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Immatricolazioni in aumento in Italia Fonte foto: iStock

Università e immatricolazioni: le migliori e le peggiori d'Italia

Numeri positivi per i dati relativi alle immatricolazioni nelle università italiane: quali atenei crescono e quali registrano cali, da Nord a Sud

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REDAZIONE

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Le iscrizioni alle università italiane sono in crescita. Lo certificano i dati ufficiali del ministero dell’Università e della Ricerca, che rilevano inoltre un altro fenomeno: dopo il Covid c’è una tendenza da parte degli studenti a scegliere atenei ‘sotto casa’, vale a dire che sono in aumento coloro che decidono di proseguire il loro percorso di studi non da ‘fuori sede’.

Gli atenei italiani arrivano da un triennio positivo in termini di immatricolazioni. Vediamo quali sono le performance delle università della penisola, da Nord a Sud, da quelle che hanno ottenuto ottimi risultati a quelle che invece hanno visto un calo di studenti. Esemplare, inoltre, il caso di Cassino.

Università italiane, il triennio d’oro per le immatricolazioni

L’università italiana, per quel che riguarda le immatricolazioni, ossia gli iscritti al primo anno di un corso di studi triennale o a ciclo quadriennale unico, arriva da un triennio d’oro. Nelle ultime tre stagioni, infatti, i numeri finali sono stati i seguenti: oltre 336.000 matricole nel 2020-’21, oltre 331.000 nel 2021-’22, oltre 331.000 nel 2022-’23.

Dal Duemila a oggi non si è mai registrato un triennio con dati tanto positivi. Per riscontrare una crescita simile è necessario tornare al solo biennio 2003-2005. In particolare, nella stagione 2003-2004 ci furono 308.036 immatricolazioni.

Dal triennio appena trascorso arriviamo infine alla stagione in corso. Secondo i dati consultabili sul sito del ministero dell’Università e della Ricerca, i neo iscritti nel 2023-’24 al primo anno nelle 108 università italiane (66 pubbliche, 31 private e 11 telematiche) sono stati 315.550. Ma attenzione: il dato è parziale e aggiornato allo scorso gennaio e alcuni dati non sono ancora pervenuti. Con ogni probabilità, a giugno, quando sarà disponibile il bilancio definitivo, si aggiungeranno, presumibilmente, altre 15.000-20.000 immatricolazioni. Dunque i reali immatricolati di questa stagione dovrebbero nelle previsioni oscillare tra i 330 e i 340 mila. Forse anche qualcosa in più.

Il ministero, infatti ha sottolineato che al momento ci sono solo dati provvisori in quanto alcuni atenei sono in ritardo nella comunicazione dei dati. Va da sé che da qui a fine anno accademico il totale delle immatricolazioni registrate e certificate non può che aumentare, rendendo ancora più positivo il quadro delle iscrizioni universitarie in Italia.

Immatricolazioni, Sud in crescita: atenei “migliori” e “peggiori”

Entriamo nello specifico dei dati raccolti sulle nuove immatricolazioni, partendo dal Sud Italia. Si segnala una crescita generale nell’ultima stagione degli iscritti negli atenei del Sud e in quelli delle città di provincia. Dopo il Covid è emersa la tendenza a spostarsi meno ‘fuori sede’. A pesare è anche il caro affitti che spinge sempre più persone a rimanere vicine a casa per contenere i costi.

In Campania l’università Federico II registra un +0,2 per cento rispetto all’anno precedente. Il miglioramento risulta più marcato nelle iscrizioni alla Parthenope (+11,1 per cento e persino +42,6 per cento rispetto ai due anni precedenti). In calo, invece, l’università Orientale (-3 per cento) e la Vanvitelli (-5,7 per cento). Buoni risultati per l’università di Salerno (+8,7 per cento di matricole).

In Puglia, tre atenei su quattro mostrano numeri positivi: la Statale di Bari (+2,9 per cento), il Politecnico di Bari (+8,3) e l’università del Salento (+9,5). Male invece le iscrizioni alla Statale di Foggia (-9,9 per cento).

Sorridono anche le tre università statali calabresi: Unical (+8,9 per cento), L’università di Catanzaro Magna Graecia (+23,5 per cento), La Mediterranea di Reggio Calabria (+9 per cento).

In Sicilia crescono le università di Palermo (+4,8) e di Catania (+20,2), mentre cala la Statale di Messina (-3). Dati confortanti provengono anche dalla Sardegna: vola infatti l’università di Cagliari (+18,3 per cento) e risulta stabile Sassari.

Il caso dell’università di Cassino: +30,5% di immatricolati

A proposito dei numeri in crescita degli atenei di provincia, che riflettono la nuova tendenza a rimanere vicino a casa per studiare, è emblematico il caso dell’università di Cassino che ha registrato un vero e proprio boom: +30,5 per cento di immatricolazioni, un salto dovuto anche ai molti corsi offerti in lingua inglese agli studenti.

Centro e Nord Italia: chi migliora e chi peggiora

Spostandoci al Centro, crescono la Tuscia di Viterbo, la Politecnica delle Marche, Macerata, L’Aquila, Teramo, il Sannio (Benevento). Perde invece terreno in fatto di nuove immatricolazioni l’Università di Chieti e Pescara (-2,7 per cento).

Al Nord, invece, galoppano gli atenei medio-piccoli di Trieste (+19,6 per cento) e Verona (+10,1 per cento). Registrano un rialzo anche quelli di Udine, Trento, Ferrara e Pavia.

Per quel che riguarda la Capitale e Milano, da segnalare che l’università più grande d’Italia, Roma La Sapienza, è alle prese con un calo di nuovi studenti (-4,2 per cento). Cresce invece Roma Tre (+10,5 per cento). A Milano, arretra la Bicocca mentre migliora la Statale (+1,8 per cento).

Tra gli storici atenei che hanno fatto segnare dati positivi, ecco Padova (+1,5), Genova (+0,7) e Firenze (+1,4). In arretramento invece i due atenei di Torino (Statale e Politecnico), l’Alma Mater di Bologna (-0,9 per cento) e Ca’ Foscari di Venezia.