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Educazione affettiva, la richiesta degli studenti al Governo Fonte foto: iStock

Educazione affettiva, la richiesta degli studenti al Governo

Gli studenti fanno sapere che per loro è importante studiare educazione affettiva a scuola e fanno una proposta all'esecutivo: cosa chiedono

Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv di cronaca, politica, scuola, economia e spettacolo. Ha esperienze nella redazione di testate giornalistiche online e Tv e lavora anche nell’ambito social

Si dibatte da tempo dell’introduzione dell‘educazione affettiva a scuola. Tra proposte da parte dei diversi schieramenti politici, introduzione nella legge di Bilancio dei fondi per finanziere i progetti e passi indietro, recentemente il Governo Meloni ha fatto sapere che i soldi stanziati saranno impiegati per qualcosa di diverso. La reazione degli studenti e dell’opposizione non si è fatta attendere. Critiche sono arrivate anche dalle associazioni contro la violenza di genere. Ma perché secondo molti è importante introdurre l’educazione affettiva nei programmi scolastici e cosa chiedono i più giovani?

La richiesta degli studenti sull’educazione affettiva a scuola

A Il Sole 24 ore Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della rete degli studenti medi, ha spiegato che la violenza contro le donne è soprattutto un problema culturale e che la scuola, poiché raggiunge il maggior numero di persone, è l’istituzione ideale per cambiare la cultura. Notarnicola ha sottolineato che da anni le reti di studenti chiedono alla politica di incentivare i percorsi di educazione all’affettività.

“Tali percorsi – ha spiegato – servono per migliorare le relazioni e capire come approcciarsi agli altri. Lo stesso vale per l’educazione alla sessualità, che per molte famiglie è ancora un tabù”. Al momento lo spazio per inserire l’educazione all’affettività e alle relazione è stato individuato all’interno delle 33 ore di educazione civica. “Un calderone”, ha precisato Notarnicola, perché in quelle ore viene inserito di tutto. Per questo, secondo gli studenti, bisognerebbe fare una riflessione più ampia: la priorità è che si tratti di un progetto obbligatorio, realizzato in orario curriculare e che il percorso parta dall’asilo fino alle scuole superiori, con linee guida specifiche, condivise con pedagogisti ed esperti.

La proposta nel 2023 del ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, era invece stata quella di un programma destinato alle scuole secondarie di secondo grado, con percorsi educativi extra-curriculari per 30 ore annue, partecipazione facoltativa e adesioni su base volontaria.

Cosa ha deciso il Governo

Il ministro dei rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani ha fatto sapere che il Governo ha deciso di impiegare i 500mila euro stanziati in manovra per promuovere corsi sull’educazione all’affettività e alla sessualità nelle scuole, in un altro progetto per formare gli insegnanti “riguardo alle tematiche della fertilità maschile e femminile, con particolare riferimento all’ambito della prevenzione delle infertilità”. La scelta non è stata accolta dall’opposizione con il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, che ritiene la presa di posizione dell’esecutivo “una retromarcia gravissima“, mentre il Movimento 5 Stelle ha parlato di “soldi dirottati” sottolineando che una proposta di legge sull’introduzione dell’educazione affettiva e sessuale nelle scuole esiste ed è bloccata da tre anni.

Perché si chiede d’introdurre l’educazione affettiva a scuola

Ma perché studenti e associazioni contro la violenza di genere chiedono l’introduzione dell’educazione affettiva a scuola? Questo tipo di percorsi formativi sono rivolti a contrastare i fenomeni di bullismo e cyberbullismo tra i ragazzi e le ragazze e gli episodi di violenza contro le donne, anche minorenni. I casi sono infatti in aumento sia per quanto riguarda il bullismo che le aggressioni di genere.

Sempre come riporta Il Sole 24 Ore, secondo i dati del ministero degli Interni, nel 2024 gli omicidi di donne sono scesi a 113 dai 120 del 2023, ma le donne uccise in ambito famigliare e affettivo sono salite a 99 dalle 96 del 2023, con un’incidenza passata dall’80% all’85%. Tra l’altro l’Italia è uno dei pochi paesi europei a non prevedere alcuna forma di regolamentazione per i programmi di educazione sessuale e affettiva nei contesti scolastici, se ci sono è solo per singola iniziativa di presidi e docenti.

Secondo Celeste Costantino, vicepresidente della Fondazione Una Nessuna Centomila, “introdurre l’educazione all’affettività nelle scuole è necessario e non più rinviabile”. Intanto il Campidoglio ha lanciato un bando da 420mila euro per le scuole medie di Roma che ha l’obiettivo di prevenire e contrastare la violenza e la discriminazione basate sull’identità di genere e l’orientamento sessuale, promuovere la parità tra i sessi e la decostruzione degli stereotipi di genere, promuovere il riconoscimento e la gestione delle emozioni nella delicata fase della preadolescenza.