gli incontri nonostante la presenza delle forze dell’ordine.
“Tu adesso lascia parlare, altrimenti sei un intollerante e antidemocratico, lascia parlare e abbi rispetto”, ha risposto il ministro. “Lei è un antidemocratico”, si sente nel video. La voce è di un altro contestatore che stava riprendendo la scena con il cellulare. “Lei non conosce gli studenti“, ha ribattuto il ragazzo. ” Io conosco meglio di te gli studenti – ha proseguito il ministro -, tu non sei uno studente, sei solo un provocatore“.
“Mandate gli ispettori a controllare le scuole“, ha detto il giovane prima di essere portato via a forza. “Questo è il confronto che accetta lei ministro”, ha concluso il contestatore, ormai fuori dalla tensostruttura.
Come riportato dal ‘Tg La7’, i 2 studenti sono stati identificati e poi lasciati andare. “Questa vedete è la dimostrazione dell’intolleranza e della scarsa democrazia di certi soggetti che pensano di rappresentare gli studenti – ha poi commentato il ministro Valditara -. E invece rappresentano soltanto sparute minoranze che vogliono interrompere un civile dibattito”.
Il commento dell’organizzazione studentesca
“Il ministro Valditara ha partecipato a un convegno dal titolo ‘Per educare bisogna conoscere’. Forse sarebbe stato meglio chiamarlo ‘Per educare bisogna reprimere'”, si legge sul profilo Instagram di Osa Torino, che ha diffuso il video della contestazione.
“Due nostri compagni hanno osato contestare il modello di scuola che il ministro porta avanti – prosegue il post -, quello dei privati, dell’Ue e della repressione. E sono stati bloccati violentemente dalla polizia. Nel frattempo al di fuori studenti, collettivi e realtà politiche si erano riuniti in presidio contro la presenza del ministro in città”.
I motivi della contestazione
La protesta studentesca convocata a Torino aveva come oggetto l’alternanza scuola-lavoro e la riforma degli istituti tecnici e professionali. “La partecipazione del ministro avviene in un momento di riforma del sistema scolastico italiano, strategica per l’avvicinamento sempre più marcato delle scuole agli interessi delle aziende – hanno spiegato da Osa -. Con l’aumento delle ore di alternanza scuola lavoro e la riduzione degli anni scolastici per istituti tecnici e professionali, si sta sviluppando una tendenza sempre più forte a rendere la formazione assoggettata agli interessi dei privati e delle classi dirigenti, andando a minare i valori dell’istruzione e della cultura che dovrebbero avere la funzione di aumentare le prospettive future degli studenti portandoli ad una vera emancipazione collettiva”.
“’Per educare bisogna conoscere’ è il titolo dell’evento – hanno proseguito gli studenti -, ma noi ci chiediamo come sia possibile ‘conoscere’ una generazione che vive tutti i giorni in un contesto di precarietà, guerra, devastazione, mancanza di prospettive future, se si portano solo avanti politiche antisociali e antistudetesche che rappresentano i valori di classe dirigente a cui gli studenti non credono più”.