Perché il voto in condotta sta mettendo "contro" FdI e Lega
La riforma sul voto in condotta, approvata lo scorso 25 settembre, sta mettendo 'contro' i partiti della maggioranza FdI e la Lega: ecco perché
La recente riforma sul voto in condotta, approvata lo scorso 25 settembre alla Camera, sta mettendo ‘contro’ i partiti della maggioranza FdI e Lega. Ecco perché.
- FdI (Trento) 'contro' Lega per il voto in condotta
- Perché il Trentino ha detto no alla riforma
- Cosa prevede la nuova riforma sulla condotta
FdI (Trento) ‘contro’ Lega per il voto in condotta
La Lega va molto fiera della legge sul voto in condotta, fortemente voluta dal ‘suo’ ministro Giuseppe Valditara. “Una grande vittoria della Lega”, l’ha definita il leader del Carroccio Matteo Salvini, parlando di “una riforma di buonsenso che rimette al centro l’educazione, il rispetto e un sano rapporto tra studenti e docenti“.
Non la pensa così, però, una parte di Fratelli d’Italia, partner di governo della Lega. O meglio, non la pensano così gli esponenti del partito di Giorgia Meloni del Trentino, che ha deciso di non recepire la legge sul voto in condotta.
Nei giorni scorsi, infatti, l’assessora provinciale all’istruzione e vice presidente della provincia di Trento Francesca Gerosa, esponente di Fratelli d’Italia, ha dichiarato che il Trentino, guidato da oltre cinque anni da una giunta di centrodestra, non adotterà i contenuti della riforma.
Il ddl Valditara, promosso per arginare il crescente numero di episodi di violenza ai danni del personale scolastico, non ha trovato il benestare della Provincia autonoma di Trento perché, come ha spiegato l’assessora Gerosa, “il concetto di condotta rientra in una valutazione più ampia”.
Perché il Trentino ha detto no alla riforma
“Voglio ricordare che fra le mie priorità di legislatura c’è l’educazione al rispetto degli altri e delle regole. Quindi condivido gli obiettivi del ministro Valditara e del governo al di là della definizione e delle declinazioni che le nostre amministrazioni hanno utilizzato per seguire il medesimo principio”, ha chiarito la vicepresidente trentina per arginare eventuali polemiche, come riportato da ‘La Repubblica’. “Siamo tutti concordi – ha proseguito – che non possiamo tollerare che ci siano studenti che bullizzano compagni e personale scolastico, mettendo sotto scacco intere classi”.
Detto questo, “la Provincia di Trento intende avere un approccio squisitamente pedagogico – ha continuato Gerosa -. Il regolamento provinciale in essere disciplina la procedura di valutazione. Il sistema scolastico trentino ha seguito un’impostazione che guarda alla ‘capacità di relazione, oggetto di valutazione, a tutto tondo, come un concetto molto più ampio della condotta, e comprende atteggiamenti e comportamenti con implicazioni pedagogiche più articolate, con responsabilizzazione degli studenti al rispetto di persone, regole e cose”.
“Un sistema – ancora l’assessora – che è stato improntato su educazione e formazione, e i regolamenti sono sempre andati in questa direzione”.
In Trentino, “gli studenti sono al centro del sistema scolastico, e sono accompagnati nell’ottica di ‘conoscerli, sostenerli e mantenerli nella scuola’, e credo che sia anche grazie a questa impostazione che nella nostra provincia si registrino i tassi di dispersione scolastica sia implicita che esplicita più bassi del Paese”, ha concluso Francesca Gerosa.
Cosa prevede la nuova riforma sulla condotta
Per quanto riguarda la condotta, il nuovo provvedimento sulla scuola prevede alcune importanti novità. Innanzitutto, voto in condotta sarà numerico anche alle scuole medie. Sia alle medie che alle superiori, se non si raggiunge almeno il 6 in condotta si verrà automaticamente bocciati.
Alle scuole superiori, nel caso in cui il giudizio sul comportamento dello studente sia pari a 6, lo stesso sarà rimandato a settembre, e dovrà svolgere un elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale. La mancata presentazione dell’elaborato prima dell’inizio dell’anno scolastico successivo o la valutazione non sufficiente da parte del consiglio di classe comportano la non ammissione dell’alunno all’anno scolastico successivo. Per i maturandi, l’elaborato sarà discusso durante il colloquio dell’esame di Stato.
Ma il voto in condotta inciderà anche sul voto finale dell’esame di Maturità. Come riporta il testo della norma, il punteggio più alto nell’ambito della fascia di attribuzione del credito scolastico spettante sulla base della media dei voti riportata nello scrutinio finale può essere attribuito se il voto di comportamento assegnato è pari o superiore a 9 decimi”.