Per non sbagliare si deve sempre utilizzare la parola roba, scritta e pronunciata con una sola b. La versione con doppia b, robba, è da considerarsi sempre errore: nell’italiano contemporaneo il termine robba non esiste, e infatti non compare in nessun dizionario.
Nonostante questa seconda versione fosse anticamente accettata e sia tutt’oggi utilizzata nel parlato per l’influenza di alcuni dialetti – soprattutto del centro-sud dove il fenomeno del raddoppiamento fonetico è più comune -, non deve essere mai impiegata in testi manoscritti o stampati.
In questo caso, infatti, l’uso scorretto che se ne fa soprattutto nella lingua orale non si è imposto e la sanzione sociale non ha permesso l’affermazione della doppia bilabiale anche nello scritto. Visto che si tratta di una parola usata in diverse situazioni e con molteplici significati, essendo molto generica, conviene imparare a scriverla correttamente.
Vediamola quindi contestualizzata in vari esempi, anche per capire come la sua accezione originale – deriva dal germanico roub, raup, che voleva dire bottino – si è evoluta nel tempo.
Esempio 1: Non desiderare la roba d’altri (qualsiasi cosa materiale che si possiede)
Esempio 2: La casa, i gioielli, le auto, i terreni: è tutta roba sua (complesso di ciò che si possiede, dei propri beni, mobili e immobili)
Esempio 3: L’armadio di Anna è pieno di roba vecchia (vestiti, indumenti)
Esempio 4: Quel negozio vende solo roba di qualità (merce)
Esempio 5: Era un tossico ed era sempre alla ricerca di roba da comprare (droga)
Esempio 6: In cassaforte ha solo roba di valore (gioielli)
Esempio 7: Il frigorifero è pieno di roba da mangiare: non lasciatela scadere (alimenti)
Esempio 8: Hai fatto un gran pasticcio! Che roba è questa? È tutto sporco e in disordine (azione)
Esempio 9: Aveva detto un sacco di roba, tanto che mi ero perso e avevo smesso di seguirlo (discorso)
Esempio 10: Hanno rubato fino all’ultimo centesimo, roba da matti! (locuzione esclamativa)
Scopri anche se si scrive vabbene o va bene e apparte tutto o a parte tutto.