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Lavori più richiesti Fonte foto: iStock

I lavori più richiesti in Italia nei prossimi 5 anni

Aggiornato il report di Unioncamere e Anpal sulle previsioni occupazionali in Italia: ecco quali sono i lavori più richiesti nei prossimi 5 anni

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Quali sono i lavori più richiesti in Italia nei prossimi 5 anni? A svelarlo è il report ‘Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termie 2024-2028’ di Unioncamere – Anpal, Sistema Informativo Excelsior. L’analisi, uscita il 6 settembre, aggiorna gli scenari di previsione pubblicati all’inizio del 2024 che erano stati elaborati sulla base della nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (DEF) 2023.

Il fabbisogno occupazionale in Italia nei prossimi 5 anni

Unioncamere ha pubblicato il report aggiornato del fabbisogno occupazionale e professionale in Italia per i prossimi 5 anni. Questo aggiornamento si è reso necessario “in virtù dei cambiamenti intervenuti sul contesto nazionale e internazionale negli ultimi mesi”, si legge nel rapporto, a partire dal “rientro delle tensioni sui prezzi delle materie prime”, che “ha contribuito a modificare lo scenario economico mondiale e in particolare quello europeo”.

Secondo l’indagine di Unioncamere e Anpal, nei prossimi 5 anni l’Italia avrà bisogno, complessivamente, tra i 3,4 ed i 3,9 milioni di lavoratori. Questa stima è una somma dell’expansion demand (espansione della domanda) e della replacement demand (domanda di sostituzione). La prima evidenzia gli andamenti legati alla tendenza dell’economia, mentre la seconda quelli collegati al turnover dei lavoratori.

Nel prossimo quinquennio, i lavoratori dipendenti del settore privato rappresenteranno il 60% del totale (quota media degli scenari), i dipendenti pubblici avranno un’incidenza del 23%, mentre gli indipendenti copriranno il 17%. Poco meno di tre quarti della domanda deriverà dai settori dei servizi, inclusa la Pubblica amministrazione, con un fabbisogno stimato tra circa 2,6 e 2,9 milioni di lavoratori tra il 2024 ed il 2028. Nei settori industriali, la richiesta varierà tra 793mila e poco più di 900mila di unità.

In agricoltura, la domanda di lavoro sarà più ridotta, con circa 74mila unità nello scenario meno favorevole e 92mila unità nello scenario positivo.

Le filiere che avranno più bisogno di lavoratori

Se si osservano più in dettaglio le filiere, quelle che richiederanno più lavoratori nei prossimi 5 anni sono (in ordine di prevalenza):

  • commercio e turismo;
  • altri servizi pubblici e privati, nei quali rientrano i servizi della Pubblica amministrazione ed i servizi operativi di supporto a imprese e persone;
  • salute;
  • finanza e consulenza;
  • formazione e cultura.

Le figure professionali più richieste 2024-2028

Passiamo adesso alle figure professionali. Per quanto riguarda i profili specializzati, quelli maggiormente richiesti riguarderanno gli specialisti delle scienze gestionali, commerciali e bancarie, per i quali si stima un fabbisogno di circa 112-122mila lavoratori. Il tasso di fabbisogno più elevato (tra 3,9% e 4,5%) è quello degli ingegneri: il mercato del lavoro ne richiederà tra i 55 ed i 64mila.

Tassi di fabbisogno superiori alla media anche per i medici (51-52mila), inferiori, invece, per gli specialisti in scienze giuridiche (30mila).

Inoltre, tra le professioni specializzate emerge il gruppo degli specialisti della formazione e della ricerca, con un totale di 214-235mila lavoratori previsti per il quinquennio 2024-2028, tra cui circa 100mila docenti di scuola primaria e pre-primaria e 83-91mila docenti di scuola secondaria e post-secondaria.

Significativa sarà anche la domanda di altri specialisti nell’educazione e nella formazione, per i quali è previsto un fabbisogno di 39-44mila occupati. Questi profili comprendono diverse tipologie di professioni, in particolare insegnanti di sostegno, docenti di discipline artistiche e lingue straniere, nonché progettisti di attività formative in campo scolastico e a livello aziendale (compresa la formazione online).

Guardando ai profili tecnici, il rapporto prevede una richiesta maggiore per le professioni sanitarie, come gli infermieri e i tecnici della riabilitazione (151-158mila unità). Un tasso di fabbisogno più alto della media si registra con riferimento ai tecnici dei rapporti con i mercati, in particolare tecnici commerciali, del marketing e degli acquisti (tra 88mila e 99mila unità).

Per l’elevato fabbisogno nei prossimi 5 anni, tra gli impiegati emergono gli addetti ad attività di segreteria e agli affari generali delle imprese, con una domanda tra 280mila e 304mila unità. Ma anche gli addetti all’accoglienza e all’informazione della clientela, sia come front-office sia nei call center (84mila e 96mila lavoratori previsti), e gli impiegati che operano nell’ambito della contabilità e delle operazioni finanziarie delle aziende (61-66mila unità).

Con riferimento alle professioni commerciali, gli addetti alle vendite, come commessi nei negozi e assistenti alle vendite nella grande distribuzione, saranno i profili più richiesti (272-285mila). Inoltre, il report prevede che il mercato del lavoro italiano avrà bisogno di operai specializzati e artigiani per un totale compreso tra le 365mila e le 417mila unità.

Infine, per quanto riguarda le skill trasversali alle varie professioni, l’indagine di Unioncamere – Anpal indica l’importanza che hanno acquisito, e che continueranno ad avere, le competenze green, che saranno richieste a 2,4 milioni di lavoratori, quasi due terzi del fabbisogno quinquennale.