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Laureati Fonte foto: iStock

Lavoro: le lauree più richieste in Italia nei prossimi 5 anni

Quali saranno le lauree più richieste in Italia nei prossimi 5 anni? Come cambia il mondo del lavoro secondo il report di Unioncamere e Anpal

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Il mercato del lavoro italiano ha bisogno di laureati: ecco le lauree più richieste in Italia nei prossimi 5 anni.

Quali sono le lauree più richieste in Italia

Nei prossimi 5 anni circa il 38% del fabbisogno occupazionale previsto riguarderà personale in possesso di una formazione terziaria, ossia una laurea o un diploma ITS Academy o un titolo dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM). A dirlo è il report di ‘Unioncamere – Anpal, Sistema Informativo Excelsior’ sulle previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali tra il 2024 ed il 2028. Ma, come sottolineato dal rapporto, ci sono delle lauree che daranno maggiori opportunità lavorative di altre.

Al primo posto delle lauree più richieste per i prossimi anni, secondo il rapporto, ci sono quelle STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics). Nel dettaglio:

  • Ingegneria;
  • Ingegneria civile ed Architettura;
  • Scienze matematiche, fisiche e informatiche;
  • Scienze biologiche e biotecnologie;
  • Chimico-farmaceutico.

Per quanto riguarda le altre lauree (non-STEM), emergono gli indirizzi:

  • Economico-statistico;
  • Insegnamento e formazione (comprese Scienze motorie);
  • Medico-sanitario (lauree a ciclo unico in discipline mediche e odontoiatriche e lauree triennali in discipline infermieristiche e sanitarie).

Il rapporto domanda-offerta di laureati tra il 2024 ed il 2028

I giovani in possesso di una formazione terziaria che il report stima faranno ingresso sul mercato del lavoro italiano nel periodo 2024-2028 saranno in media 245mila all’anno, per un totale nell’intero periodo di circa 1,2 milioni. Questi costituiscono la cosiddetta “offerta”, che viene confrontata con il fabbisogno espresso dal sistema economico nello stesso periodo di previsione.

Dal confronto tra domanda e offerta di lavoratori con un’istruzione di livello terziario (al netto di quelli in cerca di lavoro già presenti sul mercato) emerge nel complesso un “mismatch”, ovvero un’offerta insufficiente a coprire le necessità del sistema economico, “che potrà variare tra 5mila e 26mila unità all’anno, ma con differenze tra i diversi ambiti di studio”.

“Mentre alcuni saranno caratterizzati da una carenza di offerta – hanno precisato da Unioncamere e Anpal -, altri vedranno un surplus di giovani che si affacceranno sul mercato del lavoro”. Una carenza di offerta “particolarmente significativa” riguarderà l’insieme dei percorsi STEM, per i quali “potranno mancare tra 8mila e 17mila giovani ogni anno, soprattutto con una formazione ingegneristica e in scienze matematiche, fisiche e informatiche”.

Per quanto riguarda gli altri indirizzi, “è attesa una carenza di offerta per quelli caratterizzati dal maggiore fabbisogno, nello specifico l’indirizzo insegnamento e formazione (mancheranno tra 9mila e 12mila giovani), l’economico-statistico (5-11mila) e medico-sanitario (circa 7mila)”.

Al contrario, “è previsto un eccesso di offerta soprattutto per gli indirizzi dell’area umanistica, in particolare quello politico-sociale, psicologico e linguistico”.

La Pubblica Amministrazione avrà bisogno di più laureati

Qual è il settore che in Italia avrà più bisogno di laureati per i prossimi 5 anni? Come sottolineato dal report di Unioncamere e Anpal, laureati e affini saranno preziosi soprattutto per la Pubblica Amministrazione. Qui il fabbisogno di laureati dovrebbe schizzare al 79% del totale, un numero ben più alto di quello previsto per il settore privato, fermo al 27%.

“Tutto il contrario per quanto riguarda il fabbisogno dei profili in possesso di una formazione di livello secondario – hanno specificato gli esperti -. Ma, di nuovo, a patto che siano di tipo tecnico-professionale”. Nel settore privato la richiesta di queste figure coprirà il 55% del suo fabbisogno, mentre nel pubblico la quota scende al 17%. L’appeal delle figure con un background liceale, invece, “rimane residuale”, si legge ancora nel report: il 4% per la pubblica amministrazione ed il 5% per il privato.