La memoria è uno degli strumenti principali forniti dal nostro cervello. Del tutto impercettibile dal punto di vista sensoriale, ci guida nelle scelte che compiamo grazie alle esperienze accumulate e ben impresse. È il diario che ognuno di noi porta sempre con sé. Questa è la definizione che ne diede Oscar Wilde. Senza di essa saremmo costretti a imparare nuovamente tutto ogni giorno.
Essendo così preziosa, è bene conoscerla a fondo, scoprendone le differenti tipologie e comprendendo in che categoria rientri la propria. Tutto ciò al fine di allenare la memoria, potenziandola. Completata questa lettura non sarete più intelligenti e non avrete di certo scoperto la "formula magica" per raggiungere le vette di una memoria eidetica. Vi ritroverete però ben ancorati al cervello gli strumenti necessari per potenziare e affilare il "potere" più importante di cui siete in possesso.
Perché dimentichiamo
Il passare degli anni ha un impatto tanto sul fisico quanto sulla mente. Iniziare a percepire problemi di memoria fa parte del processo d’invecchiamento. La rapidità di tutto ciò dipende ovviamente dalla propria genetica. Possiamo evitare tutto questo? La risposta è negativa se si ragiona in termini assoluti. Siamo però in grado di contrastarlo e rallentarlo, mantenendo allenata, attiva e "giovane" la propria memoria.
Ecco i principali motivi per i quali si dimentica:
- Mancanza di attenzione – Non possiamo ricordare qualcosa che non abbiamo memorizzato. Non essere concentrati al momento dell’acquisizione delle informazioni è il primo passo per lasciarle sfuggire dalla propria mente;
- Memoria anziana – Il passare degli anni comporta un rallentamento nell’apprendimento di nuove informazioni. Ciò vuol dire che elaborare concetti richiederà un maggiore sforzo;
- Metodo errato – Spesso a scuola si insegna a ripetere un concetto più volte, come degli automi, fino a farlo imprimere nella mente. La sua vita nel nostro cervello è però breve, perché la strategia adottata è sbagliata. Si dovrebbe memorizzare seguendo una logica, che si tratti di eventi storici, formule matematiche o un semplice numero di telefono.
Che tipo di memoria hai
Ogni tipologia di memoria richiede accorgimenti particolari per funzionare al meglio. Tutti dovremmo chiederci in che categoria rientriamo, basandoci sulle esperienze pratiche che abbiamo (soprattutto in ambito scolastico), così da capire come memorizzare in maniera ottimale.
Se la tua memoria è implicita, vuol dire che generalmente sei in grado di apprendere velocemente a svolgere attività meccaniche. In questo caso si dovrebbe accompagnare l’apprendimento a un gesto pratico, che sia schematizzare, disegnare o sottolineare.
Una memoria semantica consente invece di ricordare facilmente date e definizioni. In tal caso sempre meglio fare collegamenti mentali tra i vari argomenti appresi. Una tattica per evitare di ricordare un singolo capitolo, argomento o compito, senza avere una buona visione d’insieme.
La memoria iconica permette di fissare nella mente degli schemi. Se guardando una lunga password del Wi-Fi o un’espressione matematica riuscite a ricordarne almeno la metà, dopo un solo sguardo, rientrate in questa categoria. Il consiglio è quello di comprendere a fondo, interiorizzando le informazioni, perché quell’immagine in testa purtroppo non durerà a lungo senza basi cui attecchire.
Chi vanta una memoria fotografica ha in mente dei veri e propri quadri d’insieme. Che si tratti di formule o lunghi testi, il cervello scatta un’istantanea. Questa svanirà senza esercizio e si consiglia di accompagnare lo studio o il lavoro con differenti colorazioni o grafici, così da stimolare quella capacità innata.
Un tipo particolare di fotografica è la memoria eidetica. Un enorme vantaggio in ambito accademico e professionale. I relativamente pochi soggetti che possono vantare questa dote sono in grado di ricordare i dettagli di oggetti, suoni e immagini visti per pochi secondi.
Abbiamo infine la memoria uditiva che, com’è facile intuire, si basa sui suoni. Potrebbe esservi capitato di ripensare a una persona e non essere perfettamente in grado di ricrearne il viso in mente, avendo però ben chiara la sua voce. In questo caso fare attenzione quando qualcuno spiega corrisponde a più di metà del lavoro. Studenti del genere possono studiare facilmente in classe o, in alternativa, potrebbero leggere un testo e registrarlo per facilitare l’apprendimento.
Mantenere attiva la memoria
L’esercizio ha un effetto sulla memoria, la cui funzionalità risente in maniera benefica di quei piccoli gesti quotidiani utili a mantenerla attiva. È necessario sollecitare l’apprendimento di nuove informazioni giorno dopo giorno.
Gli esercizi da poter compiere sono molto semplici e si intersecano al meglio in quelle che sono le attività di routine di tutti noi. Un ottimo stimolo è dato ad esempio dalla memorizzazione della lista della spesa. Che si legga un libro, un articolo o si ascolti un programma, poi, è utile sforzarsi di imprimere alcune informazioni nella propria mente, per poi trovare modo di rievocarle successivamente con amici o parenti.
Di grande importanza anche l’allenamento della memoria dei luoghi. Quando si passeggia sarebbe consigliabile concentrarsi a volte su ciò che ci circonda, sforzandosi di ripercorrere mentalmente quanto visto fin nei particolari. Sotto quest’aspetto un altro esercizio riguarda il "fissaggio" di alcuni punti di riferimento quando parcheggiamo l’auto o il motorino.
Quasi scontato sottolineare, infine, come leggere, scrivere, divertirsi con giochi di enigmistica, giocare a scacchi o dama e non solo, possa avere un generale effetto benefico sul cervello nella sua totalità.
Nuove ricerche scientifiche: uno sguardo al futuro
Se è vero che la capacità di ricordare va affievolendosi con il passare degli anni, non si esclude la possibilità che questo processo possa essere arginato in futuro. Il 22 agosto 2022 è stato pubblicato su Nature Neuroscience uno studio a dir poco intrigante.
Robert Reinhart, neuroscienziato cognitivo presso l’Università di Boston, ha dimostrato con i propri colleghi come lievi correnti elettriche applicate al cervello di adulti d’età superiore ai 65 anni abbiano portato a miglioramenti della memoria. Un risultato eccellente, durato in alcuni casi fino a un mese.
Dati alla mano, l’evidenza è che stimolando la corteccia prefrontale dorsolaterale con correnti ad alta frequenza si migliora la memoria a lungo termine. Agendo invece sul lobo parietale inferiore con correnti a bassa frequenza si aumenta la memoria di lavoro (a lungo termine ma che consente di immagazzinare informazioni temporaneamente).
Il metodo sfruttato per l’esperimento è assolutamente non invasivo. Sono stati posti degli elettrodi sul cuoio capelluto di 150 persone, con età compresa tra 65 e 88 anni. I partecipanti hanno svolto un compito di memoria: ricordare liste di 20 parole lette ad alta voce. Dopo quattro giorni di protocollo si sono tirate le somme.
Chi ha ricevuto la stimolazione ha visto migliorare la capacità di ricordare le parole di inizio lista, il che dipende dalla memoria a lungo termine. Ottimi risultati anche per le parole poste più avanti nell’elenco, frutto della memoria di lavoro.
La speranza, ad oggi, è quella di riuscire a fornire un’arma per i pazienti affetti dal morbo di Alzheimer. L’esperimento ha infatti sottolineato come i soggetti con una scarsa funzione cognitiva abbiano ottenuto i maggiori benefici.
Allenare la memoria: esercizi quotidiani
Mettere costantemente alla prova la propria mente è fondamentale per aiutarla a espandersi, il che migliora di conseguenza anche la memoria. Ciò si traduce in regolari "mental workouts", come vengono descritti sulle riviste di settore.
Trattiamo il nostro cervello come un muscolo e alleniamolo in maniera costante. Anche solo 15 minuti al giorno possono iniziare a fare la differenza, a patto che ci si impegni in un percorso progressivo sul lungo periodo.
Tutto ciò può essere divertente, optando per uno o più dei tantissimi giochi per la memoria presenti in rete. È un modo semplice e pratico per stimolare la memoria di lavoro, quella a breve termine e, al tempo stesso, l’abilità di risolvere problemi. Il tutto in favore di una maggiore elasticità mentale. Per quanto possa sembrare strano, il primo passo per questo tipo di allenamento è dunque il gioco.
Studi dimostrano inoltre come l’esercizio fisico abbia un impatto enorme sulla salute del proprio cervello. Un’attività regolare riduce il rischio di declino cognitivo legato all’età. Un modo intelligente per restar in salute e prevenire la degenerazione della propria mente.
La scelta dello sport è a propria discrezione, ovviamente. Alcune ricerche hanno dimostrato come l’aerobica possa contribuire ad aiutare le persone con sintomi di Alzheimer precoce. Che si tratti di una semplice ma regolare camminata veloce, della vera e propria corsa, hiking, nuoto ballo, sci o altro, restare fermi è parte del problema.
È fondamentale condurre uno stile di vita sano, il che vuol dire anche non privarsi del giusto quantitativo di sonno. Interrompere il ciclo naturale notturno, in maniera costante e su lungo periodo, può condurre in alcuni soggetti a disturbi cognitivi. Si va infatti a mettere un freno a quei processi che il cervello sfrutta per creare ricordi. Per immagazzinarli a lungo termine un adulto dovrebbe dormire almeno 7 ore al giorno.
Chi dice che non si possa aiutare la propria mente anche a tavola. Ricerche dimostrano come una dieta con largo uso di bevande zuccherate può avere un legame con la riduzione del volume cerebrale totale.
La propria dieta andrebbe studiata con attenzione, aggiungendo magari più alimenti naturalmente dolci, come la frutta, invece di cibi e bevande con zuccheri aggiunti e lavorati. La comunità scientifica consiglia inoltre di consumare cioccolato fondente (almeno al 72%). I flavonoidi del cacao aiutano infatti a potenziare le funzioni del cervello.
Di seguito riportiamo infine alcuni esercizi pratici:
- Scrivere con la mano non dominante – La scrittura a mano è un’attività complessa che coinvolge differenti aree del cervello. Mettere alla prova "l’altra mano" stimola svariate attività sinaptiche che normalmente non sfruttiamo. Questo esercizio richiede inoltre una maggiore concentrazione;
- Doccia con gli occhi chiusi – Siamo fin troppo abituati a fare affidamento sulla vista, il senso principalmente legato alla memoria. "Spegnere" questa via per un po’, mentre l’acqua scorre e godiamo di un certo relax, aiuta a concentrarsi su altre aree del cervello. Riconosciamo gli oggetti dal tatto, ne ricordiamo la posizione e attiviamo l’olfatto grazie ai prodotti usati;
- Allena la creatività – Un esercizio molto utile e semplice prevede il ragionare su un’attività comune, come aprire una bottiglia. Dopo aver immaginato il tutto, si dovrà pensare e descrivere altri 10-20 modi differenti per svolgere l’azione. Al di là dei primi esempi pratici giunti alla mente, ci si allontanerà sempre più dalla logica, fino a idee bizzarre come aprirla con la telecinesi. Sembra stupido e la mente registrerà il tutto come inutile e frustrante, all’inizio. Si deve però andare oltre e raggiungere un’area poco usata del cervello, quella in cui si attiva la "sospensione dell’incredulità". Uno stimolo a ragionare senza vincoli solitamente imposti dalla logica;
- Organizzazione – Molti smettono di prendere appunti dopo il percorso scolastico. Si tratta però di un’abitudine salutare, che aiuta a memorizzare eventi, programmi o anche ragionamenti importanti che non vogliamo ci sfuggano. Fissare il tutto su carta aiuta a stimolare la memoria. Mettendo ordine nel nostro quotidiano avremo una migliore organizzazione mentale;
- Scrivere – Siamo spesso alle prese con pensieri in grado di frapporsi tra noi e la nostra capacità di concentrarci. Scrivere è un’attività da cui trarre enorme giovamento. Avere un diario e lasciar spazio alla creatività e al racconto delle proprie giornate aiuta a ricordare meglio e, al tempo stesso, fare chiarezza sui nostri sentimenti.