Non ci sono dubbi: la grafia corretta è coltello, con la l. La versione con la r, cortello, non esiste ed è da considerarsi errore. Tuttavia non sembra essere così scontato visto che secondo un’indagine condotta dall’Accademia della Crusca nel 2019 il 15% degli italiani preferisce al termine corretto il vocabolo con una r tra la o e la t.
Perché si sbaglia così tanto? Per questioni fonetiche. Il rotacismo è infatti molto diffuso in Italia. Vediamo di che cosa si tratta. Secondo questo fenomeno linguistico le consonanti alveolari sonore come /n/, /z/, /l/ e /d/ vengono spesso trasformate in /r/. Nonostante il caso più frequente sia il passaggio da /z/ a /r/, anche la sostituzione della /l/ è frequente.
Ciò è accaduto soprattutto nel passaggio dall’italiano al latino, ma è altrettanto visibile in molti dialetti italiani, come alcuni piemontesi, liguri, sardi e toscani ma anche il milanese, il napoletano, il siciliano e, andando più nello specifico, il romano e il reggino. In particolare, nella parlata della capitale e in alcune aree della Toscana è particolarmente diffuso il passaggio da /l/ davanti a consonante, proprio come in coltello.
Per togliersi ogni dubbio, ricordiamo che la parola coltello deriva dal latino cŭltĕllus, a sua volta diminutivo di culter. Come si vede già gli antichi Romani, a differenza di quelli dei giorni nostri, utilizzavano una sola r quando si riferivano allo strumento da taglio, poi impiegato anche con valore figurato in diversi contesti.
Esempio 1: Usa il coltello per togliere la buccia alla mela
Esempio 2: I coltelli da cucina devono essere saltuariamente affilati
Esempio 2: Ieri c’era una nebbia che si tagliava con il coltello
Esempio 3: Lavinia ha il coltello dalla parte del manico, non posso fare nulla in questo momento
Esempio 4: Per erigere un muro stabile conviene mettere i mattoni a coltello
Scopri anche se si scrive salciccia o salsiccia.