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Prof Schettini Fonte foto: ANSA

Quoziente intellettivo dei giovani, l'allarme del prof Schettini

Vincenzo Schettini, prof star dei social e conduttore de 'La fisica dell'amore', ha lanciato l'allarme sul quoziente intellettivo dei giovani d'oggi

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Vincenzo Schettini, il prof star dei social e conduttore della trasmissione ‘La fisica dell’amore’, ha lanciato l’allarme sul quoziente intellettivo degli studenti di oggi. Ecco cosa ha detto.

Il rapporto tra i giovani d’oggi e la tecnologia

Il suo amore per gli studenti e per l’insegnamento non è mai passato inosservato, tanto che gli è valso un grande successo, prima sul web e poi in tv. Stiamo parlando dell’insegnante Vincenzo Schettini. Le sue lezioni di fisica hanno fatto il boom sui social, conquistando non solo i giovanissimi, che rappresentano comunque il suo interesse principale, come dimostrato in numerose interviste.

I giovani d’oggi, dicevamo. Quei giovani che oggi si trovano a dover fare i conti, nel bene e nel male, con le nuove tecnologie. “Io sono stato fortunato: ho studiato in un periodo in cui non c’era il cellulare, meno male”, ha detto Schettini intervistato a ‘Muschio Selvaggio’, il podcast condotto da Luis Sal. Quando era studente, “c’erano solo i libri, i professori e la biblioteca”. E dunque “dovevamo usare il cervello”.

Mentre “il cellulare oggi ci distrae, ci impedisce di pensare – ha proseguito -. Siamo figli della rete, io per primo, e dobbiamo dire grazie. Però mi rendo conto che utilizziamo molto meno la parte creativa“.

L’allarme di prof Schettini e il suo appello agli studenti

Per questo “dico ai ragazzi: ‘non cadete nel tranello di diventare pigri‘ – ha spiegato -. È facile farsi fare i compiti all’Intelligenza artificiale. Una mamma mi ha detto che suo figlio ha chiesto a ChatGpt di scrive un tema mettendo gli errori che farebbe un 14enne. Questa cosa mi ha fatto rabbrividire. È geniale ma allo stesso tempo pauroso”. Almeno, ha continuato il prof, “i bigliettini che si usavano una volta te li scrivevi”.

Da qui l’allarme: “Io ho una paura pazzesca per gli studenti. In 20 anni di insegnamento, dal 2007 al 2024, ho visto il quoziente intellettivo dei ragazzi crollare. La soglia dell’attenzione è bassissima. Si parla molto di meno e si delega alla macchina“.

Rivolgendosi ai giovani, il prof ha affermato: “A me dispiace, ma non per la scuola. La finirete, vi diplomerete, non è quello il problema. Se il vostro obiettivo è solo quello di diplomarvi, ok, usate ChatGpt. Ma se il vostro obiettivo è essere competitivi e un domani riuscire a lavorare meglio degli altri, riuscire a fare soldi meglio degli altri, bisogna essere smart“.

Il problema, secondo Schettini, non sta nella tecnologia in sé, ma nell’applicazione di questa allo studio (e non solo) da parte degli adolescenti. “Il 14enne è schiavo di questa roba – ha continuato -. Parlare di nativi digitali è un bluff perché essere nativi digitali significa usare questi strumenti per migliorare se stessi. E chi lo fa? A quell’età uno su cento. Ecco, io mi preoccupo per gli altri 99″.

“Una scemenza”

Il docente ha poi criticato la decisione di alcune scuole di chiudere i cellulari degli studenti negli armadietti durante le lezioni. A suo avviso la misura non è risolutiva: “Ma quando mai – ha commentato -. Si portano l’altro telefono, e nell’armadietto mettono quello finto. Anche io lo farei, perchè dovrei darti il mio cellulare?”. E ha chiosato: “È una scemenza”.