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Pensiero creativo Fonte foto: iStock

Studenti italiani e deficit sul pensiero creativo: il "problema"

Secondo l'indagine Ocse Pisa 2022, gli studenti italiani sono in deficit sul pensiero creativo rispetto alla media internazionale: il 'problema'

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Gli studenti italiani sono in deficit sul pensiero creativo. A dirlo l’indagine Ocse Pisa 2022, presentata l’8 ottobre durante un webinar organizzato da Invalsi. Ecco qual è il ‘problema‘ emerso.

Il report

L’Italia, con 31 punti su 60, ha ottenuto una valutazione in pensiero creativo inferiore rispetto alla media Ocse, che è di 33. È quanto emerge dall’indagine Ocse Pisa 2022 sul “Creative thinking“, illustrata nel corso di un webinar organizzato da Invalsi.

Lo studio, condotto su 690mila studenti 15enni di 81 Paesi, “non si è limitato a valutare competenze accademiche tradizionali, ma ha analizzato la capacità degli studenti di generare, valutare e migliorare idee in modo produttivo, mettendo in evidenza la loro propensione a esplorare soluzioni innovative e a risolvere problemi complessi in modo originale”.

A ottenere i risultati migliori in pensiero creativo a livello internazionale sono Singapore, Corea, Canada e Australia, con una media di almeno 37 punti. Nella top 10 europea si attestano Estonia, Finlandia e Danimarca. Oltre ai Paesi citati, Lettonia, Belgio, Polonia e Portogallo sono gli unici altri europei ad aver conseguito un risultato superiore alla media Ocse.

Il ‘problema’ del tipo di scuola

In generale, comunque, il 76% degli studenti italiani ha almeno un livello base di pensiero creativo. I migliori, quelli che hanno raggiunto il livello 5 o 6 delle competenze, corrispondono a circa il 22%. Questi alunni, si legge sull’indagine, “sono in grado di impegnarsi in modo produttivo nella generazione di idee creative, sviluppando idee originali e diverse per una serie di compiti espressivi e di risoluzione di problemi”.

Indagando più da vicino il fenomeno italiano, si osserva che c’è un divario tra gli studenti del Nord e quelli del Sud, nonché tra chi frequenta i licei e chi gli istituti professionali.

I risultati per area geografica mostrano una differenza di 6 punti tra gli studenti dell’Italia settentrionale (Nord Est 34,2 punti – Nord Ovest 33,5) e quelli del Meridione (28 punti) e delle Isole (29). Gli alunni del Centro si collocano a metà della distribuzione italiana dei risultati, con 31,4 punti.

Se consideriamo i punteggi per tipologia di scuola, invece, il range di differenza si espande ulteriormente ed arriva a 10 punti sulla scala di pensiero creativo.

I licei, con un punteggio medio di 34 punti, si posizionano ben al di sopra degli istituti professionali e dei centri di formazione professionale, che riportano un punteggio medio di 24 punti. “Questo – si legge sul report – sembra suggerire che il tipo di scuola frequentata possa avere un impatto ancora maggiore sui risultati nel pensiero creativo rispetto all’area geografica di appartenenza”. Gli studenti che frequentano licei “tendono a sviluppare competenze di pensiero creativo più elevate, a prescindere dalla loro provenienza geografica”.

Per quanto riguarda le scuole pubbliche e private, le prime hanno registrato in media un punteggio maggiore di 3 punti rispetto alle scuole paritarie (tendenza riscontrabile anche a livello internazionale).

Genere e condizione socio-economica

Esiste un’associazione chiara e significativa tra genere e risultati in pensiero creativo a favore delle ragazze“, hanno spiegato i ricercatori. In media, nei Paesi Ocse, le ragazze hanno ottenuto un punteggio superiore di circa 3 punti. In Italia la media è di 2, e le differenze maggiori sono state osservate negli istituti professionali (3 punti).

Un altro aspetto preso in considerazione dall’indagine Pisa è lo status socio-economico degli studenti: i più avvantaggiati hanno ottenuto risultati superiori di 8,6 punti rispetto agli studenti che vivono in famiglie a basso reddito.

Il commento degli esperti

Il pensiero creativo può essere sviluppato e insegnato, non deve essere visto come un talento innato e riservato a pochi eletti, ma una competenza che può essere coltivata e sviluppata in tutti gli studenti”, ha spiegato la responsabile dell’Area Indagini internazionali Invalsi, Laura Palmerio, durante la presentazione. In questo senso, “gli insegnanti giocano un ruolo chiave in questo processo”, ha aggiunto.

“Nel momento in cui ci allontaniamo da quelli che sono gli ambiti più tradizionalmente o comunemente frequentati nelle nostre scuole, i motivi di attenzione devono essere sempre molto forti”, ha commentato il presidente di Invalsi, Roberto Ricci. Con questi dati “si aprano delle riflessioni molto importanti anche sulla modalità tipica del nostro Paese di proporre nella didattica determinati contenuti”, ha concluso.