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Se vuoi studiare negli Usa devi rendere pubblici i profili social

Forse non lo sapevi, ma se vuoi studiare negli Usa devi rendere pubblici i tuoi profili social: il nuovo annuncio del Dipartimento di Stato americano

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Vuoi studiare negli Usa? Allora devi rende pubblici i tuoi profili social. Ad annunciarlo è stato il Dipartimento di Stato americano.

Profili social pubblici per chi vuole studiare negli Usa

“Il Dipartimento di Stato si impegna a proteggere la nostra nazione e i nostri cittadini mantenendo i più alti standard di sicurezza nazionale e pubblica attraverso la nostra procedura di rilascio dei visti. Un visto per gli Stati Uniti è un privilegio, non un diritto“. Così il Dipartimento di Stato Usa ha annunciato l’ampliamento dei controlli per i richiedenti del visto appartenenti alle categorie F, M e J, ovvero coloro che chiedono di studiare o lavorare nell’ambito del mondo dell’Istruzione nordamericano.

“In base alle nuove linee guida – si legge ancora nel comunicato diffuso dal Dipartimento -, effettueremo una verifica completa e approfondita, che includerà la presenza online, di tutti i richiedenti studenti e visitatori di scambio appartenenti alle categorie di non-immigrati F, M e J. Per facilitare questa verifica, a tutti i richiedenti visti non immigranti F, M e J verrà chiesto di modificare le impostazioni della privacy su tutti i loro profili social media impostandole su ‘pubblico’“.

Questo significa che, chiunque voglia richiedere un visto studentesco per gli Usa, dovrà avere profili social pubblici. In questo modo, il Dipartimento di Stato potrà effettuare dei controlli alla ricerca di eventuali post e commenti ostili agli Usa, cultura o istituzioni. Pena: la negazione del visto.

Perché gli Usa hanno messo questo vincolo

Ogni decisione relativa al visto è una decisione di sicurezza nazionale – hanno aggiunto dal Dipartimento di Stato -. Gli Stati Uniti devono vigilare durante il processo di rilascio del visto per garantire che coloro che presentano domanda di ammissione negli Stati Uniti non intendano danneggiare gli americani e i nostri interessi nazionali e che tutti i richiedenti dimostrino in modo credibile la propria idoneità al visto richiesto, inclusa l’intenzione di impegnarsi in attività coerenti con i termini di ammissione”.

Dal Dipartimento hanno fatto sapere che “i nostri uffici all’estero riprenderanno presto a gestire le richieste di visto non immigrante F, M e J. I richiedenti sono pregati di consultare il sito web dell’ambasciata o del consolato competente per verificare la disponibilità degli appuntamenti”.

Come evidenziato da Il Corriere della Sera, infatti, per queste categorie da fine maggio è impossibile fissare nuovi appuntamenti nei consolati americani. L’annuncio del Dipartimento di Stato rappresenta una parziale riapertura delle procedure burocratiche, ma solo a condizione di lasciare “pubblici” i profili social così da permettere alle autorità americane di effettuare controlli.

Dagli studenti ai prof: le categorie coinvolte

Ma quali sono le categorie sottoposte a questo vincolo? Si tratta di coloro che richiedono visti F, M e J.

Come si legge sul sito dell’Ambasciata e Consolati degli Stati Uniti d’America in Italia, i visti di categoria F ed M sono visti destinati a coloro che intendono studiare negli USA. Il visto F è per studi accademici ed il visto M per studi non-accademici o professionali.

Il visto J, invece, è dedicato ai partecipanti a programmi di scambi culturali promossi dal Dipartimento di Stato americano, finalizzati alla promozione di interscambi fra persone con conoscenze e particolari capacità nel campo dell’istruzione, delle arti e delle scienze. In questo programma sono inclusi:

  • gli studenti di tutti i livelli d’istruzione;
  • tirocinanti assunti da ditte, istituzioni o agenzie, che vengono finanziati per corsi di addestramento;
  • insegnanti di scuola primaria, secondaria e di specializzazione;
  • professori che desiderano insegnare o frequentare corsi superiori di specializzazione;
  • studiosi nel campo della ricerca;
  • coloro che desiderano seguire corsi professionali nel campo medico e paramedico;
  • visitatori internazionali che viaggiano con l’intento di osservare, consultare, ricercare, imparare, partecipare o dare dimostrazioni di conoscenze e di abilità specialistiche o di seguire programmi organizzati per scambi individuali.

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