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ChatGPT scrive peggio degli studenti: come riconoscere i testi Fonte foto: iStock

ChatGPT scrive peggio degli studenti: come riconoscere i testi

Un gruppo di ricercatori ha confrontato i temi scritti dagli studenti e quelli fatti dall’IA, rassicurando i prof: sono riconoscibili

Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv di cronaca, politica, scuola, economia e spettacolo. Ha esperienze nella redazione di testate giornalistiche online e Tv e lavora anche nell’ambito social

L’intelligenza artificiale è ormai entrata a far parte del sistema scolastico sia come supporto per gli insegnanti che per gli studenti. Molti la usano per fare ricerche o farsi aiutare con i compiti ma il timore dei prof è che i ragazzi usino strumenti come ChatGpt come sostituti allo studio per esempio copiando temi senza neanche rileggerli, solo digitando sull’intelligenza artificiale la traccia richiesta e facendo ctrl+C e ctrl+V con il testo proposto dalla tecnologia.

Perché i temi scritti da ChatGPT sono peggiori di quelli degli studenti

Una ricerca condotta dagli studiosi dell’East Anglia ha confrontato il lavoro di studenti reali con i saggi generati da ChatGPT, mostrando come gli elaborati generati dall’intelligenza artificiale non siano ancora all’altezza degli sforzi degli studenti veri.

Sebbene gli elaborati di intelligenza artificiale siano stati giudicati sorprendentemente coerenti e grammaticalmente corretti, c’è un elemento importantissimo che manca: il tocco personale.

Nei testi realizzati da ChatGPT, il docente probabilmente non porrà alcun segno rosso perché non ci saranno errori grammaticali o di costruzione delle frasi, anche questo è un elemento che può generare il sospetto che un tema non sia stato scritto da uno studente.

Il team di ricerca ha analizzato 145 saggi scritti da veri studenti universitari e altri 145 generati da ChatGPT. “Eravamo particolarmente interessati a osservare quelli che abbiamo chiamato marcatori di coinvolgimento, come domande e commenti personali”, ha affermato il professor Ken Hyland, primo firmatario dello studio.

“Abbiamo scoperto che i saggi scritti da veri studenti – ha aggiunto – presentavano costantemente una vasta gamma di strategie di coinvolgimento, rendendoli più interattivi e persuasivi“. Erano pieni di domande retoriche, digressioni personali e appelli diretti al lettore: tutte tecniche che aumentano la chiarezza, la connessione e producono un’argomentazione forte.

In poche parole: i temi scritti da ChatGPT erano corretti grammaticalmente ma noiosi, quelli degli studenti veri potevano contenere qualche errore di sintassi o di grammatica ma erano più coinvolgenti.

Quali sono le differenze tra testi umani e dell’Ia

Secondo i ricercatori, i saggi di ChatGPT, pur essendo linguisticamente fluenti, sono più impersonali.

“I saggi dell’IA imitavano le convenzioni della scrittura accademica – ha spiegato Hyland – ma non erano in grado di infondere nel testo un tocco personale o di esprimere una posizione chiara. Tendevano a evitare domande e limitavano i commenti personali. Nel complesso, erano meno coinvolgenti, meno persuasivi e non offrivano una prospettiva forte su un argomento. Ciò riflette la natura dei suoi dati di formazione e dei metodi di apprendimento statistico, che danno priorità alla coerenza rispetto alle sfumature conversazionali”.

In sintesi, un testo scritto da ChatGPT è riconoscibile perché non emoziona, è assente la componente dell’esperienza personale.

Le preoccupazioni degli insegnanti su ChatGPT

Il team che si è occupato della ricerca ha sottolineato come ChatGPT abbia creato notevole ansia tra gli insegnanti, preoccupati che gli studenti lo utilizzino per scrivere i loro compiti.

Il timore dei docenti riguardo a ChatGPT è che questo e altri strumenti di scrittura basati sull’intelligenza artificiale facilitino potenzialmente l’imbroglio e possano indebolire le competenze di base di alfabetizzazione e pensiero critico.

“So che la paura principale dei docenti, da quando ChatGPT è alla portata di tutti, è che questa diventi per gli studenti uno strumento per imbrogliarli e così vedere indebolirsi le proprie competenze base di alfabetizzazione e il loro pensiero critico” ha detto il professor Ken Hyland.

Lo scopo del confronto tra temi di studenti umani e temi di ChatGPT è stato proprio dare una risposta alle preoccupazioni dei prof.

I ricercatori rassicurano i docenti sulla riconoscibilità dei testi copiati dall’Ia e sostengono invece che strumenti come ChatGPT dovrebbero essere utilizzati come strumenti didattici piuttosto che come scorciatoie.

“Quando gli studenti vanno a scuola, al college o all’università, non insegniamo loro solo a scrivere, ma anche a pensare, e questo è qualcosa che nessun algoritmo può replicare”, ha concluso il professor Hyland.

I ricercatori sperano che i risultati della ricerca possano aiutare gli insegnanti a individuare gli “imbrogli” degli studenti, riconoscendo i compiti generati automaticamente.