In riquadro giallo scritta “Si scrive sufficente o sufficiente? Scopri come si scrive...” su sfondo beige; in alto a sinistra una mano disegnata che stringe una matita
Come Si Scrive

Si scrive sufficente o sufficiente?

Elena Arneodo

Elena Arneodo

ESPERTA DI LIBRI

Traduttrice e autrice, editor e copywriter per case editrici, magazine e siti web, specializzata in viaggi e food. Da sempre appassionata di libri di vario genere, dai romanzi della letteratura classica ai best seller, dagli albi illustrati per bambini ai graphic novel, fino ai ricettari e ai fotografici.

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La grafia corretta è sufficiente, con la i tra la c e la e. È invece da considerarsi sempre errore sufficente. All’apparenza la i non sembra essere necessaria: nella pronuncia non viene rimarcata e non serve nemmeno a trasformare il suono duro della c – quello comunemente usato quando la consonante è seguita da a, o, u – in suono dolce, poiché dopo la c verrebbe la e, che in questo caso ricopre esattamente la stessa funzione della i.

Come spesso accade nella lingua italiana la spiegazione deve essere ricercata nella derivazione latina e nel prestigio della forma usata dagli antichi Romani: per indicare qualcosa di adeguato e proporzionato a una necessità o a uno scopo i nostri antenati usavano il lemma sufficientem, con una i inserita tra la c e la e.

Casi simili a quello di sufficiente in cui la i viene scritta ma non pronunciata sono i termini che finiscono in -giera, -ciere/a, -cienza e -ciente.

Esempio 1: La formaggiera che ho visto da Cristina aveva un design originale

Esempio 2: L’arciere della squadra avversaria ha una mira incredibile

Esempio 3: La panciera ha una funzione di contenimento utile in determinati casi

Esempio 4: Parla sempre con un tono di sufficienza molto fastidioso

Esempio 4: Credo lo licenzieranno perché è ormai troppo inefficiente

Ma anche efficienza, deficiente, beneficienza e così via.

Esistono inoltre altri contesti in cui la i rimane, questa volta in quanto residuo di un’antica pronuncia. Succede ad esempio in ciecamente e cielo – dove la i ha anche la funzione di differenziare il vocabolo dalla forma celo, ossia nascondo.

La i segue un comportamento analogo anche nei plurali delle parole in -cia e -gia non accentate precedute da vocali, come valigie e ciliegie, mentre la i superflua non si trova praticamente mai in una sillaba su cui non cade l’accento, fatta eccezione per scie (plurale di scia), scienza, coscienza, usciere e derivati.

Insomma, pur essendo una forma che sta lentamente scomparendo, esistono ancora diversi casi in cui la i preceduta da c, g o sc e seguita da e deve essere scritta, esattamente come succede in sufficiente.