Salta al contenuto
Allarme giovani dall'Istat: i numeri dell'ultimo Rapporto Annuale Fonte foto: iStock

Allarme lavoro per i giovani, l'80% dei nuovi occupati è over 50

Il nuovo Rapporto Annuale Istat 2025 svela dati allarmanti per i giovani, ma sottolinea anche che il livello di istruzione è importante per il lavoro

Francesca Pasini

Francesca Pasini

SEO CONTENT WRITER

Content Writer laureata in Economia e Gestione delle Arti e delle Attività Culturali, vivo tra l'Italia e la Spagna. Amo le diverse sfumature dell'informazione e quelle storie di vita che parlano di luoghi, viaggi unici, cultura e lifestyle, che trasformo in parole scritte per lavoro e per passione.

Non arrivano buone notizie sui giovani dall’ultimo Rapporto Annuale dell’Istat. Non solo il potere d’acquisto è crollato, ma l’80% dei nuovi occupati è over 50, con una fetta più piccola per i giovani, che risultano essere anche quelli più a rischio povertà ed esclusione sociale.

Ma c’è anche un trend positivo che riguarda coloro che proseguono con gli studi, anche se il fenomeno della fuga dei cervelli ha toccato un nuovo record. Ecco tutti i numeri.

Il lavoro aumenta, ma non per i giovani: i numeri Istat

Quella fotografata dal Rapporto Annuale Istat 2025, presentato il 21 maggio dal presidente Francesco Maria Chelli a Montecitorio, è un’Italia che torna a perdere potere d’acquisto. Se a fine 2022 la perdita di potere d’acquisto aveva raggiunto il 15%, per scendere a febbraio 2023 all’8,7%, a marzo 2025 è tornata a salire al 10%. In tutto i salari reali in 5 anni, tra il 2019 e il 2024, hanno perso il 10,5% del potere d’acquisto a causa della forte crescita dei prezzi.

Ma non solo. Se da un lato i posti di lavoro continuano ad aumentare, toccando i 23,9 milioni di occupati a fine 2024, dall’altro è importante analizzare la composizione dei lavoratori: 8 nuovi occupati su 10 sono infatti over 50 (un aumento di 285 mila persone, +3%), rappresentando il 40,6% dell’occupazione totale.

Una situazione critica per i 35-49enni, che rappresentano una fetta più piccola dei lavoratori, il 36,9% del totale. Rispetto al 2019 sono diminuiti di oltre 500 mila unità, a fronte di un calo di un milione e 393 mila individui appartenenti a questa classe di età.

Più lavoro per chi prosegue con gli studi

Se da un lato i giovani occupati registrano un minor numero rispetto agli over 50, dall’altro è stato rilevato anche che l’aumento degli occupati riguarda principalmente le persone più istruite. Chi ha proseguito con gli studi ha quindi avuto maggiori opportunità lavorative.

Nel 2024, infatti, sono aumentati gli occupati con diploma (+2,2%) e con una laurea (+3,7%), mentre sono calati quelli che hanno conseguito al massimo la licenza media (-1,8%). In particolare, il tasso di occupazione tocca l’82,2% tra i laureati e scende al 45,1% per i meno istruiti.

Infine, sebbene rappresenti ancora uno dei problemi fondamentali dell’Italia, anche il divario di genere si riduce con l’aumentare del livello di istruzione: chi ha la licenza media registra un gap del 28% tra uomini e donne, tra chi ha il diploma si riduce al 19,5%, mentre tra i laureati e le laureate la differenza scende al 7%.

Rischio povertà per i giovani

Un altro dato allarmante che riguarda l’Italia e i giovani riguarda il rischio povertà. Quasi un quarto della popolazione nel 2024 è a rischio povertà o esclusione sociale (il 23,1%, in aumento dello 0,3% rispetto al 2023), un numero che sale al 39,8% al Sud. Ma ad essere maggiormente a rischio sono proprio i giovani: tale dato cresce infatti per gli individui che vivono in famiglie il cui principale percettore di reddito ha meno di 35 anni (dal 28,4% al 30,5% del totale).

Fuga di cervelli, quanti giovani laureati ha perso l’Italia

La fuga dei cervelli non si arresta in Italia, anzi, nel 2024 ha raggiunto il suo record. Negli ultimi 10 anni dal Belpaese sono emigrati circa 97mila giovani laureati e solo nel 2024 ne sono usciti ben 24mila.

Resta sempre aggiornato: iscriviti al nostro canale WhatsApp!