Genitori potranno scegliere l'insegnante di sostegno: è polemica
Con il nuovo decreto-legge sulla scuola i genitori potranno scegliere l'insegnante di sostegno, ma è esplosa la polemica: cosa hanno detto i sindacati
Il 24 maggio il Consiglio dei ministri (Cdm) ha approvato un decreto-legge che contiene provvedimenti in materia di scuola, in previsione dell’avvio del prossimo anno scolastico. Sono 2 gli articoli del provvedimento a tema istruzione, uno dei quali prevede che i genitori potranno scegliere l’insegnante di sostegno del proprio figlio. Ed è scoppiata la polemica.
Cosa prevede il nuovo decreto-legge sugli insegnanti di sostegno
Il provvedimento approvato il 24 maggio dal Consiglio dei ministri “rappresenta una pietra miliare nella politica del Governo per una vera eguaglianza di tutti gli studenti“, ha commentato il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara che ha illustrato il nuovo decreto-legge.
La norma, ha spiegato Valditara, costituisce “un passaggio di tutto rilievo per una più efficiente impostazione dell’attività di sostegno didattico degli studenti con disabilità. Puntiamo ad ampliare l’organico dei docenti di sostegno specializzati e, insieme, a garantire la continuità didattica ai ragazzi anche nel caso di docenti non di ruolo”. Misure “concrete, ispirate al criterio del ‘fare’, per una scuola che sia realmente costituzionale, al servizio di ogni studente”, ha specificato il ministro.
Nel decreto-legge approvato dal Cdm, ha proseguito il Valditara, “al fine di garantire la continuità dei docenti a tempo determinato su posto di sostegno, si prevede la possibilità, su richiesta della famiglia dell’alunno con disabilità, di ottenere la conferma del docente in servizio nel precedente anno scolastico, previa valutazione da parte del dirigente scolastico e nell’interesse del discente. La conferma viene disposta prioritariamente nei confronti dei docenti in possesso dello specifico titolo di specializzazione per l’insegnamento agli alunni con disabilità”.
Inoltre, “per far fronte alla cronica carenza di docenti specializzati sul sostegno, si interviene introducendo, in aggiunta all’offerta formativa delle università, una nuova offerta formativa di specializzazione sul sostegno, erogata da Indire (ente pubblico di ricerca già deputato alla formazione del personale della scuola), rivolta ai docenti ‘precari’, che da anni già svolgono questo ruolo, per quanto privi di specializzazione – ha continuato il ministro Valditara -. L’intervento, di natura transitoria ed eccezionale, si rivolge ad una platea di circa 85mila docenti che l’attuale sistema di specializzazione non è riuscito ad intercettare”.
Infine, nell’ambito di questa misura si interviene anche per “favorire la risoluzione del contenzioso collegato al mancato riconoscimento dei titoli di specializzazione sul sostegno conseguiti all’estero“. Nel decreto-legge, infatti, è previsto che “i circa 11mila soggetti con istanza di riconoscimento o contenzioso pendente possano accedere a percorsi di specializzazione ‘ad hoc’, sempre erogati da Indire”, ha concluso Giuseppe Valditara.
La polemica dei sindacati sugli insegnanti di sostegno
Per la Flc Cgil, la possibilità di confermare il docente di sostegno “precario per più anni scolastici, bypassando le graduatorie” è “una misura che, in nome della continuità didattica, sdogana la chiamata diretta e l’idea di una scuola on demand, perpetuando la precarietà del sistema”.
I provvedimenti previsti dal nuovo decreto-legge sulla scuola sono “demagogici e dannosi”, prosegue il sindacato, e “non rispondono all’esigenza delle scuole e al loro bisogno di risorse per valorizzare la progettazione autonoma e arricchire offerta formativa ordinaria”. Inoltre, “non aumentano gli organici e il tempo scuola, non migliorano gli ambienti e i servizi di supporto al diritto allo studio“, hanno concluso dalla Flc Cgil.
Sull’argomento è intervenuta anche la Uil Scuola Rua. “Affidare alle famiglie, senza alcun criterio di trasparenza, la possibilità di confermare o scegliere gli insegnanti per i propri figli – ha detto il segretario Giuseppe D’Aprile – guida verso un sistema di vincoli e consensi che è in netto contrasto con il nostro sistema statale e costituzionale, garante di laicità, trasparenza e pluralismo. In definitiva stiamo parlando di clientelismo, senza giri di parole”.
“Siamo fortemente contrari riguardo ai titoli conseguiti all’estero – ha proseguito D’Aprile – . Valutare entro l’inizio del prossimo anno scolastico le oltre 11mila istanze dei docenti con il titolo conseguito all’estero avrebbe evitato negative ricadute sulla continuità didattica degli alunni e controproducenti fratture tra i precari”.
“Per ridurre il contenzioso – ha proseguito il segretario Giuseppe D’aprile – si approva un provvedimento ad hoc che interviene su un’ingiustizia. La Uil Scuola Rua ritiene da tempo, che il sistema misto – titoli esteri e titoli italiani – contribuisce a creare divisione tra i precari incidendo negativamente anche sul pieno funzionamento della scuola”.