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Crepet Fonte foto: IPA

Scuola e giovani: la soluzione di Crepet arriva dall'Alto Adige

La scuola gioca un ruolo importante nel rapporto tra giovani e tecnologia: per Paolo Crepet la soluzione arriva da alcuni istituti dell'Alto Adige

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Paolo Crepet si è spesso occupato del rapporto tra i giovani e la tecnologia. Come evitare che ragazze e ragazzi ne siano sopraffatti? Per l’esperto la soluzione si trova (anche) a scuola, e precisamente in alcuni istituti dell’Alto Adige, che hanno adottato misure per limitarne l’uso da parte degli adolescenti. Ecco cosa ha detto lo psichiatra.

Giovani e tecnologia per Crepet

Non è una novità quello che Paolo Crepet pensa del rapporto tra i giovani e la tecnologia, che ha più volte definito una “moltiplicatrice di violenza“. A suo avviso, gli smartphone andrebbero “vietati almeno fino ai 12 anni”.

Su questo punto, il noto psichiatra ha anche svelato che è stato contattato dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che ha fatto della lotta ai cellulari a scuola una delle bandiere della sua azione di governo.

Ma tecnologia, smartphone e social non sono solo dei “moltiplicatori di violenza incredibili”. Secondo Crepet sono anche strumenti che ‘indeboliscono’ i giovani, la loro memoria ed il loro senso critico, rendendo tutto più facile ai loro occhi, almeno all’apparenza.

“I ragazzini non si accorgono di quello che hanno. Sembra che oggi tutto debba essere facilitato”, ha affermato in un’intervista a ‘la Repubblica’. E ha proseguito: “Anni fa chiesero a Oliviero Toscani qual era la più grande rivoluzione del nuovo secolo e lui rispose: ‘il trolley’. Tutto deve essere comodo, leggero”. In questo contesto, ha aggiunto l’esperto, “anche l’Intelligenza artificiale renderà ogni cosa più facile. Google ci ha tolto l’enciclopedia di papà e oggi la memoria non si impegna più come prima. Per i ricordi c’è il web. Siamo sicuri che sia la strada giusta?”, ha sentenziato Crepet.

Cosa succede nelle scuole dell’Alto Adige

Ma come evitare che i giovani vengano sopraffatti dalla tecnologia? “In Alto-Adige ci sono scuole dove si lascia lo smartphone la mattina e lo si riprende la sera. E, a quanto pare, i ragazzi sono contenti”, ha detto lo psichiatra.

Quindi per Crepet limitare l’accesso agli smartphone ai ragazzi potrebbe rappresentare una valida soluzione, soprattutto per stimolarli a socializzare con i propri coetanei e svolgere attività alternative, come fare sport e uscire o studiare con gli amici. Secondo l’esperto, infatti, la tecnologia sta rendendo sempre più sole le persone, in primo luogo gli adolescenti.

Come ha detto recentemente in tv, prima “i ragazzini giocavano insieme, si incontravano, si davano appuntamento. Ora sono tutti nei loro bunker isolati che si chiamano camere da letto, connesse con tutto il mondo ma non siamo stati mai così soli“.

Giovani e violenza secondo Crepet

Commentando i numerosi casi di violenza che vedono protagonisti i giovani, Paolo Crepet ha continuato: “Mia nonna mi diceva: stai attento a cosa stai facendo. Oggi non è più così. I genitori fanno tutto per accontentare i figli, forse per il senso di colpa delle madri che lavorano? Forse perché si è genitori sempre più in avanti con l’età? Forse perché i giovani di oggi sono figli della frammentazione familiare, delle separazioni?”.

Sul tema, ha concluso: “Non dobbiamo avere paura di questi cambiamenti della società, ma dobbiamo imparare a gestirne le conseguenze”.