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Giovan Battista Marino: vita e opere dell'autore

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

Giovan Battista Marino è stato uno dei più grandi poeti del Barocco italiano e una figura centrale nello sviluppo della poesia del XVII secolo. Conosciuto per la sua abilità nel manipolare il linguaggio con effetti spettacolari, Marino è stato il creatore di uno stile poetico che avrebbe influenzato la letteratura europea per decenni. Il suo nome è spesso associato al cosiddetto "marinismo", una corrente letteraria che enfatizzava l’uso dell’immaginazione, della meraviglia e di una retorica elaborata.

La biografia di Giovan Battista Marino

Giovan Battista Marino nacque il 14 ottobre 1569 a Napoli in una famiglia benestante. Suo padre era un giurista e sperava che il figlio seguisse le sue orme, ma Marino, fin da giovane, mostrò un interesse più forte per la letteratura che per il diritto. Il giovane Marino studiò presso l’Università di Napoli, ma presto abbandonò la carriera legale per dedicarsi completamente alla poesia.

Marino si inserì rapidamente nell’ambiente culturale napoletano e divenne noto per il suo spirito brillante e la sua abilità di comporre versi che catturavano l’attenzione per la loro originalità e complessità. Tuttavia, la sua vita fu segnata da diverse vicissitudini. Nel 1598, Marino fu arrestato per motivi ancora non del tutto chiari: sembra che fossero coinvolti questioni di denaro e problemi personali. Dopo la sua liberazione, si spostò a Roma, dove entrò a far parte della corte del cardinale Aldobrandini, consolidando la sua reputazione di poeta.

Nel 1600, Marino si trasferì a Torino, dove servì alla corte del duca Carlo Emanuele I di Savoia. Anche qui, la sua vita non fu priva di problemi: fu nuovamente arrestato, questa volta accusato di aver preso parte a una congiura contro il duca. Dopo essere stato liberato grazie all’intervento di potenti amici, Marino lasciò Torino e trascorse alcuni anni in varie città italiane, tra cui Venezia e Firenze, dove fece parte dell’Accademia degli Svogliati, un’importante istituzione culturale dell’epoca.

Negli ultimi anni della sua vita, Marino si trasferì in Francia, dove godette del favore della corte del re Luigi XIII. Qui pubblicò la sua opera più famosa, L’Adone. Marino tornò a Napoli poco prima della sua morte, avvenuta il 25 marzo 1625.

La poesia barocca e l’Accademia degli Svogliati

Il contributo di Giovan Battista Marino alla poesia barocca è fondamentale per comprendere l’evoluzione della letteratura del XVII secolo. Il Barocco fu un movimento artistico e letterario che si sviluppò in Europa a partire dalla fine del XVI secolo, caratterizzato da un gusto per l’eccesso, il movimento e la complessità. In letteratura, il Barocco si tradusse in un linguaggio ricco di figure retoriche, metafore e iperboli, con l’obiettivo di stupire e affascinare il lettore.

Marino divenne il massimo esponente di questa tendenza, elaborando una poetica incentrata sull’idea della meraviglia. Nelle sue opere, l’autore cerca di provocare nel lettore uno stato di stupore attraverso l’uso di immagini sorprendenti e inaspettate, di concetti arditi e di descrizioni sensoriali vivide. Il suo stile, noto come marinismo, venne criticato da alcuni per la sua eccessiva ricercatezza e l’uso di artifici retorici, ma ebbe un’enorme influenza sulla poesia barocca, sia in Italia che all’estero.

Un altro aspetto fondamentale della carriera di Marino fu il suo ruolo all’interno dell’Accademia degli Svogliati di Firenze, una delle tante accademie letterarie nate in Italia nel Seicento. Le accademie erano circoli culturali dove si discutevano questioni letterarie e filosofiche, e si promuoveva l’innovazione artistica. Marino vi partecipò attivamente, contribuendo con le sue teorie poetiche e con la sua produzione letteraria alla creazione di una nuova estetica basata sull’immaginazione e sulla sperimentazione linguistica. Nell’Accademia degli Svogliati, Marino trovò un ambiente favorevole per la diffusione delle sue idee e per la maturazione del suo stile.

Le opere principali di Giovan Battista Marino

Giovan Battista Marino scrisse diverse opere che spaziano dalla poesia amorosa e celebrativa alla poesia sacra, dalla narrativa mitologica alla prosa retorica. Le sue opere furono caratterizzate da una grande varietà tematica, ma tutte condividevano l’obiettivo di affascinare e stupire il lettore attraverso un uso brillante e innovativo del linguaggio. Tra le sue opere principali possiamo citare:

  • La Galeria (1620), una raccolta di poesie celebrative dedicate alle opere d’arte, in cui Marino descrive dipinti e sculture con un linguaggio altamente elaborato e sensoriale, cercando di trasferire l’impatto visivo delle opere d’arte nella dimensione poetica.
  • Il Murto (1619), un poema in cui Marino si cimenta con il tema della guerra, combinando lo stile epico con la sua tipica enfasi sulla meraviglia e sugli effetti retorici.
  • L’Adone (1623), il suo capolavoro, un poema epico in 20 canti che racconta la storia mitologica dell’amore tra Adone e Venere, ricco di descrizioni sensuali e figure retoriche raffinate.

La lira

La lira, pubblicata nel 1602, è una delle opere più rappresentative della prima fase della carriera poetica di Marino. Questa raccolta di poesie comprende vari generi, tra cui sonetti, madrigali e canzoni, e riflette la versatilità dell’autore e la sua abilità nel padroneggiare forme poetiche diverse. Le poesie de La lira sono caratterizzate da un linguaggio ricco di metafore, immagini audaci e una complessa struttura retorica, tipica dello stile barocco.

In questa raccolta, Marino esplora temi come l’amore, la bellezza e la passione, ma sempre attraverso una lente barocca, in cui il principale obiettivo è sorprendere il lettore con immagini inusuali e concetti arditi. La lira divenne molto popolare e contribuì a consolidare la fama di Marino come poeta innovatore.

Dicerie sacre

Dicerie sacre, pubblicata nel 1614, rappresenta un altro importante esempio della produzione poetica di Marino, ma con un’attenzione particolare ai temi religiosi e sacri. In questa opera, il poeta abbandona momentaneamente i temi amorosi e mondani per concentrarsi su una riflessione più elevata e spirituale. Le Dicerie sacre sono discorsi poetici in prosa, in cui Marino tratta argomenti legati alla fede cristiana, alla divina provvidenza e alla redenzione dell’uomo.

Nonostante il cambiamento di tematica, l’approccio barocco di Marino rimane evidente: anche nella poesia sacra, il poeta usa un linguaggio ricco e ornato, volto a esaltare la bellezza del creato e la grandezza di Dio. Dicerie sacre è un’opera che dimostra la capacità di Marino di confrontarsi con temi seri e profondi, senza però rinunciare al suo stile ricercato e alla sua predilezione per la meraviglia.

L’Adone

L’Adone, pubblicato nel 1623, è considerato il capolavoro di Giovan Battista Marino e una delle opere più emblematiche della letteratura barocca. Questo vasto poema epico, composto da oltre 40.000 versi suddivisi in 20 canti, racconta la storia mitologica dell’amore tra Venere, la dea della bellezza, e Adone, il bellissimo giovane mortale. La trama, ispirata a un mito classico, offre a Marino l’occasione per esplorare una vasta gamma di temi, tra cui l’amore, la bellezza, la natura e il desiderio.

L’Adone è caratterizzato da una straordinaria ricchezza di descrizioni sensoriali e da un uso virtuosistico delle figure retoriche. Marino sfrutta il mito di Venere e Adone per costruire un universo poetico lussureggiante, in cui la bellezza fisica e l’amore sensuale sono celebrati in ogni loro aspetto. Tuttavia, il poema non è solo una celebrazione della bellezza: attraverso la storia d’amore tra Venere e Adone, Marino riflette anche sulla fugacità della giovinezza e sull’inevitabilità della morte.

L’Adone fu accolto con grande entusiasmo alla sua pubblicazione e consolidò la fama di Marino come il principale poeta barocco d’Europa. Tuttavia, la sua complessità stilistica e l’enfasi sulla meraviglia lo resero anche oggetto di critiche da parte di alcuni letterati che consideravano il suo stile eccessivamente elaborato.