Salta al contenuto
Stipendi lavoro Fonte foto: iStock

Lavoro: i settori dove gli stipendi sono saliti di più

Pubblicata JP Salary Outlook 2024, l'analisi delle retribuzioni italiane: ecco i settori del mercato del lavoro dove gli stipendi sono saliti di più

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

In base agli ultimi dati Ocse, l’Italia è al 21esimo posto (su 34 Paesi) per quanto riguarda i salari medi annui, pari a 44.893 euro. Nel 2023, la Ral (Retribuzione annua lorda) media è aumentata dell’1,8% rispetto al 2022. Ma quali sono i settori del mondo del lavoro dove gli stipendi sono saliti di più? Scopriamolo insieme.

Quali stipendi crescono di più

Su 34 Paesi esaminati con i dati dell’Ocse, il salario medio annuo dell’Italia (44.893 euro) si colloca al 21esimo posto, al di sotto di Austria, Belgio, Germania e Francia. Nel 2023 la Ral è cresciuta dell’1,8% rispetto al 2022. E se si considera l’anno 2015, l’aumento è stato del 7,5%. Però questa una crescita va osservata tenendo conto di diversi fattori, come sottolineato nel JP Salary Outlook 2024, l’analisi delle retribuzioni italiane dell’Osservatorio JobPricing, che mostra elementi interessanti sulle differenze salariali tra diverse mansioni, su base geografica, di età, e sul gender pay gap.

In primo luogo, dei 4 inquadramenti considerati (operai, impiegati, quadri e dirigenti), sono gli operai che hanno registrato il maggiore aumento relativo della Ral, sia su base annua che in confronto al 2015. Nel 2023, la Ral media degli operai è 26.074 euro, in crescita del 2,2% rispetto al 2022 e dell’8,9% in confronto al 2015. Nonostante questo, gli operai restano i meno pagati, e ricevono uno stipendio medio 9 volte inferiore rispetto ai più pagati del mercato del lavoro italiano, ovvero i CEO.

In quale settore si guadagna di più

Come evidenziato nell’analisi dell’Osservatorio JobPricing, le caratteristiche della domanda di lavoro che influenzano i livelli salariali di mercato sono legate a quelle delle imprese in cui i lavoratori sono impiegati. Il settore in cui operano le imprese è senza dubbio un fattore decisivo nel determinare i salari dei lavoratori: si differenziano, per esempio, per l’utilizzo di contratti collettivi di lavoro, la composizione dell’occupazione, il livello di tecnologia utilizzato nei processi produttivi, il grado di import-export ed il potere di mercato delle imprese che vi operano.

Ma qual è il settore del mercato del lavoro italiano che paga di più? Si tratta dei Servizi finanziari, con una RAL media pari a 45.906 euro. Al contrario, è l’Agricoltura a pagare meno, con 25.198 euro.

Ecco la classifica dei settori in base alla Ral media 2023 (in ordine decrescente):

  1. Servizi finanziari (45.906 euro);
  2. Utilities (33.459 euro);
  3. Industria di processo (32.529 euro);
  4. Industria manifatturiera (31.475 euro);
  5. Commercio (29.926 euro);
  6. Servizi (29.564 euro);
  7. Edilizia (27.896 euro);
  8. Agricoltura (25.198 euro).

Le differenze tra settori dipendono da diverse cause, come per esempio la composizione occupazionale ed i livelli medi dei salari per inquadramento contrattuale. Più alta è la concentrazione di lavoratori a bassa qualifica contrattuale, più sono bassi i salari medi del settore.

Come emerge dall’analisi JP Salary Outlook 2024, i 2 settori agli estremi della classifica (Agricoltura e Servizi finanziari) sono infatti 1 il settore con più operai e meno dirigenti (92,5% vs 0,2%), l’altro il settore con più dirigenti e meno operai (4,4% vs 0,7%).

I settori dove gli stupendi sono cresciuti di più

Vediamo adesso quanto è cresciuta la Ral media nei singoli settori nel 2023 rispetto al 2022 e in confronto al 2015. Nell’ultimo anno, a crescere di più è stata la Ral media di chi lavora nel settore Commercio, seguito dall’Industria manifatturiera e dai Servizi finanziari.

  1. Commercio (+2,8%);
  2. Industria manifatturiera (+2,4%);
  3. Servizi finanziari (+2,3%);
  4. Utilities (+1,9%);
  5. Edilizia (+1,8%);
  6. Servizi (+1,2%);
  7. Industria di processo (+1%);
  8. Agricoltura (0,3%).

Rispetto al 2015, invece, sono i Servizi finanziari a registrare l’aumento maggiore (16%), di gran lunga superiore rispetto al secondo in classifica (Utilities con +8,8%).

  1. Servizi finanziari (16%);
  2. Utilities (+8,8%);
  3. Edilizia (+8,4%);
  4. Servizi (+6,8%);
  5. Agricoltura (+6,1%);
  6. Industria di processo e manifatturiera (+5,7%);
  7. Commercio (+3,4%).

Altri dati interessanti

L’indagine ha poi analizzato altri fattori, come le differenze salariali tra Nord e Sud Italia ed il gender pay gap, che misura le differenze salariali tra uomini e donne. Ma anche qual è la fascia di età che ha visto gli aumenti stipendiali maggiori. Ecco di seguito un breve resoconto per punti.

  • La differenza tra le retribuzioni medie annue del Nord e quelle di Sud e isole è di circa 3.700 euro. Trentino-Alto Adige, Lombardia, Lazio, Liguria e Piemonte registrano le retribuzioni più alte, mentre la Basilicata ha la Ral più bassa.
  • Il gender pay gap per il 2023 è pari al 7,3%. Questo significa che in media gli uomini guadagnano circa il 7,3% in più delle donne. La differenza maggiore in termini di pay gap è stata riscontrata tra gli impiegati (9,9%), quella più contenuta tra i quadri ed i dirigenti (5,5%).
  • La crescita media dei salari nel corso della carriera lavorativa è del 33,1%. Il salto maggiore si verifica tra i 55 e i 64 anni. Da segnalare che egli ultimi 8 anni il tasso di crescita delle retribuzioni degli under 35 è stato sensibilmente migliore di quello di tutti gli altri gruppi di età.
  • In media, un laureato guadagna il 45,5% in più di un non laureato.
  • I salari delle grandi aziende hanno registrato la crescita minore nell’ultimo anno e anche nel medio-lungo periodo.