Salta al contenuto
IA Fonte foto: iStock

Quanti studenti universitari usano l'IA e chi la utilizza di più

Un rapporto di “Planeta Formación y Universidades” presenterà un rapporto sull'uso dell'intelligenza artificiale tra gli studenti universitari

Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv di cronaca, politica, scuola, economia e spettacolo. Ha esperienze nella redazione di testate giornalistiche online e Tv e lavora anche nell’ambito social

L’intelligenza artificiale sta entrando nelle scuole, anche grazie a vari progetti predisposti dal ministero dell’Istruzione, ed è diffusa nelle università. Non solo tra i ricercatori che sviluppano e implementano nuovi sistemi, l’IA è ormai usata come supporto per lo studio, la scrittura e la ricerca di materiali. Un rapporto ha indagato quanti sono gli studenti universitari che la usano e chi la utilizza maggiormente.

Quanti studenti universitari usano l’IA

Ben l’89% degli studenti universitari in Italia utilizza strumenti di IA. È quanto emerge dal rapporto di “Planeta Formación y Universidades”, rete internazionale di cui fa parte Rome Business School, che ha organizzato la presentazione dei risultati per il 20 marzo dalle 9.30 presso il proprio campus nella Capitale.

In un’anticipazione de Il Sole 24 Ore si sottolinea che tra il totale di coloro che usano l’intelligenza artificiale, solo il 32% dichiara di saper sviluppare soluzioni proprie basate sull’IA, evidenziando un significativo gap nelle competenze tecnologiche. Nonostante questa lacuna, oltre il 60% degli studenti è motivato ad approfondire la conoscenza dell’Ia, riconoscendone il potenziale e l’impatto sul mercato del lavoro.

Quali sono gli studenti che usano di più l’Intelligenza Artificiale

In particolare, a fare uso dell’Intelligenza Artificiale sono i giovani che studiano nei settori delle scienze, dell’ingegneria e dell’architettura. L’IA sta trasformando il mercato del lavoro e ridefinendo il concetto di occupabilità e il rapporto di “Planeta Formación y Universidades” evidenzia sia l’ampia diffusione degli strumenti di IA tra gli studenti universitari, sia le carenze nella formazione necessaria per sviluppare queste tecnologie.

Durante l’evento, esperti di intelligenza artificiale e istruzione presenteranno i principali risultati dello studio e discuteranno le sfide e opportunità che l’IA offre al mondo del lavoro.

Le raccomandazioni sull’uso dell’IA

Intanto nel dibattito accademico sta diventando sempre più centrale la regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale. Per esempio con l’IA Act, il Parlamento Europeo si impegna testualmente a “proteggere i diritti fondamentali, la democrazia, lo Stato di diritto e la sostenibilità ambientale dai sistemi di IA ad alto rischio, promuovendo nel contempo l’innovazione e assicurando all’Europa un ruolo guida nel settore”.

L’UNESCO ha invece pubblicato una guida “ChatGPT and Artificial Intelligence in higher education. Quick start guide” nella quale ha individuato e suggerito dei passaggi per implementare il corretto ed etico utilizzo di ChatGPT nell’istruzione superiore.

La prima raccomandazione è quella di usare ChatGPT “con cura e creatività”, ovvero di aprire degli spazi di confronto all’interno dell’accademia per discutere circa le conseguenze della diffusione di ChatGPT nel settore dell’istruzione superiore e cercare di collaborare nella creazione di strategie per implementare al meglio l’applicativo.

È utile inoltre elaborare delle Linee guida per studenti e docenti per chiarire i contesti e le situazioni in cui l’utilizzo dell’IA è autorizzato e dove invece è proibito e illustrare le implicazioni dell’utilizzo di ChatGPT in termini di apprendimento per permettere agli studenti di utilizzare lo strumento a loro vantaggio.

Bisognerebbe poi fare una riflessione sui necessari cambiamenti circa i metodi volti ad accertare e valutare la preparazione degli studenti e formare il personale docente e gli studenti a interfacciarsi in modo efficace con ChatGPT, ossia con prompt strutturate con logica e rigore sono alla base di output corretti e precisi.

L’UNESCO invita infine a perseguire l’obiettivo di una comprensione il più possibile sofisticata dello strumento di ChatGPT in modo da poterlo sfruttare e gestire in ogni sua funzionalità. L’alfabetizzazione alla IA gioca un ruolo importante soprattutto per il corpo docente, il quale dovrebbe costantemente ribadire e “fare la differenza” nell’insegnamento in modo da preservare il gap tra la propria figura professionale e i chatbot “intelligenti”.