Affrontare un brutto voto Fonte foto: 123RF
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Come superare un brutto voto: i consigli

Come riuscire a superare un brutto voto: consigli utili per giovani studenti e per genitori

Luca Incoronato

Luca Incoronato

GIORNALISTA PUBBLICISTA E COPYWRITER

Giornalista pubblicista ed esperto Copywriter, amante della scrittura in tutti i suoi aspetti. Curioso per natura, adoro scoprire cose nuove e sperimentarle in prima persona. Non mi fermo mai alle apparenze, così come alla prima risposta, nel lavoro come nella vita.

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Tutti gli studenti, anche i più preparati e diligenti (per alcuni anche una valutazione al di sotto della propria media genera lo stesso sentimento), hanno dovuto fare i conti con un brutto voto. Si tratta di un passaggio quasi obbligatorio, dal momento che ci pone dinanzi a un ostacolo interiore da superare.

Ritrovarsi dinanzi a tale condizione è una lezione di vita importante, dal momento che il mondo reale, al di fuori delle aule scolastiche, può regalare svariate delusioni. Imparare a gestirle tra i banchi, dunque, vuol dire avere dentro di sé un’arma di difesa di gran rilevanza, da sfruttare all’occorrenza in età adulta.

Di seguito ci rivolgeremo tanto agli studenti quanto ai genitori, proponendo una serie di consigli utili per fronteggiare e superare un brutto voto. Iniziamo con il portare tutto sul piano della realtà. Un voto è un numero e tale resta. Non rappresenta un quadro di chi siamo. Non ci identifica. Quando si è a scuola si ha l’impressione che quello sia tutto il nostro mondo, ma non è così. Non lo sarà neanche l’ufficio nel quale si metterà piede un giorno.

Noi siamo molto di più del percorso di studi e del lavoro che svolgiamo. Vediamo, quindi, come lasciarsi alle spalle quel misto di panico, rabbia e demoralizzazione che va crescendo. Come dirlo ai propri genitori e, parlando proprio di questi ultimi, come trovare le giuste parole per rassicurare i propri figli e gettare le basi per ripartire al meglio.

Affrontare un brutto voto

Per quanto possa sembrare sorprendente, la scuola andrebbe affrontata con una certa dose di superficialità. Sia chiaro, lo studio richiede impegno e costanza. Al tempo stesso, però, è importante non consentire alle fasi negative del proprio percorso scolastico di incidere in maniera profonda e lacerante dentro di noi.

Consentire che ciò accada quando si è tra i banchi delle medie o superiori, vuol dire gettare le basi per uno stato d’ansia che ci seguirà all’Università e, in seguito, nel mondo del lavoro. Ogni ramanzina del capo, ogni esame legato a un prof "spaventoso", ci farà chiudere a riccio, sperando che chiudere gli occhi e ignorare il problema possa bastare.

Ricevuto un brutto voto, non vi è modo di cambiarlo. Si può lavorare per migliorare la propria media, per far meglio la prossima volta, ma quel singolo numero resterà lì. Non ha quindi senso disperarsi. La giusta dose di rammarico è positiva per mettere in atto un generale senso di rivalsa, ma è fondamentale mettere una certa distanza tra sé e quell’interrogazione o compito in classe andati male.

Per i giovanissimi è comune sentire un enorme pressione sulle spalle. Come se da quei voti dipendesse tutto, dall’affetto e il rispetto dei propri genitori alla strada che prenderà il proprio futuro. Considerando come di voti ne riceveremo molti nella vita, avere un tale livello d’ansia prima di una verifica, scolastica o lavorativa, e dopo aver scoperto l’esito, è a dir poco deleterio.

Ricevere una brutta valutazione è un test e dimostrare d’essere maturi in questo frangente è una prova da superare soprattutto per se stessi. Riuscirci sarà un ricordo fisso nella mente, al quale fare ricorso quando avremo bisogno della giusta forza mentale per superare altri tipi di delusione. Qual è dunque la dinamica da seguire:

  • Ricevuto un brutto voto, analizziamo il perché e capiamo come fare meglio. Potrebbe essere necessario studiare di più, se siamo consapevoli d’aver affrontare in maniera superficiale la verifica, studiare meglio, se ci siamo eccessivamente distratti durante le ore sui libri, o magari tornare su alcuni concetti base mai compresi del tutto. In questo caso chiedere aiuto può essere la soluzione;
  • Dirlo ai genitori è un passaggio chiave. Dimostra infatti maturità. Abbiamo accettato il voto, siamo certi di poter fare meglio e abbiamo la forza mentale di affrontare il discorso con mamma e papà;
  • Recuperare un brutto voto è meno difficile di ciò che possa sembrare. Mostrare impegno è molto importante per sé, i propri genitori e gli insegnanti. Da solo basta a far guadagnare un punto in più. Ciò che conta è non immaginare il professore come un ostacolo insormontabile o un nemico da fronteggiare. La superficialità di cui sopra, serve anche in questo caso.

Recuperare un brutto voto

Assimilato il voto ricevuto, è importante analizzare quanto successo, senza disperarsi. Occorre essere oggettivi, operando un’auto valutazione. In qualche modo ci si ritrova a combattere un po’ la propria mente, che tenta in un primo frangente di tutelarci, ignorando la nostra dose di colpa.

Possibile ci siamo preparati poco, così come che sia stato chiesto all’interrogazione proprio quel capitolo che abbiamo ignorato o non concluso per mancanza di tempo. Le possibilità per un brutto voto sono tante e, a seconda dei casi, occorre ragionare su ciò che è accaduto in maniera serena.

Capito cos’è andato storto, si può tornare a studiare e fare meglio. La scuola ci insegna a imparare dai propri errori. Questo consente di crescere e avere strumenti d’analisi da attuare nel mondo reale. Vediamo, quindi, i punti da seguire per recuperare una valutazione negativa:

  • Reazione: non prenderla mai sul personale. Potrebbe anche esserci un trascorso con il professore di turno, ma intraprendere questa strada d’odio profondo nei confronti di un soggetto che si sarà costretti a fronteggiare ogni giorno non ha senso. Meglio concentrarsi su di sé, senza dare tanto potere a un’altra persona sul proprio stato d’animo. Non disperarsi è cruciale, anche perché le cose non sono affatto così drammatiche come la mente di un giovane studente possa suggerire;
  • Sfogo: per quanto possa sembrare sorprendente, la prima cosa da fare dopo un brutto voto non è studiare. Occorre calmarsi, non mortificarsi soprattutto, considerando il tutto come un piccolo ostacolo. Si tratta di un numero e nient’altro. Quel senso d’amaro però resta, almeno in parte, e lo si cancella concedendosi del tempo libero. Lo sport aiuta a distrarre la mente e sentirsi bene nel proprio corpo ci rende più attivi, energici e concentrati. Preferibile che le ore in questione siano spese all’aperto o in compagnia di amici, e non dinanzi a uno schermo, per quanto vi sia una community online con la quale sfogarsi. Ci sarà tempo per la Playstation o l’Xbox;
  • Comprensione: come detto, l’analisi interiore è cruciale. Senza fare drammi, ragioniamo su cosa sia andato storto e, di conseguenza, su cosa fare per migliorare. Si può aumentare l’impegno, migliorare l’ambiente in cui si studia per evitare eccessive distrazioni (evitare però ambienti del tutto vacanti e noiosi), darsi delle tabelle di marcia per organizzarsi al meglio in vista di compiti in classe o interrogazioni e, non di secondaria importanza ovviamente, parlare con il professore in questione. Dicevamo che non va visto come un nemico, anzi. Le sue parole potrebbero chiarire dubbi e incertezze.

Brutto voto a scuola: consigli per i genitori

Uno dei compiti più importanti dei genitori, in relazione al percorso scolastico dei propri figli, è quello di non creare un ambiente ostile in casa. Far pesare le proprie aspettative ma soprattutto ansie sui propri ragazzi è dir poco deleterio.

Capita, a volte, che i genitori vivano male il rapporto a distanza con i professori, e in generale l’autorità scolastica, il che li spinge a volere sempre il massimo per evitare "figuracce" durante i colloqui. Un discorso decisamente egoistico, che non tiene in considerazione il bene del giovane.

In altri casi, invece, si pone una pressione eccessiva, desiderando vedere i propri figli eccellere costantemente. Ciò crea un clima generalmente sereno, quando i voti rispettano una certa media. I ragazzi si sentono lodati e in grado di fare qualsiasi cosa. Al primo ostacolo, però, vedono il proprio mondo crollare. Può bastare anche un voto al di sotto della media, non necessariamente negativo, per distruggere quella fiducia in se stessi costruita dalle perenni lodi di mamma e papà.

Occorre equilibrio ed essere i primi, in qualità di adulti, a considerare un numero basso per ciò che è, ovvero qualcosa di irrilevante sul lungo percorso. Un ambiente domestico sereno consentirà ai figli di parlare apertamente di ciò che è accaduto, così da affrontare la questione insieme, rassicurandoli e pensando a come fare meglio.

I ragazzi, tra elementari, medie e liceo, non dovrebbero essere lasciati soli. Un crescente senso di responsabilità e autonomia va fatto crescere in loro ma, soprattutto quando ancora piccoli, è importante che sappiano d’essere in parte seguiti. In questo modo si avrà il polso della situazione, intravedendo eventuali segnali di disagio e intervenendo per tempo.

Nessuno conosce i propri ragazzi come i genitori, il che ci porta ad affrontare una situazione molto comune: perché i ragazzi studiosi prendono brutti voti? Nonostante le ore trascorse sui libri, di cui mamma e papà sono testimoni, sono giunte alcune valutazioni negative. Ciò richiede un’analisi più approfondita, tentando di capire senza giudicare. La noia potrebbe giocare un ruolo cruciale, così come un basso livello d’autostima o problematiche sociali. L’ansia è il grande male delle ultime generazioni, a partire dai Millennials fino a Gen Z e Gen Alpha.

In questo misto di sentimenti contrastanti, occorre trovare il giusto equilibrio tra quell’autonomia di cui hanno bisogno e la guida che non può mai mancare. Dopo aver tranquillizzato in seguito al brutto voto, quindi, prendiamoci del tempo per parlare, con tono sereno, senza accettare un "va tutto bene", detto in maniera automatica, come risposta esaustiva.