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Educazione sessuale a scuola Fonte foto: iStock

Scuola, lo stop all'educazione sessuale è un caso: la polemica

Scoppia il caso sullo stop all'educazione sessuale a scuola dopo l'annuncio del ministro Ciriani: cosa ha detto e la polemica delle opposizioni

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Scoppia la polemica intorno alle parole del ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. Durante il question time alla Camera, l’8 gennaio ha spiegato che i 500mila euro stanziati dalla legge di Bilancio per promuovere l’educazione sessuale e affettiva a scuola saranno utilizzati per formare gli insegnanti delle scuole medie e superiori sui temi della prevenzione delle infertilità.

Stop all’educazione sessuale a scuola: scoppia il caso

L’8 gennaio, durante il question time alla Camera, la deputata leghista Laura Ravetto ha esposto un’interrogazione al ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani riguardante l’educazione sessuale nelle scuole. Con l’approvazione della legge di Bilancio, è infatti passato un emendamento proposto dalle minoranze per promuovere corsi di salute sessuale, educazione sessuale e affettiva alle medie e alle superiori, per i quali sono stati stanziati 500mila euro.

La deputata ha chiesto al ministro come verranno impiegati questi finanziamenti. La Lega, ha sottolineato Ravetto, “ha molto a cuore la formazione dei giovani, tant’è che nell’ambito dell’educazione affettiva il ministro Valditara è impegnato con dei progetti pilota. Inoltre abbiamo una proposta legislativa per introdurre l’educazione al rispetto delle donne che attualmente è in commissione VII. Ovviamente, tutti abbiamo a cuore anche la salute sessuale dei nostri ragazzi, però il fondo è destinato a 3 punti: educazione affettiva; salute sessuale; educazione sessuale”.

E ha aggiunto: “Su quest’ultimo punto, ministro, siamo un po’ più perplessi, perché non vorremmo che venissero introdotte delle materie ideologiche, quali le cosiddette ‘materie gender‘”.

Ciriani ha risposto che i fondi stanziati saranno destinati a “corsi di informazione e prevenzione prioritariamente riguardo alle tematiche della fertilità maschile e femminile, con particolare riferimento all’ambito della prevenzione dell’infertilità“.

Il ministro ha precisato: “La somma stanziata non avrebbe, del resto, consentito iniziative a più ampio spettro e la scelta dei proponenti dell’emendamento di attribuirla al Fondo per le Pari opportunità non consente, anche in ipotesi, attività dirette nelle scuole e interventi nell’organizzazione scolastica di pertinenza del ministero dell’Istruzione e del merito, alle quali la norma approvata non fa alcun riferimento”.

La polemica delle opposizioni

Le parole del ministro Luca Ciriani hanno generato numerose polemiche. Riccardo Magi, segretario di +Europa e proponente dell’emendamento, ha parlato di “parole imbarazzati pronunciate da un imbarazzato ministro Ciriani” che “rivelano ciò che sapevamo già: il governo non vorrebbe dare seguito alle disposizioni previste dall’emendamento sull’educazione sessuo-affettiva”.

Per Magi, “il governo e la maggioranza preferiscono prestare il fianco alle associazioni Pro-Vita invece che rispondere ad un’esigenza reale, quella dell’educazione sessuo-affettiva, che ormai è urgenza, visti i continui casi di femminicidi nel nostro Paese. Preferiscono nascondersi dietro una fantomatica teoria gender invece di colmare un vulnus nei programmi delle scuole italiane, nonostante ormai l’Italia sia uno degli ultimi paesi in Europa a non prevedere corsi di questo genere“.

Le deputate del Pd Sara Ferrari, Antonella Forattini e Valentina Ghio hanno definito “gravissima la decisione del governo di utilizzare i 500mila euro ottenuti in legge di Bilancio per corsi per i docenti sull’infertilità, anziché per l’educazione all’affettività e alla sessualità nelle scuole, come approvato dal Parlamento”.

Le dem hanno proseguito: “È sconcertante che una piccola conquista delle opposizioni nella direzione dell’educazione scolastica volta alla prevenzione della violenza di genere e per promuovere la cultura del rispetto tra le nuove generazioni, venga stravolta nei suoi obiettivi per organizzare invece formazione rivolta agli insegnanti riguardo alla prevenzione dell’infertilità”. Dal

Dal Partito democratico hanno concluso: “Quest’operazione politica manipolatrice, volta a soddisfare la ‘fissazione sessuofobica di certa destra’, non solo è indegna per il metodo, ma è irresponsabile nei confronti della lotta ai femminicidi e alla violenza contro le donne. E contemporaneamente è incapace di rispondere alla domanda pressante dei giovani e dei docenti di avere informazione ed educazione sul fenomeno della violenza”.

La capogruppo di Alleanza Verdi-Sinistra alla Camera, Luana Zanella, ha commentato: “Non accettiamo prese in giro dal Governo. Dirottare i fondi stanziati dalla legge di Bilancio per l’educazione sessuale ed affettiva nelle scuole per le tematiche dell’infertilità è inaccettabile. Non sono contraria all’informazione e alla formazione delle e degli insegnanti sulla questione seria dell’infertilità femminile e maschile, ma l’educazione sessuale e sentimentale è tutt’altro discorso e il governo non può prendere in giro il Parlamento e il Paese. Oltre che il buon senso”.