Elie Wiesel è uno scrittore statunitense di origine romena e di lingua francese, nato Sighetu Marmației il 30 settembre 1928. Inizia presto la sua attività di giornalista, e si dedica in seguito a quella di scrittore. L’artista è di origine ebraica e poliglotta, professore rumeno naturalizzato statunitense, superstite dell’Olocausto.
In tutta la sua carriera l’uomo ha la costante esigenza di raccontare e testimoniare la sua personale e terribile esperienza, ma anche tramandare il patrimonio di tradizioni e di cultura delle comunità ebraiche dell’Europa orientale che, come è noto, sono state sterminate durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1986 vince il premio Nobel per la pace.
Autore di 57 libri, Elie Wiesel scrive La notte, un’opera autobiografica in cui decide di raccontare tutto quello che gli è accaduto nei giorni in cui è stato prigioniero nei campi di concentramento. Lo scrittore è uno dei pochi superstiti di Auschwitz, Buna e Buchenwald; è membro dell’Advisory Board del giornale Algemeiner Journal.
Il Comitato Norvegese dei Premi Nobel, nel momento in cui Elie Wiesel viene insignito del suo Premio Nobel per la Pace (1986), lo definisce “il messaggero per l’umanità”. Un titolo che gli viene conferito per la sua profonda lotta esercitata per venire a patti con quella che è stata la sua terrificante e personale esperienza di totale umiliazione e disprezzo per l’umanità, che ha vissuto nei campi di concentramento di Hitler. Un Premio Nobel meritato grazie al profondo lavoro dell’autore per la causa della pace, egli infatti consegna al mondo un grande e potente messaggio di pace, espiazione e dignità umana.
Il suo libro d’esordio, scritto in yiddish, è Un di velt hot geshvign (E il mondo rimase in silenzio) pubblicato a Buenos Aires nel 1956; grande opera tradotta anche dallo stesso Wiesel in francese col titolo La nuit, scritta principalmente con lo scopo di riuscire a dare testimonianza personale e diretta di quanto accaduto con l’Olocausto. Sono semiautobiografici anche i romanzi L’aube (1960) e Le jour (1961), che vanno a completare una trilogia che parla della violenta esperienza subita, con un interessante focus sul senso di colpa dei sopravvissuti allo sterminio nazista.
Trascorre decenni a raccontare il suo vissuto, per insegnare ai giovani, in università, conferenze e forum di tutto il mondo, il valore del coraggio, della pace e della memoria contro gli orrori dell’Olocausto. L’uomo muore il 2 luglio 2016 a New York, nel suo appartamento di Manhattan, all’età di 87 anni.