irrequieto, che si lascia cogliere facilmente dall'irritazione, dal turbamento o da un nervoso stupore
Le vicine, tutte alle finestre, alle porte delle case e delle botteghe, su la via, stranite di veder là un ufficiale del Re (Luigi Capuana, La vecchina, Si conta e si racconta...)
detto di ciò o di chi ha un'aria (o un'atmosfera, quando ci si riferisce ad esempio a opere letterarie o cinematografiche) vagamente stralunata o bizzarramente strapazzata per un senso di smarrimento, spaesamento, torpida confusione o inebetimento
Tu forse farai la faccia stranita a questo esordio un po melodrammatico'' (Antonio Gramsci, Lettere dal carcere)
Luccello si arrampicava alla stecca della gabbia, si avvolgeva attorno ad essa, quasi facesse la ginnastica, tenendosi penzoloni. / Pareva un po' stranito di trovarsi in un posto nuovo; mandava rauchi stridi.'' (Luigi Capuana, Gli americani di Rabbato)