La grafia corretta della parola è conoscenza. In genere tutti i vocaboli che contendono la sillaba -sce-, infatti, si scrivono senza la i tra la c e la e. Lo si vede in termini come adolescenza, obsolescenza, convalescenza…
Le uniche eccezioni a questa regola sono le parole scienza e coscienza e i loro derivati quali scientifico, sciente, scienziato, incosciente, coscienzioso… Tra i casi particolari bisogna anche ricordare il plurale di scia, ossia scie – perché la i è accentata e pertanto non può cadere – e usciere, che mantiene la i come altre parole che terminano in –ciere – ad esempio arciere -, –ciera – coad esempiome pasticciera –, –ciente – ad esempio sufficiente – e –giera – ad esempio formaggiera.
Visto che conoscenza non rientra tra le eccezioni sopra citate va da sé che la grafia corretta segue la regola: nessuna i tra la particella -sc- e la vocale che segue, la e. Per approfondire la ragione linguistica per cui conoscenza si scrive senza la i è necessario rivolgersi all’etimologia. Il vocabolo tardo-latino era infatti cognoscèntiam, dal verbo cognoscere. Da secoli, dunque, non compare alcuna i tra la sequenza consonantica -sc- e la e contenute nel termine conoscenza.