Valditara e il caso occupazioni: studenti bocciati "per legge"?
Sul caso occupazioni a scuola, il ministro dell'Istruzione e del Merito Valditara ha proposto di bocciare chi occupa, provocando reazioni di protesta
“Credo che studenti di questo tipo non possano essere promossi all’anno successivo”. Queste le parole del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara in visita liceo Severi-Correnti di Milano, in cui si contano 70mila euro di danni dopo l’occupazione della scuola.
Di diverso avviso l’opposizione. “La logica esclusivamente punitiva non può far parte della scuola – ha dichiarato la deputata del Pd Ilenia Malavasi -. La proposta di Valditara, che tra l’altro mette sullo stesso piano chi occupa e chi danneggia, è irricevibile”.
Caso occupazioni a scuola: la proposta del ministro Valditara
“Stiamo studiando una norma per far sì che chi occupa gli istituti scolastici, se non dimostra di non essere coinvolto nei fatti, risponda civilmente dei danni che sono stati cagionati”, ha affermato lunedì 12 febbraio il ministro Valditara in visita al Severi-Correnti.
L’occupazione del liceo milanese è durata appena tre giorni, dal 30 gennaio al 2 febbraio, ma ne sono scaturiti numerosi danni e il conseguente slittamento dell’attività didattica. Danni che, però, gli organizzatori dell’occupazione hanno attribuito a “vandali esterni alla comunità scolastica”.
“Chi occupa, chi compie un atto illecito, deve rispondere dei danni – ha proseguito il ministro -. Se non si dà un segnale forte da un punto di vista disciplinare, vuol dire che la scuola non risponde in modo serio. Chi fa questi atti di devastazione non ha, a mio avviso, capito il messaggio educativo della scuola”.
“Questa è una mia riflessione personale: credo che studenti di questo tipo non possano essere promossi all’anno successivo”, ha aggiunto Valditara, sottolineando che “sarà comunque l’autonomia delle singole scuole a decidere“.
Il Pd contro Valditara sul caso occupazioni
“Purtroppo per il ministro la risposta sanzionatoria sembra essere l’unica soluzione a ogni problema presente nella scuola. Così davvero non si rende un buon servizio alla crescita del sistema di istruzione del nostro Paese”. Si legge in un comunicato stampa a firma della responsabile nazionale scuola Pd e capogruppo dem in commissione Istruzione alla Camera Irene Manzi.
“La scuola – ha proseguito – è, prima di ogni altra cosa, una comunità educante dove si formano i cittadini di domani e non si può pensare di risolvere ogni problema che si verifica al suo interno introducendo nuovi reati e punendo indiscriminatamente gli studenti, tenuti addirittura all’onere della prova”.
“Questo – ancora Manzi – non significa essere buonisti o troppo permessivi ma, nel riconoscimento che eventuali responsabilità personali vanno sempre accertate e sanzionate se ci sono, rivendicare il ruolo principale della scuola che è quello di formare i cittadini di domani. E ogni eventuale sanzione all’interno della scuola deve avere questo obiettivo educativo davanti”.
“Chi danneggia già oggi viene punito – ha aggiunto la deputata del Partito democratico -: ciò che occorre, valorizzando l’autonomia che caratterizza ogni scuola, è lavorare per ripristinare un clima di dialogo e confronto reciproco, per la serenità della comunità scolastica, senza affidarsi a misure propagandistiche che cavalcano le notizie del giorno”.
“Con la paura e la repressione non si fa crescere un paese e, soprattutto, non si aiutano i ragazzi”, ha commentato l’onorevole dem Ilenia Malavasi, come riportato da ‘Askanews’. “La scuola di Valditara – ha proseguito la democratica – non educa, ma obbliga a dei comportamenti senza sviluppare percorsi di crescita ed educazione dei ragazzi che ora non hanno più neppure il diritto di protestare”.
“Lungi da me giustificare chi compie atti di danneggiamento o violenza – ha concluso Malavasi -, ma ritengo che una scuola fondata solo sulla punizione e la repressione fallisca nella sua missione educativa“.