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Il Risorgimento italiano: Garibaldi e la spedizione dei Mille

Andrea Bosio

Andrea Bosio

INSEGNANTE DI FILOSOFIA E STORIA

Nato a Genova, è cresciuto a Savona. Si è laureato in Scienze storiche presso l’Università di Genova, occupandosi di storia della comunicazione scientifica e di storia della Chiesa. È dottorando presso la Facoltà valdese di teologia. Per Effatà editrice, ha pubblicato il volume Giovani Minzoni terra incognita.

Giuseppe Garibaldi è uomo poliedrico, grande combattente per la libertà, idealista e disinteressato al denaro. Insieme a Cavour, Vittorio Emanuele II e Mazzini rappresenta il meglio del Risorgimento.

In età matura si contraddistingue sia sui campi di battaglia, sia nei vari Parlamenti in cui è eletto durante la sua avventurosa vita, per la sua adesione entusiastica agli ideali repubblicani e alle lotte di liberazione dei popoli oppressi in qualunque parte del mondo.

Non abilissimo come uomo di governo, lo è invece come generale e condottiero, tanto di eserciti regolari quanto di corpi di volontari. Unanime il giudizio sulla sua rettitudine e onestà, riconosciuta persino dai nemici e dagli avversari: dovunque ha sempre combattuto per gli ideali di libertà e giustizia cosmopolitica, e mai per denaro. Combatte e vince moltissime battaglie per la libertà in tutto il mondo, fino a meritarsi il soprannome di “Eroe dei due mondi“.

Garibaldi: l’Eroe dei due mondi

Nato a Nizza nel 1807, Garibaldi inizia la sua avventurosa vita come marinaio, dove si fa valere e apprezzare per le sue doti. Nato italiano, seppur suddito napoleonico (come Cavour), Garibaldi in gioventù si guadagna da vivere come marinaio, commerciante, precettore privato e operaio.

Dopo il fallimento dei moti di Genova nel 1834, colpito da una condanna a morte, fugge in Brasile. In Sud America si fa notare e progressivamente costruisce la sua meritata fama di combattente idealista e capace, sia per terra, sia per mare: prima di divenire l’eroe indiscusso della liberazione e dell’unità d’Italia, Garibaldi è infatti già famosissimo oltreoceano, grazie alle imprese compiute in svariati Paesi sudamericani, sempre in guerre di liberazione del popolo contro gli oppressori. Questo impegno continuo e coerente fa di Garibaldi un eroe cosmopolita, meritandogli l’appellativo di Eroe dei due mondi.

Il suo nome, tuttavia, è indissolubilmente legato al Risorgimento italiano di cui è indiscusso protagonista. Celeberrima è l’impresa dei Mille con cui, dopo lo sbarco a Marsala, libera il Sud Italia dai Borboni e lo consegna nelle mani del re Vittorio Emanuele II. Nella terza guerra d’Indipendenza, 1866, Garibaldi è ancora protagonista ma, dopo aver messo in difficoltà gli austriaci, il re gli impedisce di prendere la città di Trento. Garibaldi risponde con il famosissimo e laconico telegramma: “Obbedisco”((Dispaccio del 9 agosto 1866, risposta all’ordine del generale La Marmora di ritirarsi dal Tirolo).

Nel 1870-71 presta la sua spada alla Repubblica francese, durante la guerra franco-prussiana, dopo di che si ritira a Caprera, dove muore nel 1882.

La spedizione dei Mille

La Spedizione dei Mille rappresenta uno dei momenti più emblematici e decisivi del Risorgimento italiano, il processo che portò all’unificazione della penisola sotto la guida del Regno di Sardegna. Questa audace impresa militare fu guidata da Giuseppe Garibaldi, una figura leggendaria del Risorgimento, noto per il suo carisma e la sua abilità di guida. Partiti tra il 5 e il 6 maggio 1860 da Quarto, vicino a Genova, i circa mille volontari guidati da Garibaldi sbarcano qualche giorno dopo in Sicilia per dare il via alla liberazione dell’Italia del Sud dal regime dei Borboni.

Nonostante fossero notevolmente inferiori in numero rispetto alle forze borboniche, i Mille riuscirono a sfruttare l’elemento sorpresa e il sostegno popolare per ottenere una serie di vittorie significative. La loro campagna iniziò con lo sbarco a Marsala e proseguì con la conquista di Palermo e poi di tutta la Sicilia. Successivamente, Garibaldi attraversò lo stretto di Messina, estendendo la sua campagna al continente, dove continuò a raccogliere successi.

La spedizione culminò con l’incontro di Teano, dove Garibaldi incontrò Vittorio Emanuele II di Savoia, a cui consegnò simbolicamente i territori conquistati, pronunciando le famose parole “Io obbedisco”. Questo gesto sancì l’unificazione dell’Italia meridionale con il Regno di Sardegna, che poco dopo sarebbe diventato il Regno d’Italia.

La Spedizione dei Mille non fu solo un’impresa militare; fu anche un evento di grande significato simbolico che incarnava gli ideali di libertà e unità nazionale. La determinazione e l’eroismo di Garibaldi e dei suoi volontari rimangono una fonte d’ispirazione e un punto di riferimento fondamentale nella storia dell’Italia unita.

Mappa mentale di Garibaldi da stampare

Per stampare la mappa con le informazioni principali su Giuseppe Garibaldi, scarica il pdf in bianco e nero qui:

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