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Insegnanti Fonte foto: iStock

Stipendi, chi ha perso di più dal 2019: il "caso insegnanti"

Chi ha perso di più, tra il 2019 ed il 2023, in termini di retribuzione reale? Il 'caso insegnanti': cosa c'è da sapere sugli stipendi in Italia

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Gli stipendi degli italiani crescono, ma non in termini reali. Cosa significa? In questo articolo, oltre a rispondere a questa domanda, vedremo quali sono i lavoratori che hanno perso di più dal 2019 (nonostante l’aumento delle retribuzioni). Spoiler: tra questi ci sono insegnanti.

Insegnanti tra i lavoratori che perdono più potere d’acquisto

Negli ultimi anni, il potere d’acquisto degli insegnanti è diminuito, rendendoli tra i lavoratori più colpiti dalla stagnazione salariale. Come riportato dal Corriere della Sera, dal 2019 al 2023 gli stipendi degli insegnanti sono aumentati del 3%, un incremento che non riesce però a tenere il passo con l’inflazione e il costo della vita.

Per fare un po’ di chiarezza, l’inflazione indica l’aumento del livello medio generale dei prezzi di beni e servizi in un determinato periodo di tempo. L’aumento dei prezzi riduce il potere d’acquisto della moneta. Questo significa che con la crescita dell’inflazione con lo stesso importo non si possono più acquistare la stessa quantità di beni e servizi, ma se ne possono comprare di meno.

Quando aumenta l’inflazione, gli stipendi dovrebbero aumentare nella stessa misura perché le persone mantengano lo stesso tenore di vita. Come sottolineato dal Corriere della Sera, però, nel 2024 i salari lordi degli italiani sono cresciuti del 2,3%, che è poca cosa rispetto al potere d’acquisto perso negli ultimi 17 anni.

Perché i salari diminuiscono e chi ha perso di più

La stagnazione salariale degli insegnanti è parte di un fenomeno più ampio che ha colpito diversi settori lavorativi. Come spiegato dal Corriere, diversi studi (Bruno Anastasia e Marco Leonardi) mostrano che, anche se dal 2020 ci sono stati tagli alle tasse, le persone le stanno pagando di più a causa dell’aumento dei prezzi, che sono saliti di circa il 20% dal 2019.

Ciò ha portato ad una diminuzione del potere d’acquisto, cioè i salari reali sono diventati più bassi. Anche se in Italia gli stipendi sono aumentati in media del 15% (2019-2023), non sono cresciuti abbastanza per tenere il passo con l’inflazione, perdendo così più di 5 punti percentuali rispetto all’aumento dei prezzi.

Questo in generale, ma quali sono le categorie che hanno sofferto di più? Oltre agli insegnanti, ci sono i lavoratori del settore acqua e rifiuti, i cui stipendi tra il 2019 ed il 2023 hanno visto un incremento del 3-4% (dati Inps).

Nello stesso periodo, a crescere di più sono state le retribuzioni dei dipendenti dell’industria alimentare, delle costruzioni, del credito e finanza, dell’intrattenimento e della comunicazione, che hanno registrato un aumento tra il 10 ed il 12%.

Quanto guadagna un insegnante in Italia

Si sente spesso parlare dello stipendio dei docenti. Sono infatti numerosi gli appelli della politica e della società civile che chiedono l’aumento delle retribuzioni di chi si occupa di insegnamento ed educazione.

Infatti, come sottolineato dal rapporto ‘Education at a Glance 2024‘ pubblicato a settembre scorso, gli stipendi dei docenti delle scuole italiane sono tra i più assi dei Paesi Ocse.

Dal report emerge che un insegnante di scuola elementare, a inizio carriera, percepisce annualmente 37.565 dollari (circa 35.549,83 euro), fino a raggiungere un massimo di 54.768 dollari (51.829,97 euro). Si tratta di cifre inferiori alla media Ocse (rispettivamente 42.060 e 68.924 dollari) ed europea (40.811 e 67.285).

Alle medie, invece, i professori ricevono uno stipendio medio lordo annuo a inizio carriera di 40.374 (38208,14 euro) e può raggiungere un massimo di 60.099 dollari (56874,99 euro). Le cifre, anche in questo caso, restano sotto alla media Ocse (43.484 e 71.334 dollari) e europea (42.327 e 69.994 euro).

I docenti delle scuole superiori, infine, a inizio carriera guadagnano annualmente 40.535 dollari (38.360,50 euro) mentre la retribuzione massima si attesta attorno ai 62.794 dollari (59.425,42 euro). Anche in questo caso, però, gli stipendi sono più bassi della media Ocse e di quella dell’Unione europea.