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Lavoro Fonte foto: iStock

Qual è il lavoro ideale per gli italiani

Uscito il 'Rapporto tra generazioni nel mondo del lavoro' realizzato da Heineken e AstraRicerche: ecco qual è il lavoro ideale per gli italiani

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Un nuovo studio ha messo in evidenza le caratteristiche che dovrebbe avere il posto di lavoro dei sogni per chi vive in Italia. Ecco, anche in base all’età, qual è il lavoro ideale per gli italiani.

Le caratteristiche dell’azienda ideale dove lavorare

Work life balance, formazione e flessibilità. Sono queste le caratteristiche dell’azienda ideale per gli italiani, che, senza distinzione di età, nella scelta del lavoro guardano più al benessere personale che al guadagno. È quanto emerge dalla ricerca ‘Rapporto tra generazioni nel mondo del lavoro’ realizzata da Heineken Italia e condotta da AstraRicerche su un campione di oltre mille lavoratori per indagare il rapporto fra Baby boomers (nati tra il 1946 ed il 1964), Generazione X (1965-1980), Millennials (1981-1996) e Generazione Z (1997-2012).

In modo trasversale a tutte le generazioni, anche se in proporzioni diverse, nel definire l’azienda ideale in cui lavorare gli italiani mettono:

  • al primo posto il tempo libero (51,5%);
  • al secondo la possibilità di crescere e sviluppare competenze attraverso l’offerta formativa (40,7%);
  • al terzo la flessibilità nei tempi e nei luoghi di lavoro (40,5%).

Seguono:

  • attenzione ai temi di pacchetti welfare (34,5%);
  • parità di genere, diversità e inclusione (27,5%);
  • stipendi superiori alla media dei propri coetanei (27%);
  • guadagnare molto a fronte di molte ore lavorate (11%).

Se la Generazione Z (20%) ed i Millennials (21%) danno più importanza al tempo libero, per la GenX la priorità è data allo sviluppo delle competenze (22%), fattore importante anche per i Millennials (18%) che lo prediligono rispetto alla flessibilità (16%).

Resta un’ambizione comune il posto fisso (43%, in particolare per la Generazione X ed i Baby boomers), soprattutto in un’azienda storica (34%), di grandi dimensioni (37%), e dal respiro internazionale (35,5%).

Per tutte le generazioni, ad ogni modo, è fondamentale l’attenzione al lavoratore come ‘persona’ (per l’86% molto o abbastanza).

Quali sono le migliori generazioni con cui lavorare

Dall’indagine di Heineken Italia emerge che le generazioni preferite con cui lavorare sono la GenX (69,5%) ed i Millennials (63%) per la condivisione dei valori e degli ideali (41%) e perché sanno rapportarsi al meglio con i colleghi (31%).

La Generazione Z, apprezzata soprattutto per il suo rapporto con la tecnologia (41%), per il suo essere più creativa (39% contro il 16% dei Millennials e l’11% dei Baby boomers) e per avere meno pregiudizi (32%) si auto-sceglie nel 54% dei casi, ma è apprezzata anche dalle altre generazioni per la capacità di dialogo e confronto con persone diverse (40%), nonché per la capacità di guardare avanti e avere una visione differente (41%), e per le competenze digitali (47%).

I Millennials e la GenX sono preferiti invece per la loro capacità di dialogo e di lavorare in gruppo (42% e 43%), mentre i Baby boomers hanno l’esperienza utile per apprendere il lavoro da svolgere (51%) e allo stesso tempo sono “quelli che ascoltano di più, capiscono i problemi e le difficoltà sul lavoro, ed aiutano quando serve” (29%).

Come fermare la fuga dei cervelli

Secondo la GenZ, le cose più importanti che le aziende possono fare per fermare la fuga dei giovani all’estero per cercare lavoro sono:

  • garantire stabilità lavorativa (56%);
  • dare maggiori benefit (48%);
  • offrire posizioni in linea con i percorsi di studi (38,5%);
  • creare prospettive e percorsi di crescita chiari e stimolanti (30,5%);
  • investire nella formazione (30,5%).