Le citazioni di: Emily Dickinson

Emily Dickinson, l’importante poetessa americana

Emily Elizabeth Dickinson, meglio nota semplicemente come Emily Dickinson, è una poetessa americana considerata tra i più grandi lirici moderni. Nasce ad Amherst, nel Massachussetts il 10 dicembre del 1830. Durante l’adolescenza, la giovane segue gli studi, ma non regolarmente, e ha pochi amici.

Alle scuole superiori decide di non professarsi pubblicamente cristiana, come invece previsto dalla moda dei revival religiosi dell’epoca. In realtà, l’interesse poetico dell’autrice nasce proprio in questo periodo avendo come riferimento la lotta di Giacobbe con l’angelo. La religiosità di Emily è particolare e personale e nelle sue liriche, come Apparently with No Surprise, si notano aspetti conflittuali e pessimistici in cui Dio e il male presente nel mondo e nella natura non riescono a essere conciliati.

Emily trascorre la maggior parte della sua vita a casa, con brevi viaggi solo per visitare i parenti di Boston, di Cambridge e del Connecticut. Amante della natura, ha un’ossessione per la morte. Nel 1855 va a Washington e a Philadelphia dove conosce e si innamora del reverendo Charles Wadsworth.

Il sentimento platonico della ragazza nei confronti dell’uomo saranno oggetto di numerosi componimenti di Dickinson. Tornata a casa, inizia a estraniarsi dal mondo anche a causa del peggiorare dei suoi disturbi agorafobici. È inoltre afflitta da una malattia agli occhi e da una forma di epilessia di tipo familiare.

Nel 1957 conosce lo scrittore e filosofo trascendalista Ralph Waldo Emerson e fa amicizia con Samuel Bowles, direttore dello Springfield Daily Republican giornale su cui appariranno, a partire dal 1861, alcune sue poesie. Incontra anche Kate Anton Scott, con la quale, insieme a Bowles, intrattiene un profondo rapporto documentato dalle lettere che Emily è solita scrivere.

In questo periodo, inoltre, la scrittrice inizia a raccogliere segretamente i propri versi in fascicoletti. Nel 1860 redige circa quattrocento liriche e avvia una corrispondenza con il colonnello-scrittore Thomas W. Higginson, a cui si affida per un giudizio letterario. L’uomo resta colpito dal genio della poetessa, ma reputa impubblicabili le sue opere. Emily stessa non sembra intenzionata a dare alle stampe i suoi versi.

Tra il 1864 e il 1865 peggiora la sua tendenza ad autorecludersi e comincia a vestirsi solo di bianco, in segno di purezza o, secondo alcuni, perché i vestiti bianchi venivano usati dagli epilettici per motivi d’igiene. Mantiene una viva corrispondenza con amici ed estimatori, dai quali pretende intensità ed essenzialità e continua a scrivere poesie.

Dal 1971 inizia un periodo segnato dal lutto per la perdita prima del padre e poi dell’amato Bowles. Verso la fine del 1979 Emily s’innamora invece del più anziano Otis Lord, giudice e amico del padre. Il 15 maggio del 1886 la scrittrice, già malata, muore nella sua casa di Amherst. A scoprire i versi nascosti è la sorella Vinnie che incarica Mabel Todd di pubblicarli.

L’edizione critica completa dei componimenti di Dickinson è però del 1955, curata da Thomas H. Johnson, e comprendente 1775 poesie. Sebbene non abbia avuto alcun riconoscimento mentre era in vita, Emily Dickinson è oggi considerata una delle autrici più sensibili e rappresentative della poesia di tutti i tempi.