Salta al contenuto
Insegnanti donna Fonte foto: iStock

8 marzo, più dell'80% degli insegnanti in Italia è donna: i dati

L'8 marzo, nella Giornata Internazionale della Donna, si parla di una delle professioni più svolte dalle donne in Italia, cioè l'insegnante: i dati

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Nella Giornata internazionale della donna, che si celebra l’8 marzo, non si può non parlare di uno dei mestieri più svolti dalle donne in Italia: l’insegnante. I dati del ministero dell’Istruzione e del Merito mostrano, infatti, che oltre l’80% degli insegnanti in Italia è donna. Tutti i numeri.

A scuola più di 8 insegnanti su 10 è donna

Il mondo dell’insegnamento in Italia è quasi tutto al femminile. Secondo i dati del ministero dell’Istruzione e del Merito, che riguardano l’anno scolastico 2022/2023, l’81,4% degli insegnanti della scuola pubblica è donna.

Questa percentuale trova riscontro nei dati di Eurostat, l’ufficio statistico dell’Ue, che mostrano come l’Italia sia il Paese con più quote rosa nel mondo della scuola tra quelli del Europa occidentale. I numeri italiani sono pareggiabili a quelli dei Paesi dell’ex blocco sovietico, come Lettonia, Lituania, Bulgaria, Repubblica Ceca e Slovacca, Romania, Ungheria.

La femminilizzazione della professione ‘insegnante‘ è un fenomeno decennale che non si arresta. Le donne docenti superano di gran lunga gli uomini docenti nelle scuole di ogni ordine e grado, con picchi che superano il 90% nella scuola di infanzia e in quella elementare.

Alla materna, le maestre rappresentano il 99% dell’intero corpo docenti, mentre nella scuola primaria il 96%. La percentuale si assottiglia, pur restando alta, quando si parla di scuole secondarie. Alle medie, le insegnanti donne sono il 76,5% del totale, alle superiori il 65,9%.

La dirigenza scolastica non è cosa da donna: lo dicono i dati

C’è un ‘ma’. Se le donne rappresentano la stragrande maggioranza del corpo insegnante italiano, stessa cosa non si può dire per le posizioni di dirigenza nelle scuole. La percentuale di donne presidi è più bassa di quella delle donne docenti, dato molto evidente nella scuola superiore, dove solo il 36% delle dirigenti è di sesso femminile. Un divario, questo, che si riscontra in tutta Europa, come sottolineato dal rapporto ‘Gender imbalances in the teaching profession’ dell’Oecd (Organization for economics cooperation and development).

L’intervento dell’Ocse sulla femminilizzazione del ruolo di insegnante

Sulla questione della femminilizzazione del ruolo di insegnante si è interrogata anche l’Ocse, l’Organizzazione per lo sviluppo economico e sociale. L’organizzazione si è posta la seguente domanda: “Perché il rapporto di genere tra gli insegnanti è squilibrato?“. Nelle ragioni di questo gap l’Ocse ha segnalato innanzitutto gli “stereotipi persistenti” che vedono l’insegnamento come una ‘cosa da donne’. Inoltre, hanno aggiunto dall’organizzazione, “le modalità di lavoro flessibili per gli insegnanti sono attraenti per le madri lavoratrici, mentre le differenze di salario relativo tra uomini e donne rendono l’insegnamento finanziariamente meno attraente per gli uomini che per le donne”.

Secondo l’Ocse il vero cambiamento dovrebbe proprio partire dagli stipendi percepiti da chi insegna: “Migliorare il riconoscimento dell’importanza dell’insegnamento per la società, anche retribuendo adeguatamente gli insegnanti – hanno concluso dall’organizzazione –, potrebbe attrarre e trattenere buoni insegnanti indipendentemente dal sesso”.

Tornando alla dimensione Ue, il Consiglio europeo nel 2021 ha promosso una risoluzione per realizzare “un quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell’istruzione e della formazione verso uno spazio europeo dell’istruzione e oltre (2021-2030)”, raccomandando agli Stati membri di promuovere le professioni “tradizionalmente dominate da uomini o da donne” presso “il sesso sottorappresentato”. E l’insegnamento, come abbiamo visto, è una di queste.