Si dice e si scrive inerente al, la forma inerente il non è corretta. Si tratta infatti del participio presente del verbo inerire, il cui significato è che riguarda, che appartiene, che afferisce, che si riferisce e – proprio come per i suoi sinonimi – regge la preposizione a.
Oltre a pensare alle parole che hanno lo stesso valore semantico, per ricordare quale è la giusta preposizione da associare si può far riferimento all’etimologia del verbo. Inerire deriva infatti dal latino inhaerere, composto da in e haerere, che vuol dire essere attaccato. Come si vede, anche quest’ultima espressione richiede la a poiché l’accezione è quella di essere unito e connesso a qualcosa.
Al di là della giusta parte del discorso con valore sintattico da abbinare, altra possibile causa di errore è la tendenza a non utilizzare alcuna preposizione e a trattare il verbo come transitivo. Tale propensione deriva forse dal fatto che numerosi altri vocaboli usati nel linguaggio burocratico si comportano esattamente in questo modo. È il caso ad esempio di implicante e facente, che richiedono sempre un complemento diretto.
Ciononostante è bene ricordare che per non incorrere in errori bisogna sempre associare il verbo inerire alla preposizione a. Vediamo allora come inserire il termine in diversi contesti al fine di fissare meglio il concetto e la giusta grafia.
Esempio 1: Questa offerta lavorativa è inerente alla sua posizione professionale
Esempio 2: Gli obblighi che ha appena letto sono inerenti al decreto legge proposto in Parlamento
Esempio 3: Questo argomento è inerente al tema che ha scelto di approfondire nella sua ricerca di dottorato