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Cognetti Fonte foto: ANSA

Perché in Italia stiamo tornando ignoranti: l'allarme di Cognetti

Perché in Italia "stiamo tornando ignoranti" secondo Paolo Cognetti, vincitore del Premio Strega con 'Le otto montagne': l'allarme dello scrittore

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

In Italia “stiamo tornando ignoranti”. È questo l’allarme lanciato da Paolo Cognetti, vincitore del Premio Strega nel 2017 con ‘Le otto montagne’, romanzo dal quale è stato tratto l’omonimo film interpretato da Luca Marinelli e Alessandro Borghi. Anche la pellicola si è aggiudicata degli importanti riconoscimenti: il Premio della giuria al Festival di Cannes e ben quattro David di Donatello, tra cui quello per il miglior film. Ecco cosa ha detto lo scrittore sull’Italia e la cultura.

Perché in Italia stiamo tornando ignoranti (per Cognetti)

Paolo Cognetti ha trascorso due settimane nel reparto di psichiatria dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano. Il premio Strega è stato ricoverato a causa di una “grave depressione”. Lo scrittore si è raccontato in una lunga intervista a ‘La Repubblica’ all’indomani delle sue dimissioni.

Cognetti ha spiegato che i suoi problemi sono iniziati in seguito al successo ottenuto con il suo libro ‘Le otto montagne’. “Per imparare quasi a scrivere ho impiegato quarant’anni. Dopo il successo con ‘Le otto montagne’, una storia urgente e necessaria, mi sono chiesto: ‘E adesso cosa faccio?’ Non ho trovato una risposta convincente. Forse ho temuto che il mio massimo editoriale, con il Premio Strega, fosse stato toccato: la popolarità è spietata e ha un prezzo significativo”.

Oltre a ripercorrere la sua vicenda personale, lo scrittore ha lanciato un allarme sulla cultura in Italia. A suo avviso il nostro è un Paese “sempre meno colto“. E ha spiegato: “Stiamo tornando ignoranti perché la cultura è stata appaltata alla televisione. L’Italia colta viene rapidamente risucchiata nell’equivoco di un reality“.

Cognetti e il caso Valditara – Lagioia

Nell’intervista, Paolo Cognetti ha anche commentato il caso Valditara – Lagioia. Il ministro dell’Istruzione e del Merito, infatti, ha querelato Nicola Lagioia per diffamazione.

Le dichiarazioni dello scrittore finite sotto accusa risalgono a marzo scorso, e sono state pronunciate durante una puntata di ‘Chesarà’, il programma di Rai 3 condotto da Serena Bortone. In quell’occasione Lagioia aveva definito “completamente sgrammaticato” un tweet di Valditara riguardante gli studenti di origine straniera, che in quei giorni era stato molto commentato anche sui social. E aveva aggiunto che, se sottoposto ad un test di italiano per stranieri, “probabilmente Valditara lo fallirebbe”, mentre “molti di questi studenti lo passerebbero”.

La querela del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è “un calibrato atto di intimidazione“, ha affermato Cognetti. È “un segnale per tutti”, perché così facendo “il Governo dice agli italiani di stare molto attenti a come si esprimono”.

Facendo causa a Nicola Lagioia, il ministro Valditara “stabilisce che la critica al potere è un lusso riservato ai pochi che possono permettersi di rispondere di un reato in tribunale – ha spiegato -. La libertà di parlare torna a essere un costo e un ministro parte in vantaggio”.

Paolo Cognetti ha proseguito: “Per fortuna l’istruzione in Italia è nelle mani degli insegnanti, ridotti a essere i missionari della civiltà. La cultura allo stesso modo è fortunatamente affidata all’intelligenza di studiosi e artisti”. E ha concluso: “La sostanza c’è e resiste: i ministri senza qualità, scaduto il mandato, vengono dimenticati”.