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Università e studenti: come usano l'IA e per quali materie Fonte foto: iStock

Università e studenti, come utilizzano l'IA e per quali materie

Un'indagine tra studenti italiani di età tra 18 e 35 anni ha indagato cosa pensano i giovani dell'intelligenza artificiale, come la usano e per cosa

Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv di cronaca, politica, scuola, economia e spettacolo. Ha esperienze nella redazione di testate giornalistiche online e Tv e lavora anche nell’ambito social

Alla Rome Business School è stata presentata l’indagine “L’intelligenza artificiale e l’occupabilità del futuro per gli studenti dell’istruzione superiore”, uno studio sulle competenze e le percezioni relative all’IA, condotta su 800 studenti italiani di età tra 18 e 35 anni per Planeta Formación y Universidade in collaborazione con l’istituto GAD3.

Per quali materie gli studenti usano l’IA

Dall’indagine è emerso che l’89% degli studenti universitari utilizza l’IA, ma il 76% di loro si limita all’uso di strumenti di intelligenza artificiale generativa come Chat Gpt, Copilot, Gemini e dunque a farne un impiego elementare.

Il ricorso all’IA da parte degli studenti cambia in relazione alla materia. Il 96% degli intervistati la utilizza soprattutto per le materie scientifiche. Il 95% in ingegneria e architettura, l’87% in scienze della salute, l’86 per materie giuridiche, l’83 in arti e discipline umanistiche.

Nel 76% dei casi gli studenti si servono di strumenti di intelligenza artificiale generativa come Chat Gpt, Copilot e Gemini mentre nel 64% come assistente virtuale. Il 22% di loro riesce a farne uso nel campo dell’editing, della creazione di immagini, testi e audio. Solo il 32% degli utenti universitari, tuttavia, è in grado di creare strumenti propri basati sull’IA, dato che evidenzia un certo ritardo nelle competenze tecnologiche.

Cosa pensano gli studenti dell’IA

Riguardo alla prospettiva di una diffusione massiva dell’Intelligenza Artificiale, gli studenti si dividono. Circa il 64% riconosce l’importanza di questo tipo di strumenti e si sente di conseguenza motivato a perfezionarne l’uso: il 40% pensa che possa portare dei vantaggi sul piano della produttività, il 38% dei progressi nella ricerca.

Dall’altro lato, molti degli intervistati nutrono dei timori rispetto alle ripercussioni occupazionali del fenomeno: il 40% teme che l’IA farà sparire dei lavori specifici (il 30% nella manifattura, il 17% nell’amministrazione, il 15% nell’ambito dei lavori creativi). Ultimo dato significativo: solo il 23% degli italiani studenti afferma di aver ricevuto dei rudimenti nell’utilizzo degli strumenti di Intelligenza Artificiale.

L’impatto dell’IA sulla formazione e sul lavoro

Sul fronte delle sfide, gli studenti italiani individuano due principali criticità: la perdita di posti di lavoro dovuta all’automazione (33%) e le preoccupazioni etiche legate all’uso dell’IA (33%). Nonostante le preoccupazioni per la potenziale perdita di posti di lavoro, il 31% degli studenti italiani ritiene che ci sarà spazio per nuove opportunità di lavoro, particolarmente in settori emergenti.

Per quanto riguarda l’istruzione in intelligenza artificiale, solo il 23% degli italiani studenti afferma di aver ricevuto almeno un minimo di formazione, in particolare coloro che studiano Ingegneria e Architettura. Andando a valutare la formazione ricevuta, il 73% degli italiani apprezza la qualità delle risorse e dei materiali forniti e il 69% la rilevanza dei contenuti per l’ambito professionale.

La convinzione più diffusa sugli effetti dell’IA sulla formazione è la trasformazione della metodologia di insegnamento e apprendimento (57%). L’aumento dell’accessibilità, secondo gli studenti italiani, è un altro elemento importante di trasformazione dell’istruzione (52%).

Andando a vedere il mondo lavorativo, la creazione di posti di lavoro qualificati (31%), l’automazione delle attività di routine (30%), e le nuove opportunità in settori emergenti (29%), sono le conseguenze positive più citate dell’IA nell’ambito occupazionale. Se alcuni lavori specifici si ritiene che spariranno, gli intervistati pensano che invece i ruoli meno affetti dall’intelligenza artificiale saranno quelli di dirigenti, manager e imprenditori (2%) e i lavoratori del settore logistico (2%).