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Paolo Crepet Fonte foto: IPA

I genitori e la scuola, l'attacco di Paolo Crepet: "Deficienti"

Paolo Crepet ha definito "deficienti" i genitori che fanno un gesto specifico nei confronti dei figli che vanno a scuola: ecco di cosa si tratta

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Il noto psichiatra Paolo Crepet ha rilasciato un’intervista nella quale, oltre ad offrire numerosi spunti di riflessione sull’educazione di bimbi e ragazzi, ha lanciato un duro attacco rivolto ai genitori, che ha definito “deficienti” per alcuni atteggiamenti che sono soliti tenere. A finire nel mirino di Crepet è soprattutto un loro gesto nei confronti dei figli che vanno a scuola. Ecco di cosa si tratta.

L’attacco di Crepet ai genitori

Il 25 giugno è uscito il nuovo libro dello psichiatra e sociologo Paolo Crepet dal titolo ‘Mordere il cielo’. Il saggio è stato al centro della sua intervista rilasciata a Hoara Borselli, che la giornalista ha pubblicato sul suo canale YouTube. Gran parte della chiacchierata si è incentrata sul ruolo dei genitori, contro i quali Crepet ha lanciato un duro attacco, definendo “deficienti” coloro che rifanno lo zaino di scuola ai loro figli.

“Noi stiamo tirando su dei giovani, ragazzi e ragazze, ereditieri, di tanto o di poco, questo dipende da quello che ha messo via il nonno, il papà o la mamma”. E “sono lì sul divano che aspettano”, ha affermato lo psichiatra, che ha proseguito: “Aspettano il nonno che non ce la fa più, così possono ereditare quell’appartamento in centro che poi dividono in 2: da una parte ci vanno a vivere con la fidanzata e l’altra la affittano. E sono apposto”.

Tutto questo “nasce da un atteggiamento sbagliato” dei genitori, che si ritrova “ad esempio, in un gesto semplicissimo, come quello di controllare o rifare lo zaino del bambino prima della scuola“. E ha aggiunto: “Io non penso che l’umanità sia passata attraverso dei genitori così deficienti“.

Paolo Crepet sul ruolo dei genitori

Con questo tipo di atteggiamenti, ha proseguito Crepet, “non facciamo altro che tarpare le ali ai nostri ragazzi“, che, a suo avviso, dovrebbero imparare fin da piccoli a badare a se stessi. “Il verbo ‘badarsi’ – ha spiegato – è la quintessenza dell’educazione“. Ai bambini e ai ragazzi “dobbiamo dire: tu sei intelligente, quindi sei capace di badare a te stesso, all’età che hai, naturalmente. All’età che hai ti assumerai la tua piccola responsabilità. Per esempio, di non andare troppo forte con la bicicletta altrimenti cadi”.

E ancora: “Noi (genitori) non siamo salvifici – ha continuato Crepet -. Noi abbiamo il compito di dire quello che gli psicoanalisti chiamano ‘rinforzo positivo’, cioè ‘tu sei capace, sei al mondo, sei bravo’. Se applicassimo questa semplice regola, rivoluzioneremmo il mondo, e cambieremmo la testa di milioni di genitori idioti che non solo badano ai loro figli, ma gli tengono la bicicletta, gli rifanno lo zainetto e gli tengono la manina”.

“Ma pensiamo a chi dà un tablet ad un bambino di 6-7 anni e magari anche una matita per il dispositivo – ancora lo psichiatra -. Ecco, con quella una riga incerta per natura diventa dritta, perché c’è un algoritmo che la raddrizza. Capite la metafora? Noi siamo raddrizzati da un algoritmo, no da noi stessi. Se fai 3 righe storte riderai, e forse penserai che il disegno non sarà il tuo futuro. O forse farai una cosa più lodevole, ovvero cercherai di fare 3 righe parallele con più attenzione”. E “se vuoi crescere, devi farlo da te”.