Quante volte abbiamo detto nella vita che “I soldi non danno la felicità“? Questo proverbio è talmente popolare da essere stato ripreso da molti autori ed essere presenti in un numero davvero incalcolabile di opere, dai film alle serie tv, passando per libri e canzoni. Si attribuisce generalmente a uno degli scrittori più famosi dell’Illuminismo, anche se probabilmente la sua origine è molto più antica e volgare, lontana dai salotti intellettuali della Francia del XVIII secolo.
Spiegazione del proverbio
Tendiamo a pensare che più denaro equivalga a maggiore soddisfazione nella vita. Così siamo alla continua ricerca di un lavoro più remunerativo e speriamo di indovinare i numeri vincenti della lotteria. Già da secoli però è noto che i soldi non sempre sono in grado di comprare la felicità.
Se è vero infatti che possono togliere degli sfizi o aiutare a esaudire alcuni desideri, infatti, i contanti non possono certo comprare cose immateriali e di gran valore, come la salute, l’amore o l’amicizia. Per questo la saggezza popolare si scaglia molto di frequente contro i beni materiali e in particolare contro chi li vive come una priorità.
La verità dietro questo proverbio
Tanti autori, nel corso degli anni, hanno sottolineato che, se è vero che “I soldi non danno la felicità”, è anche vero che possono aiutare a vivere meglio, viaggiare, avere un tenore di vita più alto e quindi più soddisfacente. E che forse questo proverbio è nato solo dall’invidia di chi non può permettersi molto e deve necessariamente accontentarsi di quel poco che possiede.
Eppure addirittura la scienza sembrerebbe confermare questo detto. Il paradosso della felicità che porta il nome dell’economista Richard Easterlin e teorizzato negli anni ’70, spiega infatti come al variare del reddito e della ricchezza non aumenta la felicità del consumatore.
Le spiegazioni sono molteplici, e altrettante le critiche dei colleghi. Che fanno leva in particolare sulla non razionalità del soggetto economico, che non sempre è capace di perseguire il proprio benessere, e quindi spendere al meglio il proprio denaro per raggiungere la soddisfazione personale. Ma ciò non cambia il succo della questione. E cioè che, alla fine dei giochi, i soldi non danno la felicità, a prescindere dai motivi che ci sono dietro.
Altri proverbi simili
Una famosa telenovela messicana, diventata famosa tra gli anni ’70 e ’80 in tutta Italia, sebbene trasmessa da televisioni locali, era intitolata “Anche i ricchi piangono“. E sono tanti i detti che usano formule simili, per spiegare che non è vero che chi ha molti soldi conduce una vita senza pensieri negativi.
Infatti “I quattrini non hanno gambe ma corrono“, oggi ci sono e domani no. E proprio per la loro volatilità non possono garantire molto, se non soddisfazioni temporanee. Ma è vero anche che “A Roma, Dio non è trino, ma è quattrino“, e che viviamo in una società fortemente attaccata al denaro. D’altronde “Senza denari non si canta messa“: senza soldi difficilmente è possibile realizzare i propri progetti.
Significato
Avere molto denaro non equivale a una vita più soddisfacente. Con i soldi infatti non si possono comprare gli affetti, né guarire da malattie incurabili. Viaggi, auto di lusso, ville e tutti gli agi che arrivano con un grosso patrimonio non possono neanche essere equiparati al calore dell'amicizia o dell'amore, o alla felicità sincera di stare bene.
Origine
Il concetto riassumibile in "I soldi non danno la felicità" è stato dibattuto già dalle epoche antiche. Aristotele stesso diceva che "è chiaro che non è la ricchezza il bene da noi cercato. Essa infatti ha valore solo in quanto utile, cioè in funzione di qualcos'altro". Sarebbe stato però Jean-Jacques Rousseau a mettere nero su bianco questa frase in maniera molto simile a come la conosciamo oggi.
Varianti
- Italia: I soldi non fanno la felicità
- Italia: Con il denaro non si compra la felicità
- Regno Unito: Money can't buy happiness