Salta al contenuto
valditara Fonte foto: ANSA

Valditara vuole chiedere i danni a chi ha occupato i licei

Il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara vuole chiedere il risarcimento danni agli studenti dopo le occupazioni di alcuni licei: il suo annuncio

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Per il il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara “chi rovina una scuola deve pagare per rimetterla in sesto, non devono più pagare i cittadini”. Per questo il ministero vuole costituirsi parte civile nei processi contro gli studenti che hanno occupato a vari licei e istituti di Roma e di Pisa per ottenere il risarcimento dei danni.

Occupazioni: ministero vuole chiedere il risarcimento danni

“I rilevanti danni cagionati nel corso di occupazioni studentesche al liceo Gullace (due milioni di euro), al liceo Virgilio (almeno 60mila euro), entrambi di Roma, e, da ultimo, la devastazione degli istituti Pacinotti e Da Vinci di Pisa sono inaccettabili”, ha dichiarato il ministro Giuseppe Valditara.

E ha annunciato: “Il ministero chiederà di potersi costituire parte civile nei processi penali a carico dei responsabili per ottenere il risarcimento dei danni. Chi rovina una scuola deve pagare per rimetterla in sesto, non devono più pagare i cittadini”.

Secondo il responsabile dell’Istruzione “siamo davanti ad atti di mero teppismo, che nulla hanno a che vedere con la libera espressione delle opinioni e del dissenso e che compromettono anche il diritto di tutti gli altri studenti di poter studiare nella loro scuola“.

Il 14 dicembre Valditara aveva postato sui social le foto dello stato dei licei romani Virgilio e Gullace dopo le occupazioni sostenendo, anche in quell’occasione, che “ridurre in queste condizioni una scuola non è lotta politica, è teppismo, a danno degli studenti e dei cittadini. Chi rompe deve pagare“.

Decisione del ministero accolta dai presidi

Una decisione accolta dal sindacato DirigentiScuola, che ha rincarato la dose, chiedendo non solo risarcimenti per i danni materiali, ma anche per il danno all’immagine delle scuole e delle istituzioni. “Andare a scuola è un diritto di tutti, e chi lo impedisce deve risponderne, sia sul piano penale che patrimoniale”, hanno affermato dal sindacato, come riportato da ‘Open’.

“Chi rompe paga – hanno proseguito -. Andare a scuola è un diritto di tutti e chi lo impedisce deve essere chiamato a risponderne, sul piano penale e anche in termini patrimoniali. Stimando in almeno una quindicina di euro il costo giornaliero pro-capite per ogni studente. Tirare le somme è cosa semplice: in una scuola con un migliaio di studenti, ogni giorno di lezione non effettuato pesa sulle casse dello Stato per migliaia di euro, senza contare la lesione dei diritti da interruzione di pubblico servizio (reato penale, ricordiamolo) e i danni materiali su ambienti, arredi e strumenti didattici anche costosi”, hanno concluso da DirigentiScuola.

Le contestazioni degli studenti

Il 15 dicembre, quando erano iniziate a circolare le immagini del liceo Virgilio di Roma dopo l’occupazione, il Collettivo Autorganizzato Virgilio ha pubblicato sui social un documento con la propria versione dei fatti. Gli studenti hanno sottolineato che “sebbene sia sporco in alcune sue parti, le condizioni del plesso non rispecchiano la narrazione tragica che è prevalsa fino ad ora”.

Dal collettivo hanno proseguito: “tutti i corridoi e le classi del primo, secondo e terzo piano sono stati lasciati puliti e in ordine. Il cortile e l’androne dell’entrata, seppur in disordine, non presentano danni. Alcune porte dei bagni che prima dell’occupazione erano rotte ora sono riparate on pannelli si compensato e alcuni puri sono stati ridipinti”.

E hanno concluso: “Lo sdegno collettivo di questi giorni si è concentrato sulle condizioni di alcuni bagni otturati. A tal proposito alcuni studenti hanno ampiamente documentato la condizione già degradata dei nostri servizi igienici nel quotidiano e sinceramente non capiamo l’allarmismo che circonda l’occupazione”.

L’occupazione al liceo Virgilio è iniziata il 29 novembre scorso. Queste le motivazioni riportate in un documento del Collettivo Autorganizzato Virgilio: “Vogliamo, attraverso l’occupazione della nostra scuola, creare quell’ambiente di confronto libero e indipendente che non è più possibile avere al di fuori di questa forma di protesta, per garantire, a chiunque volesse parteciparvi, la possibilità di attraversare un luogo caratterizzato da valori messi sempre più a rischio nel mondo di oggi: antifascismo, transfemminismo, tutela delle minoranze, supporto al popolo palestinese, vera libertà di espressione e il diritto ad una vita dignitosa”.