Le citazioni di: Michel de Montaigne

Il filosofo Michel de Montaigne

Michel Eyquem de Montaigne nasce a Bordeaux il 28 febbraio 1533. Scrittore, filosofo e politico, è tra i pensatori più illustri del ‘500. Nasce da una famiglia di mercanti: il nonno è riuscito ad acquisire il titolo nobiliare (Seigneur de Montaigne) grazie all’acquisto di un castello nella regione del Perigord. Inviato a balia in un villaggio molto povero, torna al castello all’età di tre anni.

Gli viene affiancato un precettore tedesco, il quale parla al piccolo Michel esclusivamente in latino. Solo al collegio di Bordeaux, impara in maniera fluente la lingua francese

Dopo gli studi in diritto, a partire dalla metà degli anni Cinquanta del ‘500 Michel ricopre diverse cariche politiche. Per tredici anni è membro del Parlamento di Bordeaux. Si sposa nel 1565 e ha sei figlie, di cui però una sola supera i primi anni di vita. Stringe una forte amicizia con il filosofo Étienne de La Boétie, la cui morte prematura, nel 1563, è un duro colpo per Montaigne. Nel 1570 si ritira a vita privata, dedicandosi alla meditazione e allo studio degli autori classici come Cicerone, Plutarco, Seneca.

Con i Saggi, opera a cui Montaigne dedica diversi anni e pubblica in tre edizioni tra il 1580 e il 1588, analizza la condizione umana nella sua quotidianità. Nel 1580, durante un viaggio in Italia e a Roma, è costretto a subire l’azione della censura da parte della Corte pontifica. I Saggi, infatti, vengono accusati di promuovere l’ateismo, di essere licenziosi ed empi.

L’opera viene ripubblicata successivamente con l’eliminazione di alcuni passaggi controversi, ma nel 1676 la Congregazione dell’indice dei libri proibiti la condanna definitivamente. Anche le autorità calviniste prendono provvedimenti contro i Saggi, che nel 1602 vengono proibiti.

Tra il 1580 e il 1581, Michel effettua un lungo viaggio tra Francia, Germania, Svizzera e Italia. Tiene un diario di questa lunga esperienza, che viene però pubblicato solamente due secoli dopo. Il viaggio di Montaigne si interrompe a seguito della sua nomina a sindaco di Bordeaux. Dopo la scadenza del mandato e a causa di un’epidemia di peste, deve allontanarsi dalla città. Torna al suo castello, dove lavora ad una ennesima versione dei suoi Saggi. Muore nel suo castello di Saint-Michel-de-Montaigne, il 13 settembre 1592.

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