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Migliori lauree per trovare lavoro Fonte foto: iStock

Migliori lauree per trovare lavoro in Italia: i nuovi dati Istat

Grazie al nuovo rapporto Istat scopriamo quali sono le migliori lauree per trovare lavoro in Italia: differenze di genere e tra laureati e diplomati

Virgilio Scuola

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REDAZIONE

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Il nuovo rapporto Istat “Livelli di istruzione e ritorni occupazionali, anno 2023” ha individuato quali sono le lauree che promettono una maggior facilità nel trovare lavoro in Italia. I dati evidenziano anche un profondo gap occupazionale tra i laureati e i diplomati, a conferma del fatto che l’istruzione premia in ambito lavorativo. Le donne che studiano, invece, sono sempre di più, ma ancora una volta risultano svantaggiate nel livello di occupazione. Vediamo nel dettaglio il quadro che emerge con i nuovi dati Istat riferiti al 2023.

I corsi di laurea con un maggiore tasso di occupazione in Italia

Il nuovo rapporto Istat sui ritorni occupazionali in riferimento al livello di istruzione ha individuato le migliori lauree per trovare lavoro in Italia. Il tasso di occupazione più elevato, nella fascia d’età tra i 25 e i 64 anni, si registra per i laureati in area medico-sanitaria e farmaceutica (88,6%), mentre si avvicina il valore per le lauree STEM, che si attesta all’86,6%.

Ad un gradino inferiore si confermano i livelli occupazionali per i laureati in area socio-economica e giuridica (84,2%) e in area umanistica e dei servizi, che hanno registrato un tasso del 79,5%.

Divario occupazionale tra donne e uomini che hanno studiato

Confermato ancora una volta lo svantaggio delle donne rispetto agli uomini nel trovare lavoro in Italia, sebbene siano più istruite: nella fascia 25-64enni, il 68% ha almeno un diploma o qualifica rispetto al 62,9% degli uomini, mentre il 24,9% delle donne ha un titolo terziario (contro il 18,3% degli uomini). Nonostante il maggior numero di donne che conseguono titoli di studio, il livello occupazionale non riflette tale andamento. Il tasso di occupazione femminile (59,0%) è ancora molto basso rispetto a quello maschile (79,3%), differenze che risultano più marcate rispetto a quelle registrate nella media europea.

Nonostante il continuo divario occupazionale tra donne e uomini, i dati rilevano una diminuzione della forbice di genere con l’aumentare del livello di studi. I differenziali passano da 32,3 punti percentuali per i titoli bassi, con occupazione femminile del 36,8% e maschile del 69,1%, a 21,6 punti per i livelli medi di studio (con tassi rispettivamente del 62,4% e dell’84,0%). Si riducono invece a 6,9 i punti percentuali del tasso di occupazione tra donne e uomini con titoli di studio terziari (81,4% e 88,3%).

Laurea e diploma a confronto per trovare lavoro in Italia

I dati che emergono dal nuovo rapporto Istat evidenziano anche un importante gap occupazionale tra coloro che proseguono nei vari livelli di studio rispetto a chi ha titoli inferiori o il diploma. Dati, questi, che confermano il vantaggio delle lauree nel trovare un lavoro in Italia.

Sebbene il tasso di occupazione sia aumentato di un punto percentuale per ciascun livello di istruzione conseguito, resta infatti invariato il divario tra essi. Sempre nella fascia dai 25 ai 64 anni, tra coloro che ottengono un titolo terziario, il tasso di occupazione tocca l’84,3%, mentre chi possiede un titolo secondario superiore si ferma al 73,3%, con uno scarto di ben 11 punti percentuali. La forbice si allarga ulteriormente se si confrontano i livelli di occupazione di chi ha conseguito un titolo secondario inferiore, che restano al 54,1%, con addirittura 30 punti percentuali di differenza rispetto ai laureati.

Il gap si accentua se si considerano gli under 35: sono ben 15,7 i punti percentuali che dividono la laurea dal diploma in merito all’occupazione: 75,4% tra i laureati contro il 59,7% tra i diplomati, tra coloro che hanno conseguito il titolo da uno a tre anni prima.

Un netto premio occupazionale conferito dall’istruzione, che si conferma guardando anche ai tassi di disoccupazione: tra i laureati il dato è significativamente più basso (il 3,6%) rispetto a quello di chi ha un diploma (6,2%) e di coloro che hanno ottenuto un basso titolo di studio (10,7%). In Italia, con il crescere del livello di studi raggiunto, la quota di occupati sale, anche se, confrontando i dati con le medie europee, rimangono ancora dei passi da compiere. Nel nostro Paese chi consegue un titolo terziario ha ancora un tasso di occupazione più basso del 3,3% rispetto al resto d’Europa.