Salta al contenuto
Il cantante Mahmood Fonte foto: Ipa

Che scuola ha fatto Mahmood: il percorso di studi "non facile"

Mahmood è un cantante molto amato nel panorama musicale italiano: che scuola ha fatto Mahmood (vero nome Alessandro Mahmoud) e che titolo di studio ha

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

Mahmood è un amatissimo cantante italiano, che per due volte ha vinto il Festival di Sanremo. Prima nel 2019 con la canzone “Soldi” e poi nel 2022 in duetto con Blanco con il brano “Brividi”. Entrambe le volte ha partecipato anche all’Eurovision Song Contest, classificandosi secondo nell’edizione 2019 di Tel Aviv e sesto con Blanco nell’edizione 2022 di Torino. Che scuola ha fatto Mahmood, che titolo di studio ha e che ricordo hanno di lui i suoi insegnanti?

Che titolo di studio ha Mahmood

Alessandro Mahmoud, vero nome di Mahmood, è nato a Milano il 12 settembre del 1992: il suo nome d’arte è un gioco di parole tra il suo cognome e l’espressione inglese my mood (“il mio stato d’animo”). La mamma è sarda, originaria di Orosei, mentre il padre è egiziano (il papà lo ha abbandonato quando era molto piccolo: con lui non ha più voluto riallacciare i rapporti).

Dopo aver ottenuto la licenza media, Mahmood si è iscritto al Liceo linguistico. Dopo la Maturità ha studiato presso il Centro Professione Musica di Milano. Qui ha incontrato Andrea Rodini, suo insegnante e primo manager, e anche i membri della sua band e primi produttori (Francesco Fugazza, Elia Pastori e Marcello Grilli).

Mahmood è diventato famoso prima grazie alla partecipazione alla sesta edizione di X Factor nel 2012 (nella categoria 16-24 Uomini, capitanata da Simona Ventura) e poi grazie alle vittorie al Festival di Sanremo. In precedenza aveva partecipato a Sanremo Giovani 2018, edizione vinta con il brano “Gioventù bruciata”, che gli ha permesso di vincere anche il Premio alla critica Mia Martini.

Come ricordano Mahmood le sue maestre elementari

Dopo la vittoria al Festival di Sanremo 2019, un inviato della trasmissione Pomeriggio Cinque ha raggiunto Gratosoglio, quartiere di Milano dove Mahmood è cresciuto, e ha intervistato le insegnanti che lo hanno avuto in classe. Le sue maestre di scuola primaria lo hanno ricordato così: “Era un bambino davvero bravo, preparato a scuola ed educatissimo. La sua mamma con lui ha fatto un grande lavoro”.

Alessandro era un bambino un po’ paffutello e ogni tanto gli rubavano la merenda: “Erano prese in giro tra bambini, ma mi ricordo che era bravo con tutti e tutti erano bravi con lui. Andava bene sia di italiano sia di matematica”. In quell’occasione il preside della scuola Feraboli aveva lanciato un appello al cantante: “Vorrei chiedere a Mahmood di tornare qui a parlare della sua vittoria. Potrebbe ispirare le nuove generazioni, visto che lui ha realizzato il suo sogno”.

Mahmood, l’orgoglio del maestro di canto dopo la vittoria a Sanremo

Mahmood ha iniziato a studiare canto a soli 8 anni. Ha poi approfondito le sue conoscenze ed è stato seguito da bravi maestri che hanno sempre creduto in lui. Dopo la seconda vittoria a Sanremo, nel 2022, il suo insegnante di canto, Gianluca Valenti, al Corriere della Sera ha mostrato tutto il suo orgoglio per il suo allievo: “Sapevo che avrebbe vinto lui. Quando l’ho visto in tv con la Palma di Sanremo tra le mani, sono schizzato in piedi e mi sono messo a gridare: bravo Ale! Il mio ‘Tato’ ce l’ha fatta!”.

Il docente ha ricordato i primi tempi con lui: “È arrivato da me che aveva 12 anni, uno scricciolo timidissimo dai grandi occhi neri. Un tato, così lo chiamo ancora, che, affascinato come tanti bambini dai talent televisivi, voleva cantare. Lui però sul serio, pronto a impegnarsi in un percorso di studio non facile. L’ho ascoltato, mi ha colpito il colore della sua voce, il soul che celava, le doti naturali di fraseggio. Nessuna impostazione, materiale grezzo tutto da tirare fuori, ma la stoffa c’era. Quella voce aveva del futuro”.

Il professore ha anche detto che sua madre ha creduto sempre in lui e ha fatto di tutto per sostenerlo: non facile per una mamma single. “Sua madre così fiera e risoluta l’ha spinto a una responsabilità rara. Ogni giorno per dieci anni Ale ha fatto il suo tragitto, dalla periferia al centro, con l’impazienza di arrivare. Mai persa una lezione di canto, mai una di scuola, diplomato al liceo linguistico. Nel frattempo lavorava in un bar come garzone per contribuire alle spese di casa”.

Un “bravo ragazzo” che ha fatto anche molta gavetta, partecipando a diversi concorsi. “Ha studiato solfeggio, pianoforte, l’ho spinto su fronti per lui impervi, il musical, le canzoni dei grandi cantautori, di Tenco, di Paolo Conte. Mondi lontani da un ragazzo di oggi, ma che devi conoscere se vuoi fare questo mestiere. Se non hai un supporto musicale completo ti fermi. Quel che si è conquistato è tutto merito suo, della sua voce, ma anche con del suo cuore grande, capace di bontà e altruismo. E della sua voglia di riscatto”.