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Maxi ponte di Pasqua 2025: scoppia la polemica Fonte foto: iStock

Vacanze di Pasqua 2025 e maxi ponte a scuola, scoppia la polemica

Il maxi ponte di Pasqua 2025 diventa un caso a Milano, dove molti studenti resteranno a casa da scuola per 10 giorni: perché i genitori protestano

Francesca Pasini

Francesca Pasini

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Content Writer laureata in Economia e Gestione delle Arti e delle Attività Culturali, vivo tra l'Italia e la Spagna. Amo le diverse sfumature dell'informazione e quelle storie di vita che parlano di luoghi, viaggi unici, cultura e lifestyle, che trasformo in parole scritte per lavoro e per passione.

Il maxi ponte a scuola per le vacanze di Pasqua diventa un caso. Mancano pochi giorni alle prossime vacanze pasquali, ma quest’anno stanno creando non pochi malumori a causa della loro lunghezza. Se da un lato gli studenti sono ben contenti di godersi una bella pausa dai banchi di scuola, dall’altro ci sono diversi genitori e insegnanti che si trovano in difficoltà e criticano duramente la scelta di alcuni istituti scolastici.

La polemica è scoppiata a Milano, dove in diversi istituti è previsto un maxi ponte per le vacanze di Pasqua di ben 10 giorni.

A Milano esplode il caso maxi ponte di Pasqua 2025

In virtù della propria autonomia scolastica, molti istituti scolastici milanesi (come tanti altri nel resto d’Italia) hanno scelto di adottare il maxi ponte per le vacanze di Pasqua 2025. Niente lezioni nella maggior parte delle primarie e delle medie in città, che chiuderanno i battenti da giovedì 17 aprile fino a domenica 27 aprile. Tradotto: ben 10 giorni consecutivi di vacanze. Ma non è tutto, perché gli studenti torneranno in classe per tre giorni, dal 28 al 30 aprile, e poi resteranno a casa dall’1 al 4 maggio, tornando tra i banchi il 5 maggio.

Una chiusura più limitata è prevista per i nidi e per le scuole dell’infanzia comunali. Nel loro caso, infatti, gli alunni torneranno in classe il 23 e 24 aprile.

La protesta dei genitori sul maxi ponte pasquale

Se da un lato molti insegnanti coinvolti nel maxi ponte potranno godersi dei giorni di pausa dalle lezioni a scuola e gli studenti potranno svagarsi con 10 giorni di vacanze, dall’altro molti genitori si stanno trovando in difficoltà a causa dei propri impegni lavorativi.

"Io mi domando: ma come è possibile che i consigli d’istituto in cui c’è anche la rappresentanza dei genitori, votino a favore di un ponte lungo dieci giorni? – ha dichiarato al Corriere della Sera Antonella Villano, medico anestesista di un ospedale pubblico milanese e madre di due figlie di 4 e 6 anni -. Forse chi vota ha la possibilità di fare smart working o ha altri aiuti, ma per chi lavora, come noi, su turni, il disagio è importante", ha aggiunto.

L’unica soluzione è il pagamento di una baby sitter, dal momento che in molti istituti non sono previste alternative per venire incontro alle esigenze lavorative delle famiglie. "Dovremo chiamare la baby sitter e io e mio marito ci alterneremo a stare a casa nei ponti che si susseguono – ha proseguito Villano -, ma avrei preferito di gran lunga un’altra soluzione. Un campus promosso dalla scuola, ad esempio, così si resterebbe insieme ai compagni di classe. […] Penso che lo Stato dovrebbe assegnare più fondi alle scuole per organizzare attività di questo genere", ha concluso il medico.

Perché il maxi ponte può essere un problema per gli studenti

In realtà, il maxi ponte (tra i più lunghi, ma meno del ponte record del 2019, nel quale alcuni istituti avevano chiuso addirittura per 15 giorni), rappresenterebbe un problema anche per gli studenti e non solo per i genitori.

A spiegarne i motivi è stata Anna Polliani, dirigente dell’istituto comprensivo Simona Giorgi, in zona Dergano, tra i pochi che hanno scelto di non fare il ponte: "Una chiusura di 10 giorni è un disagio sia per le famiglie che per gli studenti e ha un forte impatto sulla continuità didattica. Sicuramente avremo degli assenti tra gli alunni, ma per tanti bambini, soprattutto quelli con background migratorio, è fondamentale e necessario venire a scuola più giorni possibile", ha spiegato Polliani.

"Credo sia inutile fare attività antidispersione con i fondi del Pnrr (e noi ne facciamo moltissime) se poi li si lascia a casa così tanto in un mese clou come aprile", ha aggiunto, sottolineando anche che la scelta di tenere aperta la scuola non è del tutto semplice da un punto di vista organizzativo: "C’è il tema dei grandi rientri al Sud del personale che lavora nelle scuole e che torna a casa per le vacanze. Noi non possiamo negare i permessi, ma in qualche modo riusciamo lo stesso a far fronte", ha concluso la dirigente scolastica.

Campus gratuiti e a pagamento durante il maxi ponte: una possibile soluzione

Per far fronte alle necessità lavorative delle famiglie coinvolte, una possibile soluzione sarebbe il campus. A Milano, però, sono soltanto due gli istituti comprensivi, il Thouar Gonzaga in zona Navigli e il Sottocorno, zona Corvetto, che promuovono un campus gratuito per i propri alunni. Tali iniziative sono rese possibili grazie al finanziamento del Piano Nazionale scuola.

Al Thouar Gonzaga si terrà dal 22 al 24 aprile, dalle 8 alle 18, e sarà dedicata allo sport, come raccontato dalla preside Adria Colloca. All’istituto Sottocorso, invece si terrà il "Ludocampus", interamente dedicato ai giochi (da tavolo, outdoor, di ruolo e così via) per i ragazzi di quarta e quinta.

Chi non frequenta questi istituti, invece, deve guardare altrove, verso i campus a pagamento. Il Politecnico, ad esempio, offre due campus nei suoi centri sportivi (Giuriati e Bovisa). Si può scegliere tra 3 o 5 giorni e il prezzo varia da 110 a 185 euro totali al Giuriati, e da 60 a 100 euro in Bovisa, con pranzo incluso. Altri esempi a Milano? Il campus della Polisportiva Garegnano a Lampugnano, tra i più economici del milanese, che dura 5 giorni e costa 140 euro, pranzo incluso.