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Paolo Crepet Fonte foto: IPA

Paolo Crepet: "Deficienti totali". Attacco ai genitori e profezia

Il duro attacco di Paolo Crepet contro i genitori di oggi che, a suo avviso, "fanno cose da deficienti totali": la profezia dello psichiatra

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Il noto psichiatra Paolo Crepet torna ad attaccare i genitori di oggi: “Fanno cose da deficienti totali“. Ecco cosa ha detto e la sua profezia.

L’attacco di Paolo Crepet

Che non usasse mezzi termini è ormai risaputo, e forse è proprio questo che piace di lui. Perché una cosa è certa: il suo spettacolo fa il pieno ad ogni data, e il suo ultimo libro, uscito a giugno, è già un successo editoriale. Stiamo parlando di Paolo Crepet e del suo ‘Mordere il cielo‘, lo spettacolo-conferenza che lo psichiatra sta portando in giro per i teatri di tutta Italia, tratto dall’omonimo libro pubblicato la scorsa estate.

Un libro che parla delle nuove generazioni, ma anche delle vecchie. Crepet non perde l’occasione di puntare il dito contro i genitori di oggi, a suo avviso responsabili di crescere figli troppo deboli per affrontare la realtà.

Sul tema, in un’intervista rilasciata a ‘Libreriamo’, lo psichiatra ha affermato: “Ora i genitori fanno cose da deficienti totali, addirittura girano lo zucchero dentro al caffellatte ai figli”. Fanno cose che “erano inimmaginabili fino a 40 anni fa” perché “hanno l’idea di dover proteggere i figli da tutto”. E così, quando questi figli “avranno 30 anni, saranno dei perfetti idioti, persone che non sanno fare niente, neanche pensare“.

Lo psichiatra non ha dubbi: il paradigma dell’educazione familiare deve cambiare. Per aiutarli a crescere, “i genitori devono insegnare ai figli a volare, non a rimanere in camera da letto – ha proseguito -. Devono avere il coraggio di credere in loro, nelle loro possibilità, dare loro la possibilità di capire i loro limiti e come superarli. Altrimenti – ha aggiunto – saremo sempre noi ad essere i paracaduti per i nostri figli. Figli che non cadranno mai, non cresceranno mai e avranno una vita terribile”.

Dire no alla comfort zone

Secondo Crepet il problema delle nuove generazioni, infatti, sta proprio nella comfort zone, che lo psichiatra ha definito “la cosa più terribile che possa capitare all’umanità”, creata – anche e soprattutto – dalla famiglia. Quando una persona si trova nella propria zona di conforto, “il pensiero si ferma”. Invece, “il nostro pensiero necessita di scomodità, di cercare soluzioni che non siano sempre facili: nel lavoro, nella vita relazionale, nel quotidiano”, ha spiegato l’esperto.

Cercando di trattenere i figli nella propria zona di comfort, “li stiamo condannando a una vita terribile – ha aggiunto Crepet -. La comfort zone genera degli ebeti che stanno seduti sul divano a vedere una serie sul telefonino che dura 250 puntate“.

La profezia sui giovani (e come evitarla)

Come anticipato, secondo lo psichiatra la colpa non è dei giovani: “Io non me la prendo con la Generazione Z perché la GenZ è il prodotto della generazione precedente e precedente ancora. Cioè, se un ragazzino di 16/17 anni ha un padre che andava all’osteria, beveva un goccio con i suoi amici, conosce il significato di socializzazione, di frequentazione. Se ha un padre che parla solo con Alexa, che fa? Si imbeve di ciò che c’è. Così questa generazione diventerà la più dannata della terra“.

“Se in questo mondo trionfa questo tipo di comunicazione, non essere preoccupati è da scemi”, ha affermato Crepet. E parlando degli influencer, che ha chiamato “i nuovi predicatori”, ha continuato: “L’influencer è il capo dei conservatori perché loro vogliono che sempre più follower facciano quello che dicono. ⁠La mia preoccupazione è proprio questa: se ci sono influencer che hanno 20/30 milioni di ragazzi e ragazze che li seguono, è una sventura incredibile perché finiranno per mettere tutti le stesse scarpe, frequentare tutti gli stessi locali, mangiare tutti lo stesso tipo di cibo”.

Per Crepet i giovani devono essere educati alla libertà, “un esercizio molto faticoso” perché “implica il confronto, l’ascolto e l’eventuale critica delle idee degli altri. E, naturalmente, avere delle idee proprie”. Ma per l’esperto è l’unico modo per evitare l’omologazione e sperare in una società migliore.