Valditara e la querela a Lagioia: il ministro cita Kant e Bacone
Il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara ha spiegato la querela allo scrittore Nicola Lagioia citando Kant e Bacone: ecco cosa ha detto
Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha querelato lo scrittore Nicola Lagioia. In un’intervista ha spiegato il perché del suo gesto citando Kant e Bacone. Ecco cosa ha detto.
- Valditara cita Bacone e Kant per spiegare la querela a Lagioia
- Valditara contro Lagioia: perché l'ha querelato
- Se vincerà, Valditara devolverà i soldi ad una scuola
Valditara cita Bacone e Kant per spiegare la querela a Lagioia
“Scriveva Francesco Bacone: ‘calunniate senza timore: qualcosa rimane sempre attaccato’. Ogni persona corretta, e pure il pensiero liberale, distingue nettamente fra la critica politica e l’offesa e l’ingiuria, tanto è vero che qualsiasi ordinamento liberale prevede sanzioni penali e civili contro colui che diffama o ingiuria. Invito a rileggere le chiare parole di Kant sul significato morale del divieto di offendere e le parole altrettanto chiare dell’articolo 10 della Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali a proposito delle sanzioni per chi offende l’altrui reputazione. Dunque, citare in giudizio per offese ricevute è un diritto del cittadino”.
Così il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha spiegato, in un’intervista a ‘La Stampa’, perché ha citato in giudizio Nicola Lagioia, premio Strega nel 2015 ed ex direttore del Salone internazionale del libro di Torino.
Lo scrittore, a marzo, aveva criticato in tv il responsabile della scuola per un suo tweet, definendolo “sgrammaticato“. In quell’occasione aveva detto che “molti (studenti di origine straniera) dimostrerebbero di padroneggiare meglio l’italiano del ministro”, aggiungendo che se sottoposto ad un test di italiano per stranieri, “probabilmente Valditara lo fallirebbe”, mentre “molti di questi studenti lo passerebbero”.
Valditara contro Lagioia: perché l’ha querelato
“Giudicate voi se volete vivere in un paese in cui non si può criticare un potente in questo modo – ha scritto Lagioia sui social -. Il ministro ha dichiarato che siccome il danno che mi chiede è civile e non penale, la libertà d’espressione sarebbe salva. A me invece l’intento intimidatorio sembra chiaro“.
Secondo Giuseppe Valditara, invece, le parole pronunciate da Nicola Lagioia non avrebbero a che fare con “il diritto di critica”, che attiene “ad una “libertà costituzionalmente garantita”, ma con un “insulto”, che rappresenta una “violazione di un principio di rispetto della persona, altrettanto costituzionalmente garantito”.
Lo scrittore, ha proseguito il ministro, “non si è limitato a sostenere che il tweet era sgrammaticato”, ma “che io proprio non conoscerei la lingua italiana”. E questa, a suo avviso, è “una offesa del tutto gratuita” e per di più “falsa”.
Se vincerà, Valditara devolverà i soldi ad una scuola
Il ministro dell’Istruzione ha spiegato che, in prima battuta, aveva offerto a Lagioia “una mediazione civile” dove gli sarebbero “bastate le sue scuse”. Ma in quella sede lo scrittore “non si è presentato”, dichiarando di “non aver ricevuto la comunicazione”. Dagli atti però risulterebbe, questa la posizione di Valditara, che “la raccomandata è stata regolarmente spedita al suo indirizzo”.
Così ha deciso di procedere ad una “causa civile con una richiesta di risarcimento, peraltro assai modesta, di 20 mila euro”, ha affermato il ministro.
Valditara ha aggiunto che, in caso di vittoria, devolverà il denaro “a qualche scuola che fa programmi di recupero per giovani immigrati che non conoscono la nostra lingua“.