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IA a scuola: presentata interrogazione parlamentare Fonte foto: Ansa

IA a scuola, scatta l'interrogazione parlamentare: il "pericolo"

L'opposizione ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro Valditara in cui si dicono scettici sull’utilità dell’IA: cosa hanno chiesto

Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv di cronaca, politica, scuola, economia e spettacolo. Ha esperienze nella redazione di testate giornalistiche online e Tv e lavora anche nell’ambito social

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara già nel settembre 2023 ha annunciato il progetto che prevede la sperimentazione nelle scuole dell’uso dell’intelligenza artificiale. Qualche giorno fa ha prospettato la possibilità che l’informatica diventi una nuova materia già alle scuole primarie. Le proposte del ministro hanno però lasciato scettici alcuni esponenti dell’opposizione che hanno deciso di presentare un’interrogazione parlamentare sul tema.

Cosa si chiede nell’interrogazione parlamentare sull’IA a scuola

In un comunicato Elisabetta Piccolotti, di Alleanza Verdi e Sinistra, ha annunciato di aver presentato l’interrogazione parlamentare convinta che l’IA a scuola possa essere dannosa. “È un tema di grandissima rilevanza – ha detto – perché tocca il futuro dell’istruzione e, soprattutto, pone seri interrogativi sulla tutela dei dati personali di studentesse e studenti e sulle caratteristiche degli algoritmi utilizzati. Per questo abbiamo presentato al Ministro un’interrogazione parlamentare: vogliamo trasparenza e vogliamo scongiurare il pericolo che gli studenti italiani vengano ‘catalogati’ sulla base di algoritmi progettati da società private che hanno finalità diverse da quelle delle istituzioni dell’istruzione pubblica”.

Piccolotti chiede chiarezza sui software che sarebbero usati, da chi verrebbero sviluppati e chi e con quali garanzie di sicurezza verranno raccolti i dati. “Gli algoritmi che governano questi assistenti virtuali – ha aggiunto – saranno consultabili e verificati da esperti indipendenti per garantire equità e imparzialità? Dove verranno conservati i dati? Saranno utilizzati solo per fini didattici o potranno essere sfruttati per profilazioni o valutazioni delle performance degli studenti?”.

“Già in passato – ha concluso la deputata rossoverde in Commissione Cultura – il Ministero ha siglato protocolli per l’uso di dati scolastici con fondazioni private: vogliamo sapere quali misure siano state adottate per evitare che l’istruzione pubblica diventi un laboratorio sperimentale che, senza adeguate tutele, regala i dati di tutti gli studenti italiani a società che potrebbero farne uso anche per scopo di lucro”.

L’annuncio di Valditara sull’IA a scuola

L’interrogazione parlamentare arriva qualche giorno dopo l’annuncio di Valditara al summit “Next Gen AI“, dedicato all’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella didattica e che ha riunito al MiCo di Milano 1500 studenti provenienti da 250 scuole da tutta Italia.

“Dovremmo pubblicare questa settimana le nuove Indicazioni nazionali e tra queste ci sarà anche la proposta di introdurre informatica fin dalle scuole primarie – ha spiegato il ministro – Saranno offerti ai bambini elementi basilari di questa disciplina, iniziando dal linguaggio, di modo che anche i piccoli sappiano, a esempio, cos’è un algoritmo e si avvicinino a espressioni che possono sembrare solo per iniziati. Nelle nuove Indicazioni declineremo pure i contenuti delle linee guida sulle materie Stem che abbiamo varato nel 2023. Le proposte delle nuove Indicazioni saranno offerte al dibattito pubblico”.

Il progetto dell’IA a scuola

Riguardo al progetto avviato a settembre il ministro ha affermato che “quest’anno a livello sperimentale in quattro Regioni sono partite diverse scuole con degli assistenti virtuali alla didattica. Noi pensiamo a una adeguata formazione ai docenti perché l’utilizzo in casse dell’intelligenza artificiale presuppone una formazione specifica. Sono 450 milioni che abbiamo destinato specificatamente a questo con fondi Pnrr. Bisogna avviare una serie di buone pratiche sia per l’uso corretto sia per affrontare il tema del cyberbullismo”.

L’obiettivo principale del progetto ministeriale è colmare il divario di apprendimento tra gli studenti, con particolare attenzione ai ragazzi con difficoltà e di origine straniera. Il progetto, che coinvolge diverse regioni, prevede l’uso di un software integrato in Google Workspace, inizialmente focalizzato su materie STEM e lingue straniere. La selezione delle classi coinvolte è in fase di definizione, e richiederà l’approvazione di dirigenti scolastici, docenti e studenti, nel rispetto della privacy. L’assistente virtuale, basato sull’IA, identificherà le difficoltà di apprendimento dei singoli studenti, segnalando le lacune sia al docente che all’alunno.