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Lavoro Fonte foto: iStock

Dopo la scuola: i lavori del futuro (che forse non ti aspetti)

Molti studenti che pensano a cosa fare dopo la scuola se lo chiedono: quali sono i lavori del futuro in Italia? Eccoli (e forse non te li aspetti)

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Conoscere le prospettive del mercato del lavoro può indirizzare i giovani a scegliere la propria strada dopo la scuola. Ecco quali sono i lavori del futuro (che forse non ti aspetti).

Quali sono i lavori del futuro

Non solo professioni che hanno a che fare con l’innovazione e la tecnologia, prima su tutte l’Intelligenza artificiale. I lavori più richiesti nei prossimi anni avranno soprattutto a che fare con i servizi alla persona, principalmente nell’area della salute.

Come ha riportato in un articolo de ‘la Repubblica’ Riccardo Luna, direttore del portale ‘Italian Tech’, tra una decina di anni saranno sì richieste figure professionale come lo sviluppatore di software, l’esperto di dati e algoritmi, l’addestratore di modelli linguistici. Ma “in cima alla classifica ci sono lavori molto diversi e che conosciamo bene: i badanti, gli aiutanti alla cura delle persone a domicilio e gli infermieri“.

Si tratta di lavori “che un robot non può (ancora) fare“, ha aggiunto il giornalista esperto di tecnologia. Questa tendenza, ha proseguito, “ci racconta di una società che invecchia e che avrà sempre bisogno di più cure. Si muore di meno, si muore più tardi, ma questo vuol dire che ci sono sempre più persone fragili che hanno bisogno di un infermiere”.

Il fabbisogno occupazionale in Italia nei prossimi 5 anni

Anche ‘Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termie 2024-2028’, l’ultimo report di Unioncamere – Anpal, Sistema Informativo Excelsior pubblicato a settembre, ha menzionato tra i lavori più richiesti per i prossimi 5 anni quelli del comparto salute/sanità, ma anche quelli legati al mondo della formazione.

Tra le figure professionali più richieste, per quanto riguarda i profili specializzati, emerge il gruppo degli specialisti della formazione e della ricerca, con un totale di 214-235mila lavoratori previsti per il quinquennio 2024-2028, tra cui circa 100mila docenti di scuola primaria e pre-primaria e 83-90mila docenti di scuola secondaria e post-secondaria.

Significativa sarà anche la domanda di altri specialisti nell’educazione e nella formazione, per i quali è previsto un fabbisogno di 39-44mila occupati. Questi profili comprendono diverse tipologie di professioni, in particolare insegnanti di sostegno, docenti di discipline artistiche e lingue straniere, nonché progettisti di attività formative in campo scolastico e a livello aziendale (compresa la formazione online).

Poi ci sono gli specialisti delle scienze gestionali, commerciali e bancarie, per i quali si stima un fabbisogno di circa 112-122mila lavoratori. Il tasso di fabbisogno più elevato (tra 3,9% e 4,5%) è quello degli ingegneri: il mercato del lavoro ne richiederà tra i 55 ed i 64mila.

Tassi di fabbisogno superiori alla media anche per i medici (51-52mila), inferiori, invece, per gli specialisti in scienze giuridiche (30mila).

Guardando ai profili tecnici, il rapporto di Unioncamere e Anpal prevede una richiesta maggiore per le professioni sanitarie, come gli infermieri e i tecnici della riabilitazione (151-158mila unità). Un tasso di fabbisogno più alto della media si registra con riferimento ai tecnici dei rapporti con i mercati, in particolare tecnici commerciali, del marketing e degli acquisti (tra 88mila e 99mila unità).

Per l’elevata necessità nei prossimi 5 anni, tra gli impiegati emergono gli addetti ad attività di segreteria e agli affari generali delle imprese, con una domanda tra 280mila e 304mila unità. Ma anche gli addetti all’accoglienza e all’informazione della clientela, sia come front-office sia nei call center (84mila e 96mila lavoratori previsti), e gli impiegati che operano nell’ambito della contabilità e delle operazioni finanziarie delle aziende (61-66mila unità).

Con riferimento alle professioni commerciali, gli addetti alle vendite, come commessi nei negozi e assistenti alle vendite nella grande distribuzione, saranno i profili più richiesti (272-285mila). Inoltre, il report prevede che il mercato del lavoro italiano avrà bisogno di operai specializzati e artigiani per un totale compreso tra le 365mila e le 417mila unità.