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Disabilità a scuola Fonte foto: iStock

Disabilità a scuola, la nota del MIM sulle nuove parole da usare

La nota del MIM sui termini ufficiali da usare a scuola in tema di disabilità: le parole per sostituire "persona handicappata" e altre espressioni

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Il ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) ha inviato una nota agli istituti di ogni ordine e grado per comunicare le modifiche alla terminologia ufficiale in materia di disabilità a scuola apportate dal decreto legislativo 62/2024. Ecco le espressioni che non si possono usare e le nuove parole per sostituirle.

La nuova terminologia sulla disabilità a scuola

Tramite una nota del 30 ottobre 2024, il ministero dell’Istruzione e del Merito ha comunicato alle scuole l’aggiornamento della terminologia in materia di disabilità a seguito dell’entrata in vigore, il 30 giugno scorso, del decreto legislativo 62/2024.

La norma rivede il linguaggio ufficiale da utilizzare per riferirsi alle persone con disabilità. L’obiettivo è quello di uniformare le comunicazioni ufficiali e l’attività amministrativa, che ricorrere solo ed esclusivamente a termini rispettosi e inclusivi.

La nota del MIM fa riferimento ad un’altra nota, diffusa il 24 ottobre dal ministero per le Disabilità. Entrambe citano l’articolo 4 del decreto legislativo 62/2024 che, “al fine del rispetto dei diritti e della dignità delle persone con disabilità”, stabilisce che:

  • la parola “handicap”, ovunque ricorre, è sostituita dalle seguenti: “condizione di disabilità”;
  • le parole “persona handicappata”, “portatore di handicap”, “persona affetta da disabilità”, “disabile” e “diversamente abile”, ovunque ricorrono, sono sostituite dalle seguenti: “persona con disabilità”;
  • le parole “con connotazione di gravità” e “in situazione di gravità”, ove ricorrono e sono riferite alle persone con disabilità, sono sostituite dalle seguenti: “con necessità di sostegno elevato o molto elevato”;
  • le parole “disabile grave”, ove ricorrono, sono sostituite dalle seguenti: “persona con necessità di sostegno intensivo”.

Il ministero per le Disabilità ha sottolineato l’importanza di adottare la nuova terminologia in ogni ambito, dalla comunicazione istituzionale (come comunicati stampa e siti internet) ai documenti amministrativi (decretazione, provvedimenti, modulistica).

Il ministero dell’Istruzione e del Merito, a sua volta, ha invitato le scuole a diffondere e applicare le nuove disposizioni, al fine di promuovere una cultura del rispetto e dell’inclusione per le persone con disabilità.

Le politiche per l’inclusione del MIM

Il 22 ottobre scorso, a due anni dall’inizio del Governo Meloni, il ministero dell’Istruzione e del Merito ha presentato il bilancio della sua attività con la scheda “le cose fatte per la scuola in 10 punti“. Nel documento sono state evidenziate anche le politiche per l’inclusione rivolte agli alunni con disabilità.

Nel merito, il MIM ha parlato di “un importante piano di potenziamento delle assunzioni di insegnanti di sostegno” per far fronte ad una “carenza cronica”.

Con il decreto-legge 75/2023, convertito dalla legge 112/2023, “si era già stabilito che i docenti neoassunti sul sostegno debbano rimanere per almeno 3 anni su quella cattedra“. Mentre con il decreto-legge 71/2023 “si è intervenuti introducendo, in aggiunta all’offerta formativa delle università, che si è rivelata inadeguata, una nuova offerta formativa di specializzazione sul sostegno, erogata da Indire, ente pubblico di ricerca deputato già ora alla formazione del personale della scuola, rivolta ai docenti precari, che da anni già svolgono questo ruolo, per quanto privi di specializzazione, formazione”.

Inoltre, hanno proseguito dal ministero, “con una innovazione richiesta da venti anni dalle associazioni delle disabilità, nel decreto-legge è inoltre introdotta la possibilità, su richiesta della famiglia dell’alunno con disabilità, di ottenere la conferma del docente precario di sostegno in servizio nel precedente anno scolastico, conferma che mira a garantire la continuità didattica“.

Infine, hanno concluso dal MIM, “nel provvedimento si punta anche ad ampliare l’organico dei docenti di sostegno specializzati“.