Crepet: "Li stiamo perdendo". Cosa bisogna insegnare ai giovani
Lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet lancia un nuovo allarme sui giovani: cosa sta succedendo e cosa dovremmo insegnare alle nuove generazioni
Lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet è tornato a parlare dei problemi relativi alle nuove generazioni lanciando l’allarme: "Li stiamo perdendo, nessuno pensa più". Sono le parole pronunciate in occasione del convegno organizzato alla Reggia Quisisana di Castellammare di Stabia, iniziativa promossa dal parco dei Monti Lattari per valorizzare turismo e cultura e avvicinare i giovani allo sport e al benessere.
Secondo Crepet, i giovani di oggi devono essere aiutati e indirizzati verso il raggiungimento della propria autonomia. Vediamo cosa dovrebbero insegnare alle nuove generazioni gli adulti, i genitori e la società in generale.
- Cosa ha detto Crepet sulle nuove generazioni: l'allarme
- Cosa dovremmo insegnare ai giovani secondo Crepet
Cosa ha detto Crepet sulle nuove generazioni: l’allarme
"D’estate più giovani portiamo in questo parco e nel museo archeologico, più ne salviamo, togliendoli a 14 anni dal bar all’angolo del loro quartiere", ha dichiarato Paolo Crepet durante il convegno a Castellammare di Stabia, lanciando un allarme: "Non ne faccio una questione morale, ma così stiamo perdendo intere generazioni di giovani". Un riferimento, questo, ai dati preoccupanti che riguardano la dispersione scolastica in Italia, che in certe zone è più accentuata (come nell’esempio di Napoli). Sono infatti ancora troppi i giovani che non frequentano la scuola, anche se alcuni sforzi si stanno mettendo in pratica per arginare il fenomeno.
"Per salvare i ragazzi serve la bellezza di posti come questo", ha proseguito Paolo Crepet. Un modo per cercare di cambiare rotta in merito a quanto sta succedendo all’interno della generazione Z italiana. "Salviamo bambini e ragazzi portandoli in posti belli come questo. Se i Borbone sceglievano la Reggia di Quisisana per le loro vacanze c’era un motivo. La bellezza li salverà". Una bellezza a 360°, quella menzionata da Crepet, intesa come concetto filosofico, estetico, morale e culturale.
Cosa dovremmo insegnare ai giovani secondo Crepet
Il sociologo è tornato a sottolineare l’importanza dell’educazione (che salva le giovani generazioni dalla mediocrità che sempre più spesso viene elevata a merito). Sono gli insegnamenti di genitori (in più occasioni criticati da Crepet), scuole e società che dovrebbero indirizzare la crescita degli adulti del futuro.
Nel suo discorso, lo studioso ha più volte ribadito che "bisogna insegnare ai giovani ad essere autonomi, a staccarsi dallo smartphone e ad apprezzare il loro territorio, così ricco di bellezza", riferendosi ai luoghi che fanno respirare la storia e la cultura di Castellammare, sede dell’incontro. Crepet ha quindi dichiarato: "Questi di Castellammare sono luoghi adatti a rimettere in moto il cervello". Un riferimento alla tendenza a "non pensare più" dei giovani, sempre più assuefatti agli strumenti tecnologici.
La critica di Crepet si è rivolta infatti anche agli smartphone e alla connessione costante ai social network, che in una recente intervista al ‘Corriere della Sera’ ha definito come "moltiplicatori di violenza incredibili", aggiungendo che "i telefonini andrebbero vietati almeno fino a 12 anni". Un parere espresso anche al ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara, che aveva chiesto al sociologo un parere in merito a questa tematica.
"Non si dica che è una cosa recente – ha proseguito il sociologo nell’intervista -, sono cambiamenti in atto da anni, anche decenni, ma di cui non ci siamo voluti accorgere. […] Adesso con i social è come aver fatto un salto da una 500 alla Formula 1", ha concluso Crepet.