Scritta centrata “Si scrive efficenza o efficienza? Scopri come si scrive...” su sfondo azzurro chiaro; in alto penna stilografica stilizzata
Come Si Scrive

Si scrive efficenza o efficienza?

Elena Arneodo

Elena Arneodo

ESPERTA DI LIBRI

Traduttrice e autrice, editor e copywriter per case editrici, magazine e siti web, specializzata in viaggi e food. Da sempre appassionata di libri di vario genere, dai romanzi della letteratura classica ai best seller, dagli albi illustrati per bambini ai graphic novel, fino ai ricettari e ai fotografici.

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La grafia corretta è efficienza, con la i tra la c e la e. Tuttavia, dopo la c basterebbe la e ad addolcire il suono duro della consonante velare e di fatto nella lingua parlata la i non viene pronunciata. Allora perché il modo giusto di scrivere è efficienza e non efficenza?

Come spesso accade in italiano bisogna risalire alle origini del termine e vedere come veniva scritto in latino. Gli antichi Romani utilizzavano infatti il vocabolo efficientia, con il significato di capacità, potenza, efficacia. Di qui la presenza di una i apparentemente superflua anche nella lingua contemporanea.

Il caso di efficienza non è il solo. Esistono numerose altre parole che terminano in -cienza che vogliono la i – come ad esempio beneficienza, sufficienza e deficienza – così come i rispettivi derivati in -ciente – quali beneficiente, sufficiente e deficiente – o i vocaboli che finiscono in -giera e -ciere/a – tipo formaggiera e arciere.

A volte, invece, la i rimane in quanto residuo di una pronuncia antica. Lo vediamo in ciecamente e cielo – caso in cui, tra l’altro, la i marca graficamente la differenza con la prima persona singolare dell’indicativo presente del verbo celare, celo.

Il comportamento della i superflua è lo stesso pure nelle forme plurali di termini che finiscono in vocale seguita da -cia e -gia, quando queste particelle non sono accentate; i casi più noti sono senza dubbio quelli di valigie e ciliegie; tuttavia la stessa regola non vale quando i gruppi -cia e -gia sono preceduti da una consonante, tipo in piogge o borracce.

Per concludere, la presenza apparentemente inutile della vocale i tra c o g e la vocale e continua ad esserci in numerose parole della lingua italiana e non esiste una norma univoca che ci dica quando è necessaria e quando no. Bisogna fissare i singoli casi e imparare a scrivere in modo corretto le diverse parole. Non resta quindi che memorizzare la giusta grafia di efficienza e derivati.