Crepet: "Meno psicologi a scuola". Cosa insegna solo la famiglia
Per Paolo Crepet "a scuola gli studenti hanno bisogno di meno psicologi e più poeti": ecco cosa insegna solo la famiglia secondo lo psichiatra
Per Paolo Crepet a scuola servono “meno psicologi e più poeti”. In una lunga intervista, partendo dal suo nuovo libro ‘Cosa porti con te’, lo psichiatra ha ripercorso la sua infanzia, ricordando le persone che hanno lasciato un segno indelebile nella sua vita. Tra queste, i suoi nonni e i suoi genitori. Ecco cosa può insegnare solo la famiglia secondo l’esperto.
- Cosa possono insegnare solo genitori e nonni per Crepet
- L'empatia non s'impara a scuola (per Paolo Crepet)
- "Studenti hanno bisogno di meno psicologi e più poeti"
Cosa possono insegnare solo genitori e nonni per Crepet
Il sociologo e psichiatra Paolo Crepet si è raccontato in un’intervista a ‘Vanity Fair’ in occasione della pubblicazione della sua autobiografia ‘Cosa porti con te‘, ricca di memorie familiari e di figure che lo hanno ispirato, sia come uomo che come professionista.
Per Crepet l’essere umano prende forma dalle sue radici, ovvero dalla famiglia che lo cresce. È lì che si trova la risposta alla domanda ‘chi sono’. “Quello che conta sono la creatività, la dignità e la passione, che solo i genitori e i nonni possono insegnare“, ha detto lo psichiatra.
“La cosa importante non è quello che erediti – ha proseguito -, ma l’insegnamento che hai ricevuto. Se un genitore col suo esempio dimostra di amare il proprio lavoro – ha spiegato -, sarà quell’amore il trampolino verso il successo, a prescindere dalle possibilità economiche o sociali”.
E ancora: “i figli sono come delle start up, hanno bisogno che qualcuno investa, che creda in loro e nel loro progetto”.
L’empatia non s’impara a scuola (per Paolo Crepet)
La famiglia, secondo Crepet, è anche quell’ambiente in cui una persona coltiva un altro sentimento molto importante, ovvero l’empatia, che adesso si insegnerà anche a scuola. Il Senato ha infatti approvato in via definitiva il disegno di legge che introduce “lo sviluppo di competenze non cognitive e trasversali” nei percorsi scolastici e di formazione professionale. Quelle competenze che l’Oms ha definito ‘life skills‘, che consentono ai giovani di imparare a relazionarsi con gli altri, a saper fronteggiare le difficoltà e a sviluppare il pensiero critico.
Ma anche l’empatia “la trasmettono le radici”, ha sottolineato Crepet. “Le persone si conoscono con il tempo, con l’esperienza, ma anche facendo domande”. Ma “oggi è più comodo farlo con i social , è meno compromettente rispetto a stare uno di fronte all’altro”.
“Studenti hanno bisogno di meno psicologi e più poeti”
“A scuola gli studenti hanno bisogno di meno psicologi e più poeti che raccontino i grandi temi dell’esistenza che possono aiutare chi li ascolta a trovare la propria direzione”, ha continuato Crepet nel suo ragionamento. Dire che le nuove generazioni sono fragili è una “furbata degli adulti”, che “non sanno come rispondere” alle loro esigenze.
“Se fossimo meno ansiosi e nevrotici – ancora lo psichiatra -, costantemente presi dalla smania di voler far tutto e di voler far fare tutto ai nostri figli, crescerebbero più sereni“.
E “quest’ansia e questa foga dell’aspettativa” dei genitori hanno avuto una ricaduta “terrificante” anche sull’amore, il “sentimento essenziale che tiene insieme tutto”. Crepet ha raccontato di alcuni suoi giovani pazienti ai quali aveva chiesto di che cosa parlavano al loro primo appuntamento: “Di niente a parte lo sport e il prossimo fine settimana”. Per lo psichiatra questo significa che “non avevano un vero interesse nei confronti di quella persona, non volevano scavare per scoprire chi fosse davvero”. Al contrario “l’amore ha bisogno di profondità, di attesa, di cura, di pazienza”, ha concluso Paolo Crepet.