Jean Maurice Eugène Clément Cocteau nasce il 5 luglio 1889 a Maisons-Lafitte, nell’Île-de-France. È poeta, scrittore, regista e sceneggiatore, un artista eclettico che arriva al successo fin da giovane, tanto da essere considerato un enfant prodige. Ha saputo vivere ed interpretare il suo tempo con lucidità e prolificità, sempre attivo in una carriera durata più di cinquant’anni.
Orfano del padre, suicida nel 1898, è spesso ospite dei nonni materni. Frequenta il liceo Condorcet di Parigi: nel 1907 abbandona gli studi e già nel 1909 pubblica La Lampada di Aladino, il suo primo libro di poesie.
Si appassiona al teatro, alla musica e al balletto e nel 1912 gli viene commissionato il soggetto di un balletto, Le Dieu bleu. Nel 1912 è già famoso nell’ambiente letterario francese, tanto da attirare l’attenzione di Marcel Proust. Conosce grandi artisti come Auguste Rodin, Pablo Picasso, Max Jacob e Amedeo Modigliani. All’inizio degli anni Venti cura diversi soggetti teatrali: dopo la morte a soli vent’anni del compagno Raymond Radiguet, diviene dipendente dall’oppio. Prova più volte a disintossicarsi, ma la sua dipendenza lo accompagna per tutta la vita.
Nel 1928 e nel 1929, Cocteau pubblica due romanzi, Il libro bianco, in cui narra della propria omosessualità, e I ragazzi terribili. Nel 1930 gira il film Le sang d’un poète. Nel 1931 scrive per il teatro La Machine infernale e Le Fantôme de Marseille.
Nel 1935, dopo una crociera nel Mediterraneo, pubblica i Portraits-Souvenir, una raccolta di saggi. Durante la Seconda Guerra Mondiale non pare molto attivo contro il nazifascismo, anche per via di alcune amicizie compromettenti, come quella con Arno Breker, uno scultore tedesco amico di Hitler.
Il secondo dopoguerra è dedicato prevalentemente alla regia cinematografica. Tra il 1946 e il 1949 dirige La bella e la bestia (1946), L’aquila a due teste (1948), I parenti terribili (1948), Orfeo (1949). Quest’ultimo vince il premio della critica al Festival del Cinema di Venezia nel 1950. Nel 1953 Jean Cocteau è presidente di giuria al Festival di Cannes.
Dichiaratamente gay, ha anche brevi relazioni con donne, come l’attrice e modella Natalia Pavlovna Paley, cugina dell’ultimo imperatore russo Nicola II. Muore a causa di un infarto l’11 ottobre 1963, poche ore dopo la morte dell’amica Edith Piaf.